La foto del cane Nala che attende Emiliano Sala sulla porta di casa
Nala è seduta sull'uscio. Accovacciata davanti alla porta finestra ha lo sguardo fisso verso l'orizzonte. Emiliano Sala, il suo padrone, il suo migliore amico, non farà più ritorno a casa. Nala non lo sa. Il cane che avrebbe dovuto seguire il calciatore anche a Cardiff adesso lo attende lì, come sempre, pazientemente. E' pronta a saltargli addosso scodinzolando per fargli le feste. Annusa l'aria ma quel che fiuta promette nulla di buono. La foto postata da Romina, la sorella del giocatore inabissatosi nella Manica, è tenerissima e commovente. "La mia fedele compagna", così l'ex attaccante del Nantes definiva Nala che nelle immagini su Instagram appariva al suo fianco quando, svestiti i panni del bomber d'area di rigore, poteva permettersi un po' di relax al parco, in famiglia, a spasso con quell'amica speciale in riva al mare.
L'incidente aereo avvenuto dieci giorni fa lo ha sottratto anche all'affetto dell'animale capace di vegliare la soglia dell'appartamento fino allo spasimo. La sorte ha voluto che il suo padrone perisse nel disastro capitato mentre volava verso la nuova avventura professionale: la Premier League, un campionato bello e affascinante che la punta italo-argentina a 29 anni s'era conquistata a suon di gol e di ottime prestazioni con la maglia del Nantes. Perfino il ct della Nazionale, Roberto Mancini, ne aveva appuntato il nome in agenda e magari, se la vita non avesse preso un corso diverso, oggi avrebbe indossato anche la maglia Azzurra.
Le ultime notizie sul ritrovamento del relitto e il rapporto dei sommozzatori su un corpo – al momento non identificato – incastrato all'interno del velivolo sono state devastanti per i familiari del calciatore. Ogni speranza di riabbracciarlo è caduta con la relazione dei soccorritori impegnati nelle ricerche: avvistata la fusoliera del Piper mono-motore sul fondale, hanno dedotto che per il pilota David Ibbotson e per il passeggero non ci sia stata alcuna possibilità di scampo. Le operazioni ufficiali condotte dalla polizia erano state interrotte dopo quattro giorni ma erano continuate per volontà della famiglia (aiutata da una raccolta fondi di beneficenza cui hanno partecipato anche calciatori importanti) disposta a finanziarle privatamente. Un team guidato dal cacciatore di naufraghi, David Mearns, ha ripreso la ricerca e ha scoperto l'aereo domenica scorsa.
Il nostro lavoro adesso è finito – ha ammesso l'uomo -. E' tutto così triste e devastante ma almeno il dolore della famiglia adesso avrà una risposta.