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La Svezia fa sul serio. Forsberg manda ko la Svizzera e vola ai quarti

La Svezia non fa sconti a nessuno e ottimo il massimo risultato con il minimo sforzo. La vittoria per 1-0 con la Svizzera consente ai ragazzi di Andersson di andare incredibilmente ai quarti di finale. Tra le fila della Nazionale di Petkovic uno dei peggiori in campo è stato sicuramente Dzemaili mentre Granqvist è il solito muro contro il povero Drmic.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Poche emozioni ma quanto bastano per dire che ancora una volta la Svezia, con il minimo sforzo, è riuscito a raggiungere il massimo risultato. Al ‘Krestovsky Stadium’ di San Pietroburgo contro la Svizzera finisce con il punteggio di 1-0 in favore degli svedese grazie al gol decisivo di Forsberg nella ripresa. In una partita comunque povera di emozioni degne di nota, i due Ct di Svezia e Svizzera hanno deciso di affidarsi agli 11 che hanno superato la fase a gironi. In particolare la Svezia di Andersson è partita con il solito 4-4-2 con Berg e Toivonen davanti confermando Forsberg sulla sinistra ma con Claesson sulla destra. Intoccabili al centro della difesa Granqvist e Lindelof.

Dall’altra parte Petkovic non ha rinunciato ovviamente alla classe di Shaqiri nel 4-2-3-1 iniziale con Drmic a fare da punta e Dzemaili alle sue spalle. A San Pietroburgo tra i migliori in campo di questa emozionante partita c’è da sottolineare sicuramente la prova di Forsberg un top della gara al pari di Granqvist. Male invece Dzemaili distratto e poco sicuro di sé fin dal primo minuto così come Augustinsson, l’altro flop di questo ottavo di finale. Ma vediamo nel dettaglio dunque i top e i flop di questo Svezia-Svizzera analizzato attraversi alcune sfide ruolo per ruolo.

Forsberg è l’uomo dei quarti di finale. Dzemaili a vuoto

Al minuto 65 la sfortunata deviazione di Akanji su tiro dalla distanza di Forsberg, ha permesso alla Svezia di superare il turno e andare ai quarti di finale con merito nonostante le pochissime occasioni gol avute (poche anche dalla parte della Svizzera). Sulla sinistra è stato davvero capace di fare di tutto fin dal primo tempo quando più volte ha aiutato Augustinsson a non farsi superare da Shaqiri andando in raddoppio.

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Ma in fase offensiva ha fatto di più. Era proprio lui che con personalità dalla destra si portava per vie centrali mettendo in netta difficoltà Dzemaili che è sembrato più che altro un pesce fuor d’acqua in questa partita sparendo completamente nella ripresa tra la trequarti e il centrocampo dove lo stesso Forsberg l’ha completamente superato più volte mostrando i limiti tattici del giocatore del Bologna assolutamente in giornata no.

La pessima partita di Dzemaili (SofaScore)
La pessima partita di Dzemaili (SofaScore)

Il gol di Forsberg nel frattempo ha fatto esplodere di gioia il Ct Andersson che ora sogna già la semifinale.

Granqvist non lascia un centimetro a Drmic

Se ancora non me ne foste accorti, questo Mondiale ha messo in evidenza le grandi qualità difensive dell’ex centrale svedese del Bologna Granqvist. Già, perchè oltre al muro eretto contro l’Italia agli spareggi, il possente leader della retroguardia della Nazionale di Andersson, dopo aver dimostrato le sue ottime qualità durante la fase a gironi, si è ripetuto anche agli ottavi marcando alla perfezione un attaccante rognoso e difficile come Drmic che riesce a dare grande profondità alla manovra della Svizzera.

I tocchi di palla di Granqvist (in rosso) e di Drmic (in blu) (WhoScored)
I tocchi di palla di Granqvist (in rosso) e di Drmic (in blu) (WhoScored)

Petkovic infatti ha visto fin dall’inizio che il suo attaccante non riusciva a prenderne una contro il biondo svedese capace sempre di anticiparlo interrompendo il possibile scarico di Drmic con il centrocampista (Dzemaili). Una condizione che ha limitato molto la manovra offensiva degli svizzeri che hanno dovuto ripiegare sugli esterni con Shaqiri e Zuber per creare qualcosa. La prestazione di Granqvist dunque è l’ennesima dimostrazione del suo enorme carisma.

Shaqiri fa impazzire Augustinsson

La manovra sugli esterni della Svizzera ha quindi messo ancora una volta in evidenza le capacità dell’ex interista Shaqiri. Schierato lungo l’out destro, lo svizzero ha avuto il merito di essere il vero playmaker della squadra. Dai suoi piedi infatti partivano tutti i palloni più pericolosi della Svizzera che ha puntato subito sulle qualità del furetto ex Bayern Monaco che ha letteralmente ammattito il terzino sinistro svedese Augustinsson, autore del gol nella fase a gironi contro il Messico.

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Per lui è stata una vera gara di sacrificio contro il fantasista svizzero capace di saltarlo più volte andando al cross e lasciandogli più volte libero quel sinistro che Shaqiri faceva partire prontamente ogni volta che riusciva ad accentrarsi da destra. Assolutamente vinta la sua sfida su quella fascia contro Augustinsson che non è stato capace neanche di sovrapporsi una volta per andare al cross lasciando a Lustig dall’altra parte questo compito.

Ekdal sprecone e intimorito dal duo Behrami-Xhaka

Dal talento cresciuto nella Primavera della Juventus ci aspettavamo sicuramente qualcosa in più dato che probabilmente, fin dal primo tempo, ha pesato tantissimo l’incredibile errore sotto porta, solo davanti a Sommer, che gli ha condizionato tutta la gara. Albin Ekdal non è stato il solito ordinato centrocampista capace anche di riuscirsi ad inserire al meglio all’interno della manovra offensiva svedese. Oggi più che mai, ha pesato tanto anche la presenza di due mastini come Behrami e Xhaka che l’hanno completamente chiuso creando una diga vera e propria a centrocampo limitando tanto le sortite in verticale dell’ex Cagliari.

La posizione di Ekdal in campo tra Behrami e Xhaka (SofaScore)
La posizione di Ekdal in campo tra Behrami e Xhaka (SofaScore)

Una gara, soprattutto per Behrami, giocata con la solita giusta cattiveria agonistica (forse anche troppa) che ha aiutato molto la difesa svizzera che ha ringraziato più volte il centrocampista dell’Udinese. Per Ekdal poi, il fastidio alla caviglia accusato nel secondo tempo l’ha messo completamente ko facendolo scomparire dalla gara.

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