video suggerito
video suggerito

Marco Branca conferma: l’Inter non farà mercato, siamo senza soldi

Come anticipato un paio di giorni fa su Calcio Fanpage, il Direttore Tecnico ha ammesso che non si spenderanno soldi in questo mercato per risanare bilanci troppo in passivo. Una scelta doverosa e dolorosa ma che nasconde qualche errore di troppo nel recente passato che ha arricchito la bacheca e dissanguato le finanze nerazzurre.
A cura di Alessio Pediglieri
1.559 CONDIVISIONI
inter branca no mercato

Mentre tutto il mondo del calcio italiano è in fermento perchè oggi scadono i termini per stabilire le comproprietà, c'è chi resta al margine delle trattative e mestamente guarda gli affari degli altri. E' l'Inter di Massimo Moratti messa al muro da un bilancio oramai evidentemente insostenible dove i ricavi non riescono a colmare i vuoti lasciati dalle spese di gestione (tra cui, un monte ingaggi e una rosa ricca in ogni senso) che negli ultimi anni ha sì permesso di vincere tutto ciò che c'era da vincere ma ha anche dissanguato le risorse interne.
Dunque, come da noi anticipato due giorni fa su Calcio Fanpage, dopo la secca dichiarazione del Presidente nerazzurro che annunciava un "mercato saggio" è arrivata la conferma del Direttore Tecnico dei nerazzurri Marco Branca il quale ha tolto qualsiasi velo su ciò che dovranno aspettarsi i tifosi interisti da qui alla fine del prossimo agosto. Una campagna acquisti centellinata al massimo, dove non ci saranno rincorse a ‘top player' o aste per i nuovi talenti emergenti ma semplicemente un mercato di rimessa, in contropiede oseremmo dire per utilizzare un gergo puramente calcistico, dove si cercherà di trovare buoni giocatori ai migliori saldi possibili.

Anni di trionfi da ‘cicala'. E oggi si paga il dazio – Un po' pochino per una società che solo due anni fa era Campione d'Europa in carica, sventolava il ‘Triplete‘ e nel dicembre del 2010 si innalzava a Club Campione del Mondo grazie alla vittoria nella Toyota Cup con l'allora tanto odiato Rafa Benitez in panchina. Sei stagioni di grandissimi successi, allori italiani ed internazionali hanno permesso all'Inter di aprire un ciclo storico, che ha ricalcato le orme della ‘Grande Inter' di papà Moratti, Angelo, ai tempi di Herrera. Ma nel contempo, davanti ai dati e alle dichiarazioni odierne, mentre sul piano sportivo (facilitati in Italia anche da Calciopoli che aveva depennato sulla carta le maggiori antagoniste) si godevano i successi e i trionfi, qualcosa non è proseguito dal punto di vista della programmazione aziendale e di gestione dei bilanci. La sensazione è che l'Inter abbia fatto un po' troppo da ‘cicala' e molto poco da ‘formica', dilapidando tutto il proprio valore che aveva conquistato sul campo. A partire da una rosa di fenomeni che a cavallo del 2010-2011 erano valutati a peso d'oro ma che si è stati incapaci di vendere per ipotecarsi un futuro più sereno e tranquillo.
Stiamo parlando delle supervalutazioni dei vari Maicon e Sneijder o degli interessi pressanti per Julio Cesar, Milito, Samuel: tutti giocatori che oggi l'Inter si ritrova ancora sul ‘groppone‘ e svalutati sul mercato a seguito di due stagioni a dir poco fallimentari proprio confrontandole con il recente passato costellato da allori. Solo un paio di estati fa per Maicon il Real Madrid era pronto a intraprendere trattative attorno ai 30-40 milioni di euro, il Manchester United metteva sul piatto 40 milioni per Wesley Sneijder, Julio Cesar aveva offerte interessanti anche in Sudamerica così come Samuel e Milito corteggiati non solo da club italiani (per il ‘Principe' si paventò anche un ritorno a Genova) ma società europee pronte a fare follie per averli (sempre Milito è stato ad un passo nel seguire Leonardo al PSG mentre Samuel aveva buone occasioni in Spagna).
Invece, Massimo Moratti ha scelto di trattenere tutti o forse più verosimilmente chi era preposto in società a gestire le trattative aveva convinto il Presidente a non cedere nessuno nella speranza (mal riposta) di continuare un cliclo vincente.
Certo, non va dimenticata l'operazione Samuel Eto'o ceduto all'Anzhi per una cifra da capogiro (un affare da 35 milioni di euro), ma cos'ha portato all'Inter? Sul piano tecnico sono arrivati giocatori come Castaignos, Jonathan, Alvarez, Pazzini, Ranocchia: insieme, a conti fatti, non sono valsi la partenza del camerunense. Sul piano economico peggio che andar di notte, se è vero com'è vero che oggi l'Inter piange lacrime amare per non avere fondi da gestire per colmare le spese societarie.

inter branca no mercato

Dal mercato ‘saggio' al non-mercato – Marco Branca è stato meno lapidario ma più chiaro di Massimo Moratti. Davanti all'intransigente silenzio sul mercato da parte dei nerazzurri mentre le altre società investono su acquisti di rinforzo molto importanti, le parole del Direttore dell'area tecnica interista non ha avuto esitazioni:

Quest'anno dobbiamo fare delle scelte che pesino dal punto di vista economico e che possano portare frutti nel giro di qualche stagione. In confronto alle più grandi società d'Europa come le spagnole, il City, lo United e il Chelsea, abbiamo gli stessi costi ma di fatto metà dei ricavi. Quindi dobbiamo fare scelte dolorose ma necessarie, perché questi costi non sono più sostenibili.

Dichiarazioni che lasceranno un segno indelebile e che si aggiungono ad una chiusura totale sulle eventuali trattative che si vociferano attorno ai nerazzurri:

Lucas? L'Inter è nella condizione secondo cui per fare delle spese per giocatori che valgono 15-20 milioni di euro ci deve pensare. Questo discorso vale anche per Lucas. Silvestre? Apprezzo l'ottimismo di Zamparini, ma l'affare non è fatto al 99%. A Destro pensiamo, ma dobbiamo sempre mettere davanti il prezzo del cartellino. Mattia è un giocatore di grandi prospettive, le sue qualità non sono discutibili, però le questioni economiche sono condizionanti.

inter branca no mercato etoo

E se avesse avuto ragione Gabriele Oriali? – Chiusura totale dunque, almeno non prima di essersi liberati (oramai è il caso di dirlo) di giocatori troppo ingombranti sul piano economico e sui quali giocarsi le ultime chances di mercato: Lucio (vicino al Fenerbahce), Julio Cesar (ancora sirene sudamericane per lui), Maicon, Sneijder, Pazzini ("Ci fa piacere che i nostri giocatori siano apprezzati – ha detto ancora Marco Branca -, Gianpaolo è uno dei giocatori con cui parleremo per valutare la posizione"). Un ‘tesoretto' da circa 40 milioni di risparmio tra ingaggi da non dare e valutazione dei giocatori.
Pensare che solo 20 mesi fa la stessa cifra si prendeva cedendo Sneijder… Di certo qualcosa non ha funzionato e non sta funzionando a livello di gestione interna. Anche gli sviluppi della campagna d'Oriente, in Indonesia dove l'Inter ha investito gli ultimi sforzi amministrativi di Paolillo per organizzare remunerative amichevoli anche nel tentativo di sondare il mercato asiatico in vista di possibili nuovi soci non sembra aver trovato riscontri immediati soddisfacenti. Dunque, resta il dubbio – o la sensazione – che qualcosa non abbia quadrato in questi mesi (e anche in quelli dei fantastici successi): se avesse ragione allora Gabriele Oriali? Non è lontana la querelle tra l'ex campione di Espana '82, ex stella nerazzurra ed ex dirigente dell'Inter nei confronti proprio di Marco Branca. Oriali attaccò Branca in modo diretto e feroce reputandolo il primo e unico colpevole di una situazione interna che avrebbe portato l'Inter a vivere tempi ancor più cupi.

Branca dice di star pensando e organizzando il prossimo mercato dell'Inter. Allora sì che mi preoccupo seriamente

Ripartire dal basso: la Primavera in prima squadra – Questo aveva detto Gabriele Oriali prima di venire zittito dallo stesso Massimo Moratti che gli ricordò di essere comunque un ex dirigente nerazzurro mentre Branca era ancora in carica. Non è che manchino le soluzioni interne ma non sembrano essere sposate in toto. Ottima la scelta della riconferma di Stramaccioni se la volontà reale sia quella di credere in un tecnico emergente e dalle grandi potenzialità. Sciocco sarebbe averlo confermato se la reale intenzione fosse semplicemente quella di risparmiare sull'ingaggio del tecnico dopo anni di follie e sbagli (Benitez-Leonardo-Gasperini-Ranieri insegnano). L'Inter, proprio da questa scelta voluta e forzata dovrebbe trarne virtù: la Primavera si è laureata – dopo aver trionfato in Europa nelle Next Generation, una sorta di Champions giovanile ad invito – anche in campionato diventando Campione d'Italia. Qualcosa di buono, dunque, nel vivavio c'è. Perchè non sfruttarlo con convinzione?
Il gioiellino Faraoni che si è messo in luce nel finale di stagione arriva proprio da quel gruppo e il riscatto recente al cento per cento del giovane bomber Longo sono buone indicazioni per seguire una via già segnata. E in Primavera ci sono anche altri elementi pronti ad affrontare il salto di qualità in prima squadra.
Eppure qualcosa sembra non convincere fino in fondo: Stramaccioni che richiede Handanovic, l'Inter che pensa alle cessioni (anche solo temporanee) di giovani di talento come Faraoni o Coutinho, la cessione anticipata di Luc Castaignos senza una seconda chances in una squadra più alla sua portata, l'incapacità di vendere i giocatori che ancora hanno un minimo di appeal. Tutto lascia pensare che la rifondazione, la rinascita, il nuovo ciclo ‘green style' sia semplicemente una cartina di tornasole e siamo soltanto all'inizio di un tunnel che verrà percorso per un po' di anni a fari spenti sotto il controllo dell'Uefa e di un Fair Play Finanziario che l'Inter non ha saputo anticipare e non sembra in grado di gestire.

1.559 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views