Mancini rincara la dose: “Sarri imperdonabile. E De Laurentiis perché tace?”
La bufera mediatica che ha investito Sarri non si placa. Dopo la denuncia in tv per l'insulto omofobo ricevuto durante la gara di Coppa Italia, Mancini torna a parlare e rincara la dose nei confronti dell'allenatore che reputa imperdonabile per quelle parole. "Quelle frasi non hanno offeso me – ha ammesso il tecnico interista a Repubblica -, ma tutte quelle persone che ogni giorno subiscono discriminazioni, vengono prese di mira quotidianamente per queste battute". Nessuna possibilità che si attenuino i toni, la posizione di Mancini è netta, il destinatario dei suoi strali non è solo l'allenatore partenopeo ma anche gli ufficiali di gara che erano a bordo campo e, a suo dire, hanno ignorato quanto stava accadendo: "La cosa che mi faceva arrabbiare di più era che mentre Sarri mi diceva ‘frocio' e ‘finocchio' era vicinissimo all'assistente di linea e al quarto uomo. E loro cosa facevano? Niente".
Quanto alle scuse rivoltegli da Sarri, Mancini fornisce un'ulteriore chiave di lettura di tutto ciò che è successo nella pancia dello stadio, al termine della sfida: "Mi ha detto anche ‘e vabbe' scusa, t'ho chiesto scusa, ma che vuoi ancora?'. Ed è stato allora che ho risposto in malo modo dicendogli ma non hai capito che hai 60 anni e certe cose non le devi proprio dire?". Qualcuno presente in quei momenti concitati ha anche riferito una frase tutt'altro che tenera scagliata contro Sarri: "Tornatene ad allenare in C", avrebbe urlato l'allenatore nerazzurro.
Mancini insiste e alza il tiro, dopo aver ribadito tutto il proprio biasimo nei confronti del collega e avversario attacca anche i vertici della dirigenza, chiamando in causa il presidente De Laurentiis: "Questa vicenda ha fatto il giro del mondo – ha aggiunto – perché all'estero c'è una maggiore sensibilità su temi del genere. Come finirà? Finirà all'italiana, con un paio di giornate di squalifica e via. E mi chiedo, il Napoli e il suo presidente non hanno nulla da dire?".