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L’unica certezza della rifondazione di Moratti è Stramaccioni

I nerazzurri tornano a vincere ma ai tifosi serve ben altro per evitare la contestazione. Nel mirino Branca e alcuni giocatori neo arrivati. Eppure l’Inter resta al momento una delle squadre più attive sul mercato e Moratti non ha mai avuto le idee così chiare sul progetto.
A cura di Alessio Pediglieri
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Inter parma

E' una sensazione che l'Inter aveva dimenticato da tempo: vincere e tornare a vivere una settimana senza ansie e polemiche. Il successo contro il Parma ha infatti disinnescato la bomba ad orologeria di un ambiente destinato ad esplodere anzitempo. I prodromi c'erano tutti prima del calcio d'inizio di San Siro, con la squadra ridotta ancora una volta ai minimi termini e una tifoseria armata di striscioni che contestavano dirigenza e mercato.

Tra contestazione e progetti – Non è che sia tornato il sereno ma almeno l'ultimo temporale non si è scatenato, lasciando sprazzi di sole. Il gol di Tommaso Rocchi ha rasserenato gli animi dopo settimane di tensioni, polemiche e sconfitte. L'ultima, cocente, in Coppa Italia, aveva portato con se oltre alla rassegnazione di un altro anno senza titoli, anche la rabbia di chi ha perso la pazienza nel capire quale senso abbia (sempre che ce l'abbia) il tanto decantato progetto interista. Parliamo della Curva Nord, il cuore della tifoseria nerazzurra che in questa stagione non ha mai lesinato il proprio supporto alla squadra non senza criticare e protestare dalle tribune. Com'è accaduto puntualmente anche contro il Parma, con scritte che chiedevano spiegazioni immediate ad una dirigenza considerata per l'ennesima volta priva di una struttura capace a rifondare davvero una squadra oramai allo sbando, e con i fischi che sono piovuti addosso al neo arrivato Ezequiel Schelotto, il simbolo di una campagna acquisti totalmente sbagliata. Lui, l'argentino triste, prelevato dall'Atalanta nell'affare Livaja, autore del gol-derby contro il Milan, oggi è infatti l'oggetto della contestazione di chi vuole rivedere immediatamente l'Inter tornare ai livelli di Juve, Napoli e Milan senza subire altre umiliazioni. Malgrado tutto e tutti, Massimo Moratti ha invece chiaro il progetto per la sua Inter. Già in atto, già con delle basi solide delle quali una si chiama Andrea Stramaccioni: "Tutte le domeniche me lo chiedete, tutte le domeniche rispondo di sì" ha ribadito a fine Inter-Parma il presidente che poi non ha chiuso gli occhi sulla contestazione dei tifosi.

Sul discorso del progetto, molto sinceramente non è facile progettare avendo una matita invece che un computer, come capita a noi in questo momento, perché abbiamo dieci giocatori, però il progetto di per sé o quello che possa essere il pensare sull'anno prossimo lo stiamo facendo e lo stiamo facendo anche bene, credo. Per quanto riguarda Branca, è chiaro che bisogna sempre trovare un colpevole e in questo momento è lui

Un mercato già ricco di colpi – Difficile dunque capire se anche il prossimo anno si ripartirà dalla stessa struttura tecnica e dirigenziale che chiuderà questa stagione. La sensazione è che il presidente le idee le abbia ben chiare ma che – contrariamente al suo essere – se le tenga ben strette senza precorrere i tempi e mostrandole a tutti nei tempi più opportuni, ovvero a fine campionato. Dopotutto, l'inter è tra le più attive società del mercato che si aprirà in estate. Ha già opzionato uno dei maggiori talenti in circolazione, Mauro Icardi, fenomeno italoargentino della Sampdoria alla quale potrebbe tornare Antonio Cassano qualora le strade tra Fantantonio e la Beneamata si separassero. Icardi è un tassello non di poco conto: un affare di circa 15 milioni di euro, un cardine ulteriore al progetto-giovani che dovrebbe prevedere (in attacco) anche il rientro alla base (in vista di capire come gestirli) dei vari Longo e Livaja, tutti Under21 attorno alla chioccia Milito – che proverà l'ultimo riscatto – e all'intoccabile Rodgrigo Palacio, un giocatore che arrivato ad agosto, si è preso l'Inter sottobraccio come fosse ad Appiano da sempre. Poi ci sarà la questione Rocchi che malgrado l'età e le critiche di gennaio, adesso ha l'occasione di disegnare il destino dell'Inter fino all'ultima giornata contro l'Udinese per regalare ai nerazzurri l'Europa e a se stesso una improbabile riconferma.

 Senza top-player ma con la linea giovane – Inter attiva. Un po' su tutti i fronti. Le delusioni per Silvestre e Jonathan (anche se il brasiliano si è ritrovato nelle ultime giornate) sono già state sopperite dagli affari conclusi di Campagnaro e Andreolli, due difensori che vanno a puntellare il reparto che dovrà difendere maggiormente l'ottimo Handanovic. Se l'argentino è un arrivo a parametro zero e tra i migliori esterni difensivi d'esperienza, il centrale oggi al Chievo sarà un cavallo di rientro che servirà anche per le liste Uefa (sempre che vi sarà l'Europa da giocare). Poi, il lavoro a centrocampo. Certi gli ingaggi del fenomeno Ruben Botta e del giovane Laxalt, ma l'Inter sta lavorando anche per altri due giocatori di assoluta qualità: Lodi e il ‘Papu' Gomez. Bisognerà scardinare le resistenze di Pulvirenti ma sarebbero altre due pedine utili per le scelte di Stramaccioni che riavrà anche il supporto di altri giovani interessanti: Obi (fermo per 3/4 di stagione per infortunio), Duncan (mandato a far esperienza in vista del prossimo anno) e Benassi (oramai fermamente in prima squadra). Certo, non c'è il top-player e potrebbe mancare anche quel tanto cercato Paulinho: le ultime notizie di radiomercato parlano di un interesse fortissimo proveniente dalla Turchia (Galatasaray). Tutto, probabilmente per alzare ulteriormente il valore di mercato. Ma se l'Inter manterrà fede ai colpi fin qui elencati, il talentuoso giocatore del Corinthians non sarà poi così necessario.

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