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La vecchia signora contro il Diavolo: un “must” del nostro calcio

Juventus vs. Milan: una sfida infinita, piena di emozioni, polemiche e di scudetti vinti e persi. Una “battaglia” che anno dopo anno, diventa sempre più decisiva per la conquista del tricolore.
A cura di Alberto Pucci
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Supremazia bianco(rosso)nera – Dall'addio di Mourinho alla nostra Serie A, a scappare sono state sempre e solo loro due. Non è, infatti, un caso che dall'ultimo tricolore nerazzurro, siano state solo Juventus e Milan a contendersi quel pezzo di stoffa verde, bianco e rossa. Dopo il quinquennio dell'Inter, la conquista del titolo è tornata ad essere un affare solo per la vecchia signora e per il Diavolo e gli scontri diretti, a San Siro e nel nuovo gioiello torinese, partite decisive e piene di "pathos". L'anno scorso, al 2 a 0 di Torino, firmato da Claudio Marchisio, seguì la "famosa" partita finita in parità e segnata dal gol/non gol di Sulley Muntari: un match che pesò come un macigno sul cammino milanista verso il suo secondo scudetto consecutivo. In questa stagione Allegri e Conte si sono divisi i punti equamente con una vittoria a testa, arrivata per entrambi grazie a due rigori: quello discutibile dell' 1 a o  San Siro, firmato Robinho, e quello di poche settimane fa realizzato da Vidal, allo Juventus Stadium. Un equilibrio spezzato solo dal quarto di Coppa Italia vinto, ai supplementari, dalla squadra di Antonio Conte grazie al gol di Mirko Vucinic. Un successo che "bissò" quella della scorsa stagione, sempre in Tim Cup, dove ancora il montenegrino giustiziò gli uomini di Allegri e scrisse la parola "fine" al sogno del Milan di vincere un trofeo che manca da più di dieci anni.

Nel segno di Robinho – Il primo dei due scontri, a San Siro, è datato 25 Novembre 2012. La Juventus comanda a quota 32, poco sopra a Napoli, Fiorentina ed Inter. Il Milan di Allegri è attardato a 18 punti e alle prese con la risalita verso i piani alti della classifica. Un ritardo mostruoso, quello tra le due squadre, che però non s'avverte nei novanta minuti del Meazza. Una partita che, dopo i rispettivi successi in Champions League (contro il Chelsea e l'Anderlecht), rispetterà le attese e, manco a farlo apposta, alla fine "partorirà" le solite polemiche. A bocce ferme la vittoria del Diavolo in quel primo confronto suona come giustificata: un risultato giusto sul quale, però, pesa la decisione dell'arbitro Rosetti ed il relativo rigore trasformato da Robinho. Così, un anno dopo la vicenda Muntari, è la Juventus a lamentarsi per una circostanza di gioco poco chiara e al limite del regolamento. Per Angelo Alessio, oltre al danno, la beffa della seconda sconfitta stagionale dei suoi ragazzi. Un risultato indigesto per Antonio Conte (ancora appiedato dalla giustizia) e "agrodolce" per Massimiliano Allegri che, con molto fairplay, dichiarò candidamente: "Il rigore? Per me non c'era!".

L'esultanza di Arturo Vidal dopo il rigore decisivo
L'esultanza di Arturo Vidal dopo il rigore decisivo

Volemose bene – Il ritorno in terra piemontese, non rimarrà di certo negli annali delle partite più divertenti e spettacolari del nostro campionato. Alla Juventus di Conte può bastare un pareggio, al Milan (tutto sommato) pure. Con lo scudetto già in tasca, i bianconeri scendono sul terreno dello Juventus Stadium con il chiaro intento di aspettare le sfuriate del Diavolo. Strategia simile quella del Milan che, senza Balotelli, pare andare a caccia di elefanti con la cerbottana. A deciderre è ancora una volta un "penalty" (questa volta giusto), realizzato da Vidal dopo una sciocchezza di Abate ed Amelia: un errore che manda in fumo i piani del club milanese per la rincorsa al secondo posto e che rischia di compromettere addirittura i preliminari della prossima Champions League. Il danno e la beffa, questa volta, sono tutte per Max da Livorno: sconfitta a Torino, Napoli che scappa e Fiorentina che si fa sotto per la terza piazza. Antonio Conte gode ed attende di tirar fuori dal "freezer" la bottiglia di champagne, già in fresco da mesi. Allegri, invece, si lecca le ferite e torna a Milano con la convinzione che, senza Super Mario, questo Milan è poca cosa…anche perchè, il Faraone El Shaarawy, sembra aver finito la benzina nel momento più delicato della stagione.

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