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Liverpool in palla, Karnezis horror: il Napoli ne prende 5 in amichevole

Il Liverpool schianta il Napoli 5-0 a Dublino ed evidenzia tutti i limiti di una squadra ancora in fase di costruzione e priva, al momento, di un’anima internazionale al cospetto dei vice-campioni d’Europa. Il Liverpool, guidato dal solito grande tridente, banchetta sulle lacune azzurre con solo Fabian Ruiz e Allan a limitare i danni per gli uomini di Ancelotti.
A cura di Salvatore Parente
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Alla prima uscita di un certo livello per il nuovo Napoli di Ancelotti, la formazione azzurra si schianta per ben 5 reti a 0 contro il Liverpool delineando i contorni di una squadra ancora col cartello lavori in corso e, dunque, impreparata a confrontarsi con formazioni, come i Reds, che fra una settimana faranno il loro esordio in campionato. I primi dieci minuti, con due errori marchiani, di Insigne prima, che perde palla davanti alla propria 16 metri, e di Karnezis poi, che sbaglia l’uscita alta su Wijnaldum, condizionano pesantemente il match con i campani, in seguito, raramente capaci di esprimere il proprio gioco e far valere le proprie indiscusse qualità.

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Il secondo tempo, invece, è una sorta di passerella per gli uomini di Klopp bravi a fare il terzo gol, rete però viziata da un fallo al centro dell’area di Mané, il quarto e poi la quinto segnatura e a rischiare poco con il Napoli protagonista di un tardo pomeriggio da dimenticare, e pure in fretta.

E così, al termine di una scoppola che però potrebbe essere importantissima per la crescita del club napoletano, ecco i duelli più interessanti, individuali e di reparto, fra Liverpool e Napoli.

Karnezis-Alisson, duello impari: il greco si condanna all’anonimato

Nel giorno del debutto del portiere più costoso della storia del calcio, al secolo Alisson, i riflettori si spostano sul suo omologo azzurro. Sì, ma non per i meriti del suo collega greco Karnezis ma per la sua papera che ha portato i Reds al 2-0. Su cross tagliato di Milner, infatti, l’ex Udinese con un’esperienza anche in Inghilterra nel Watford, buca l’uscita alta di pugno e favorisce l’olandese Wijnaldum che, di posizione e furbizia, beffa il Napoli per il raddoppio albionico. Un errore, bissato poi nell’occasione del 5-0 di Alberto Moreno, che complica la prima amichevole di livello dei suoi e lo condanna, inesorabilmente, a perdere il duello a distanza con l’ex Roma capace, pur senza troppi interventi difensivi, di giganteggiare sul numero #27 azzurro. Un numero #27, per inciso che, con questa prestazione, inconsciamente, potrebbe dare una svolta al mercato napoletano nello specifico ruolo: con un Karnezis così, meglio aggiungere anche Ochoa.

Tridenti a confronto, i Reds surclassano quello del Napoli

Specie nel primo tempo, porzione di gara nella quale il match prende una netta direzione, i tridenti a confronto sono letteralmente agli antipodi: fiacco, poco propositivo, spento e inconcludente quello del Napoli, tatticamente perfetto, spesso pericoloso e incisivo quello del Liverpool. E se pure poggiamo le nostre valutazioni sui gol fatti da entrambi gli attacchi titolari impegnati all’Aviva Stadium, uno a zero, grazie alla rete di Salah, il tridentazo di Klopp, peraltro quello che lo scorso anno ha quasi infranto ogni record realizzativo per il club della Merseyside, è utile alla squadra, propedeutico alla perfetta riuscita degli inserimenti senza palla dei centrocampisti e primo baluardo del pressing inglese. Insomma, oggi, segna poco, ma allarga il campo, specie con Mané e Salah, crea varchi esiziali per i compagni della mediana, attacca i palleggiatori arretrati rivali e dispensa tocchi, lampi e accelerazioni straordinarie.

Milner decisivo, Fabian Ruiz tampona

Il Liverpool, ormai da anni, si affida sempre, o quasi, al suo uomo esperienza James Milner. Passano gli anni, transitano gli allenatori ma il nazionale inglese, quasi come lo You’ll never walk alone di Anfield, non passa mai di moda. Terzino, a destra o a sinistra, centrocampista centrale, mezzala o esterno offensivo, non importa, lui c’è comunque. E la prestazione di questa sera, gol e assist, è una delle tante dimostrazioni, dei tanti clinic che illustrano la forza, la qualità, l’esperienza e l’utilità di un profilo evergreen.

Un profilo che segna con un preciso collo esterno sinistro in avvio di match, disegna il cross del 2-0 e si propone con estrema continuità in appoggio ai suoi non disdegnando, come da dna, contrasti o ripiegamenti importanti in aiuto di Keita e Wijnaldum.

Dall’altra parte però, a rispondere al quasi totale dominio dell’ex Manchester City c’è Fabian Ruiz in grado, soprattutto nell’avaro primo tempo dei suoi, di illuminare la manovra campana e fornire geometrie fra le mille difficoltà in impostazione del pressatissimo Hamsik e dell’ondivago Allan.

Fase passiva, il Napoli non fa filtro a centrocampo

Il primo tempo si chiude 2-0 e con qualche rimpianto, come, ad esempio, quello del possibile 2-1 di Callejon, peraltro, annullato per ingiusto fuorigioco. La ripresa, invece, è un bollettino di guerra per il Napoli che, spento mentalmente e con tanti cambi, perde le distanze, le misure, gli equilibri prestando il fianco ad un Liverpool, malgrado i crismi di gara amichevole, impietoso.

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