Lazio, parla Bielsa: “Ecco perché ho rifiutato la panchina biancoceleste”
L'eco dell'incredibile rifiuto di Marcelo Bielsa non accenna a spegnersi. Dopo aver rinunciato alla possibilità di guidare la Lazio nel prossimo campionato di Serie A e in seguito alle minacce di Claudio Lotito, l'ex allenatore del Marsiglia ha voluto spiegare le sue ragioni attraverso un comunicato ufficiale fatto pervenire alla società biancoceleste: "Ho preso questa decisione, insieme ai miei collaboratori, perché in 4 settimane di lavoro congiunto con voi non abbiamo ottenuto nessuno dei sette acquisti espressamente richiesti nel piano di lavoro approvato dal presidente Lotito – si legge nel comunicato, pubblicato da "cittaceleste.it" – Tenendo conto che era stato deciso di cedere 18 giocatori della passata stagione, l’arrivo dei rinforzi era necessario. Era stato approvato, come condizione necessaria per l’attuazione del programma di lavoro, l’acquisto di almeno 4 giocatori prima del 5 luglio. A questa data, non si era concretizzato alcun acquisto".
A caccia di un allenatore
"Nonostante questo, il club ha reso pubblico il contratto che ci legava, malgrado questo non fosse praticabile senza gli acquisti – ha continuato a spiegare il "Loco", attraverso la sua nota ufficiale – La situazione, al momento, è la stessa e le prospettive incerte. Mancando solo tre giorni al ritiro di Auronzo, questa decisione non era più procrastinabile. Come avevo già segnalato, per il mio stile di lavoro era fondamentale avere i giocatori in tempo e in forma per poterli allenare. E’ importante chiarire che non ho in mano alcuna offerta di lavoro. A breve invierò il documento legale che certifica la rinuncia. Solo se necessario chiarirò la mia posizione dinanzi ai media". Con Inzaghi incerto se tornare dopo aver sposato il progetto della Salernitana, il futuro della panchina del club di Lotito è più che mai incerto. A poche ore dal raduno estivo, le alternative rimangono sempre le stesse: Marcello Lippi, Cesare Prandelli e la "new entry" Gianni De Biasi.
