Maksimovic e i 17 tackle di Allan: così Ancelotti ferma il tridente di Tuchel
Napoli bella di notte, Napoli che preferisce la coppa, si culla sui gol di Insigne e Mertens. Ma è la vittoria di Ancelotti che, prodezza finale di Di Maria a parte, vince la sfida con Tuchel. Il Napoli gioca alle sue condizioni, è il Psg degli sceicchi che si adatta e deve cambiar pelle nel secondo tempo. Batte Tuchel con Maksimovic che può giocare nei corridoi e seguire Mbappè, con una linea difensiva che in possesso diventa a tre perché Mario Rui è libero di andare. Si gode un jolly come Allan, uomo ovunque da 17 contrasti in 90 minuti. Così libera Ruiz che sa interpretare diverse posizioni e galleggia fra le linee contro una squadra spaccata. Esalta Hamsik, che tocca più di 80 palloni, Mertens e Insigne che confezionano una vittoria sfumata solo alla fine. E fa giocare il Napoli con la sicurezza di chi sa essere grande con le grandi.
Il Napoli aspetta in avvio
Il Napoli fatica quando il PSG si muove fra le linee. Sulla prima combinazione da Neymar a Cavani (tiro al volo largo del Matador), Maksimovic si alza per andare a chiudere sull'inserimento di Mbappé, e così lascia spazio scoperto alle sue spalle.
Ancelotti costruisce una squadra flessibile, che imposta a tre con Koulibaly che si allarga a sinistra e Mario Rui che sale mentre Fabian Ruiz va a prender posizione nel corridoio interno in fase di possesso. Pressano alto gli azzurri, con Insigne a presidiare la zona di centro-destra e Mertens sul centro-sinistra. La tendenza, però, vede il Napoli giostrare di più il pallone nei primi 10′ anche se la circolazione resta per lo più in zone innocue del campo: solo 5 negli ultimi 30 metri. Hamsik, un intercetto e 16 passaggi in avvio, orienta il possesso con la certezza di avere un alleato in Allan a quota 3 tackle in meno di un quarto d'ora dal fischio d'inizio. Ma sono i padroni di casa l'unica formazione al tiro nei 15 minuti inaugurali della partita, ed entrambe le conclusioni partono ben all'interno dell'area.
La partita si decide in mezzo
E' il centrocampo la chiave della partita. Il Napoli si fa via via più aggressivo contro un Psg che a volte si rivela superficiale nell'uscita bassa e comunque si concede qualche ricamo, qualche colpo di tacco quando i centrocampisti ricevono dalla difesa. Il quadrilatero offensivo dei parigini sfida l'equilibrio difensivo di un Napoli che sa distendersi, diffondersi in ampiezza ma con la difesa alta sui ribaltamenti sente il mismatch. Rui è fuori linea, per rispettare la diagonale, sulla fuga di Mbappé che sbaglia il controllo e favorisce il secondo tiro di Cavani.
Il Napoli, che ha vinto le ultime quattro partite ufficiali contro squadre francesi (le due contro il Marsiglia in Champions League 2013-14 e il doppio spareggio contro il Nizza dell'anno scorso), copre con più attenzione il primo palo nel difendere su punizioni e calci d'angolo. Allan tenta sette volte l'uno contro uno nei primi venti minuti, record fino a quel momento, ma gliene riescono tre, tanti quanti a Neymar. Gli azzurri non vanno mai al dribbling nei primi 25 minuti ma crea la migliore occasione della partita. L'aggressione sul primo palo di Mertens (traversa) sorprende la difesa poco reattiva nei ripiegamenti: la traversa.
Il Napoli prende coraggio
Prende coraggio la squadra di Ancelotti. Callejon va costantemente a prendere Bernat e portarlo fuori posizione, Maksimovic accompagna e scompensa un equilibrio già di suo instabile. Neymar supporta poco la fase di non possesso, così nelle transizioni negative il PSG è spaccato e la difesa, presa in velocità, come prima reazione rincula verso la propria area. Il possesso azzurro si fa più sicuro, i passaggi nell'ultimo terzo di campo aumentano a 30 alla mezz'ora con 109 appoggi in verticale: significativi i 12 di Hamsik e i 10 di Ruiz, a certificare la crescente convinzione che si traduce in propositività.
La difesa spaccata rende travolgente la posizione di Insigne, attaccante atipico che fra le linee va ad occupare lo spazio del trequartista. In quello spazio si infila sul filtrante da destra di Callejon e forza Kimpembe a reagire senza pensare. va sulla prima giocata a coprir la prima punta, ma Insigne in contromovimento gli gira alle spalle: il suo primo tiro, il terzo nello specchio del Napoli, vale il primo gol.
La maturità degli azzurri belli d'Europa si traduce in una serie di 21 passaggi consecutivi senza mai far toccar palla alla formazione che ha battuto ogni record in Ligue 1 e insegue le 11 vittorie di fila in campionato e nella posizione accentrata di Maksimovic che va a neutralizzare la tendenza di Mbappè di cercar gradi di libertà nello spazio di mezzo.
I numeri del primo tempo
Insigne, che ha realizzato quattro gol nelle ultime cinque presenze in Champions League, ha tirato tre volte nel primo tempo, più di tutti insieme a Cavani. E' un Napoli di personalità, che interpreta il gioco di possesso e si giova della regia di Hamsik, recordman di passaggi all'intervallo (58). Sono 211 i passaggi indietro del Napoli e 187 quelli in avanti, 213 contro 126 nella fascia di centrocampo e 65 contro 81 nella trequarti offensiva. I sei contrasti riusciti sugli undici tentati da Allan, che solo una volta perde palla, danno sostanza alla bella forma di una squadra che a Parigi gioca con le certezze delle grandi, di chi preferisce la coppa.
Il Napoli controlla, il Psg si mette a tre
Tuchel ripropone un Psg con la difesa a tre nel secondo tempo. Entra Kehrer per Bernat, chiede a Meunier e Di Maria di giocare a tutta fascia, anche se si muovono praticamente sulla linea degli attaccanti. Il primo effetto, un'occasione per Cavani fermata per fuorigioco e il colpo di testa di Meunier, è il risultato della superiorità che il Psg riesce a imporre fra le linee con gli scambi fra Neymar e Mbappè. I francesi coprono meglio il campo, hanno più senso, il Napoli si ridisegna secondo un 4-2-3-1 ma ha bisogno a questo punto che uno dei due mediani si abbassi nello spazio vuoto nel corridoio centrale. L'uscita di Insigne (colpo allo sterno) e l'ingresso di Zielinski chiama a un ulteriore adattamento. Ruiz si accentra da seconda punta, Zielinski si mantiene largo a sinistra con facoltà di accentrarsi ma entra a freddo e non impatta la partita come in altre occasioni.
Insigne ha chiuso la sua partita con 32 passaggi e tre tiri, 16 in avanti e 16 indietro, con quattro uno contro uno tentati e due dribbling subiti. Ma al di là dei numeri, è la qualità che marca la differenza rispetto al passato con la nuova posizione che Ancelotti gli ha cucito addosso.
Mertens si accende con il secondo tiro della sua partita, ma il nuovo assetto del Psg ha spostato gli equilibri della partita. La deviazione nella sua porta di Rui, al di là della sfortuna, testimonia delle difficoltà del Napoli quando deve ripiegare di fronte ai ribaltamenti immediati dei parigini. Meunier infatti è pur sempre arrivato dentro l'area ad accompagnare l'azione e appoggiare teso in mezzo. E anche la presenza di Rui a chiudere la linea di passaggio, costretto a stringere la diagonale, diventa il segno della necessità di nuovi equilibri.
Nei primi 20 minuti del secondo tempo, il Napoli si limita a 96 passaggi contro 173, con una precisione del 74%, di cui 20 nella trequarti offensiva. Il Paris è più simmetrico, Di Maria si fa sicuro del fatto che di fronte ha Maksimovic chiamato a una partita più disciplinata per non sbilanciare la squadra. Così, gli azzurri sviluppano le azioni prevalentemente da sinistra, anche se la pericolosità scende rispetto al primo tempo.
Il raddoppio di Mertens, un sogno sfumato
Cresce il possesso dei padroni di casa, sale la presenza di Rabiot che con 72 passaggi in 70 minuti risulta il più coinvolto nel gioco. Ma il Napoli, dopo il pareggio, ritrova sicurezza nel palleggio e presenza scenica. E riemergono le incertezze in copertura dei parigini. Ruiz, che svaria nello spazio di mezzo sul centro destra, rientra e si crea un corridoio con un Verratti che in 80′ tenta solo due tackle. Il tiro rimpalla su Marquinhos e Mertens, che gli è alle spalle, segna il secondo gol col secondo tiro dall'interno dell'area sui suoi quattro complessivi fino a quel momento. Ma è notevole l'occupazione dello spazio da parte del belga, che fluttua senza prendere una posizione precisa e diventa così difficile da seguire per una squadra con poco filtro dal centrocampo.
I 33 passaggi di Ruiz, che si abbinano ai quattro contrasti riusciti, culminano in un desiderio frustrato dalla prodezza di Di Maria. Ma il Napoli di Hamsik, che distribuisce 79 passaggi, il Napoli che a Parigi tenta 15 tiri e comanda la partita, sa di essere davvero grande.