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Le verità di Mazzarri: “Al cento per cento sarò ancora il tecnico dell’Inter”

Nei prossimi giorni si discuterà del prolungamento ma l’unione di intenti c’è perché la società ha ribadito il proprio appoggio al tecnico per la ricostruzione di una squadra che dovrà puntare all’Europa.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ed è arrivato anche il giorno di Walter Mazzarri, il tecnico dell'Inter che ha concluso la stagione con il fastidio di sentirsi sempre sulla graticola soprattutto da parte dei giornalisti e dei critici che non gli hanno risparmiato alcunché al primo anno in nerazzurro. Un anno che è stato vissuto pericolosamente, tra alti e bassi, una squadra da rivedere, una società in compravendita, un futuro da definire e rielaborare. Tanto da non aver voluto parlare prima della 38a giornata di campionato e aspettare oggi, a palla lontana, per spiegare il proprio punto di vista e ribadire le proprie ragioni, confermando che resterà alla guida dei nerazzurri in attesa di un eventuale prolungamento a lungo termine per sottolineare l'unità di intenti da tutte le parti.

La forza dei numeri – "Sono i numeri a parlare: ho preferito aspettare la fine perché prima volevo raggiungere l'obiettivo europeo che non era così scontato. L'ho capito i primi giorni quando vedevo la gente a Milano. Abbiamo fatto tante cose buone, ringrazio il mio staff che mi ha aiutato nel tirare fuori il massimo. Chi parla di una stagione negativa e insufficiente ci sarà sempre, è un discorso che non dovrebbe finire mai… Però vi chiedo: quando si centra un obiettivo come si fa a parlare di anno non positivo? Vedendo da dove siamo partiti, riuscendo a centrare un obiettivo, non capisco perché si parli di anno negativo. Mi ha dato quasi soddisfazione trovarmi in una situazione del genere, in un anno particolare serve aspettare la fine per parlare. Ora posso dire che mi sono stancato più del solito, ma ho portato la barca in porto gestendo al meglio ogni situazione e la società lo ha riconosciuto".

Avanti così – "Sicurissimo di continuare qui, ho un contratto. Sono contento della telefonata arrivata dopo la vittoria con la Lazio da parte di Thohir, felice per l'obiettivo. Moratti lo avete visto in campo alla festa di Zanetti, e questo mi ha dato felicità, ho lavorato bene durante l'anno. L'importante è che ci sia stima, me l'hanno dimostrata giorno dopo giorno. Del contratto ha già parlato Ausilio, comunque mi è già successo di fare benissimo a Napoli a scadenza. La gente ti deve stimare, i giocatori percepiscono quando fai bene in determinate condizioni. Però ora si devono fare confronti, si deve essere convinti nel lavorare insieme".

Tra errori e critiche – "Col senno di poi, in qualche partita potevo fare di più. A livello generale secondo me  e così come avevo già ribadito, abbiamo fatto troppi pareggi gettando delle partite quando eravamo in vantaggio. Poi i tanti corner battuti inutilmente in gare pareggiate, un altro segnale di poco cinismo. Me ne assumo la responsabilità io personalmente, stiamo ancora lavorando coi giocatori per cercare di migliorare, ma abbiamo fatto più cose positive. Sono molto autocritico, quando penso che la critica si avvicina bene all'oggettività mi dà tanti spunti, come faccio coi miei collaboratori: io pretendo il confronto. Sono nato per il confronto, voglio mi si dicano le cose e poi elaboro, e così faccio con la critica quando è costruttiva. Una parte però non la ascolto nemmeno quando esagera. So le dinamiche di certi mondi, ne prendo atto; a volte le critiche mi caricano"

Il gap con le prime della classe – "Non faremo un mercato di seconda fila ma nella mia storia ho sempre provato a fare bene sul campo; se non possiamo competere ad armi pari su certi parametri competeremo su questo. Vogliamo lavorare nel migliorare dei modi, ora dobbiamo fare ancora tante cose, poi sarà la società a parlare del mercato e del fair play. Il primo giorno di ritiro farò una conferenza spiegando cosa faremo l'anno prossimo. un anno di lavoro insieme l'ho vissuto sulla mia pelle e ho capito che cosa significhi. Adesso posso trasferire qualcosa ai nuovi giocatori di questa mentalità che spero di vedere ancora di più sul campo l'anno prossimo. I giovani avranno più esperienza l'anno prossimo. La vecchia guardia? Sono stato orgoglioso di aver accompagnato questi quattro campioni, so che anche loro ci tenevano a portare l'Inter in Europa"

Obiettivo Europa – "Vista l'esperienza che ho di Europa League, come al Napoli dove ho fatto determinate scelte e ho passato il primo turno facendo crescere i giovani, è chiaro che per pensare di vincere su tutti i fronti servono investimenti di un certo tipo. Sull'organico di inizio anno vedremo le idee e le esperienze. Ci saranno dei riconfermati, la prima settimana lavorerò sulla difesa a quattro. Mi interessano certe logiche di equilibrio, vorrei anche un metodista che è il ruolo più importante, perché può servire anche per il 3-5-2. Faccio un nome: per le caratteristiche Luiz Gustavo mi piacerebbe, però è irraggiungibile. Un conto è fare nomi un conto è vedere le disponibilità, in base ai nomi sceglierò il modulo".

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