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L’uragano Kane abbatte il Borussia: 1-0 al ‘Signal Iduna Park’. Spurs ai quarti

Il possesso palla dei padroni di casa non sfonda il muro degli Spurs che, forti del 3-0 dell’andata, sfoderano l’antica arte del catenaccio. Pullman dietro la linea della palla, ranghi serrati e ripartenze per una qualificazione, grazie al gol al 49’ di Kane, ovviamente in semi-transizione, nel computo delle due gare, assolutamente meritata. Spurs ai quarti, Borussia concentrato sulla Bundes.
A cura di Salvatore Parente
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Frana il tentativo di impresa disperata del Borussia Dortmund che, pur spinto dal pubblico delle grandi occasioni, nel fragoroso tempio del ‘Signal Iduna Park’, finisce per perdere per 1-0 contro un roccioso e cinico Tottenham, chiamato a difendere i 3 gol di ‘Wembley’. Non bastano gli sforzi della compagine di Favre, un primo tempo di grande temperamento e dai ritmi altissimi e le buone prestazioni di alcuni elementi in rosa.

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Dinanzi ai tedeschi c’è un muro di gomma che respinge ogni assalto dei padroni di casa con Kane, killer come pochi negli ultimi 30 metri, ad inizio ripresa, a cantare il de profundis ai gialloneri. Destro nell’angolino di Burki e gol della qualificazione e del pass per i quarti. Il possesso palla cede il passo al catenaccio e Pochettino si ritrova nel novero dei migliori otto tecnici d’Europa.

L’uragano Kane abbatte il Borussia, golden gol per lui

A inizio ripresa la partita, viva nonostante il punteggio dell’andata nel primo tempo, si decide e, in pratica, s’avvia verso gli archivi della Champions League. Il Tottenham palleggia in mezzo al campo e, quasi svagato, prova a controllare il ritmo. Si apre però un varco in mezzo alla difesa del Dortmund, Winks imbuca per Kane che, dinanzi a Burki, non si fa pregare. Piattone destro sul primo palo e gol.

Quello del quinto sigillo continentale dell’uragano inglese, quello della qualificazione, letale e definitiva, del Tottenham. In un solo gesto, in 49’ di gioco, Kane guadagna la ‘palma’ di man of the match e si fa perdonare per la forzata assenza a ‘Wembley’, nella gara d’andata. Male, in questa occasione, il pacchetto arretrato di Favre che si fa perforare con tanta, troppa facilità.

l'enorme mole di passaggi prodotti dal Borussia Dortmund (whoscored.com)
l'enorme mole di passaggi prodotti dal Borussia Dortmund (whoscored.com)

Tanto possesso ma poca incisività, il Dortmund non sfonda. Muro Sissoko

Dopo il gol del vantaggio inglese, l’inefficacia offensiva del Dortmund diventa ancora più evidente e frustrante per i ragazzi di Favre. E pur con l'inserimento di Pulisic e Bruun Larsen, in luogo di Guerreiro e Wolf, il risultato non cambia, anzi. Le motivazioni, di una qualificazione sempre più irraggiungibile, fanno il resto. I gialloneri palleggiano, fanno girare la palla, tengono in mano il pallino del gioco ma non sfondano e, a differenza della prima frazione di gioco, non trovano mai, o quasi, la porta facendo scendere il rendimento, ed il voto, degli elementi preposti all’offesa. Elementi che, per la verità, avrebbero alcuni alibi come, ad esempio, il muro transalpino Sissoko capace, dal primo istante di gioco, di arginare le sortite degli esterni offensivi dei tedeschi e mostrarsi perfetto per una contesa simile fatta di dinamismo, atletismo e contenimento.

gli intercetti del terzetto difensivo del Tottenham (whoscored.com)
gli intercetti del terzetto difensivo del Tottenham (whoscored.com)

Vertonghen sempre attento, Sanchez impreciso. Lloris in versione saracinesca

È la gara per gli Spurs per mettere in evidenza i propri difensori e cercare di sbarrare il passo ai padroni di casa alla disperata ricerca di una rimonta, nella storia, mai avvenuta in Champions sotto di tre reti a zero. E così, la linea a tre della formazione di Pochettino ha, sin dall’inizio, tanto materiale su cui lavorare. La pressione dei tedeschi è alta, il baricentro pure e gli inglesi si rintanano nella propria metà campo sperando di fare filtro con densità, fisico e forza muscolare. E, quando, gli estrosi esterni del Borussia trovano il varco giusto arrivano le individualità del pacchetto arretrato.

Con un Sanchez, al centro, al solito, ed in scia rispetto alle ultime uscite, non proprio al top e due elementi, come Alderweireld e soprattutto Vertonghen esiziali nello schermare la porta di Lloris. Che, pure, compie due, tre miracoli per mantenere, in particolar modo nel primo tempo, in linea di galleggiamento i suoi.

lo scontro sulle corsie fra Guerreiro e Aurier e Wolf e Davies (whoscored.com)
lo scontro sulle corsie fra Guerreiro e Aurier e Wolf e Davies (whoscored.com)

Wolf difetta in appoggio, Davies si mostra utile

Il canovaccio di questo ottavo di finale è chiaro: il Dortmund spinge, gli Spurs si difendono. E lo fanno concedendo spazio e, soprattutto, una certa ampiezza con gli esterni di centrocampo, Aurier e Davies, schiacciati sulla linea dei centrali. E così, con questa impostazione, l’ex Eintracht di Francoforte Wolf ha molto margine di manovra, campo e fascia da arare. Ed il #27 in maglia giallonera lo fa con estrema diligenza e continuità salvo poi scontrarsi con una inconsueta imprecisione nel momento di crossare al centro e trovare i propri compagni nell’area avversaria. Errori che, poi, gli fanno perdere lucidità, convinzione e fiducia. Dalle sue parti, invece, Davies, fluidificante mancino degli inglesi, si dimostra molto utile non tanto in appoggio, intermittente in serata, quanto in chiusura con diversi interventi, anche estremi, che lo mettono nel novero dei più positivi del ‘Signal Iduna Park'.

100, i passaggi di Akanji nel match (whoscored.com)
100, i passaggi di Akanji nel match (whoscored.com)

Bene Akanji, anche in impostazione. Eriksen e Son intelligenti tatticamente

Favre schiera un Borussia a trazione anteriore con una serie di esterni alti e di trequartisti da far tremare i polsi. Impostare il gioco è una operazione che viene demandata ad altri. A Witsel certo ma anche ai difensori Weigl e Akanji. Ma se il primo, da centrocampista adattato, gioca con estrema disinvoltura in sede di costruzione, anche da dietro, il secondo, quasi in maniera inaspettata, si mostra un talento mica male, anche con i piedi. Certo, non subisce molta pressione ma il ragazzo elvetico tiene sempre alta la testa, seleziona le scelte giuste e non fa perdere tempi di gioco ai suoi. Tatticamente preciso come per le gare individuali di Son ed Eriksen che, con intelligenza, leggono i momenti della gara. Attaccano con parsimonia, ma si prendono ugualmente qualche pezzo di campo in contropiede per far rifiatare la squadra e, pure, cercare di trovare il punto del Ko (che poi arriva) in terra teutonica. Poco appariscenti ma decisamente preziosi.

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Tabellino e voti

Borussia Dortmund (4-1-4-1) #1 Burki 5.5;  #27 Wolf 5.5 (Dal 62’ Bruun Larsen ), #16 Akanji 6.5, #33 Weigl 6-, #4 Diallo 6; #28 Witsel 6; #7 Sancho 5.5, #11 Reus 6+ (Dal 74’ Delaney s.v.), #10 Gotze 5.5, #13 Rapha Guerreiro 5.5 (Dal 62’ Pulisic ); #9 Paco Alcacer 5.5. A disposizione: #35 Hitz; #2 Zagadou, #29 Schmelzer, #5 Hakimi; #34 Bruun Larsen, #6 Delaney; #22 Pulisic. Allenatore Lucien Favre 5.5

Tottenham (3-4-1-2) #1 Lloris 7; #4 Alderweireld 6.5, #6 Sanchez 6, #5 Vertonghen 6.5; #24 Aurier 6, #17 Sissoko 7, #8 Winks 6.5 (Dal 55’ Dier 6), #33 Davies 6+; Eriksen 6.5 (Dal 83′ Rose s.v.); #7 Son 6.5 (Dal 71’ Lamela 6), #9 Kane 7. A disposizione: #22 Gazzaniga; #3 Rose; #15 Dier; #11 Lamela, #27 Lucas Moura, #18 Llorente. Allenatore Mauricio Pochettino 7

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