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L’Italia riscrive la storia umiliando l’Inghilterra: in semifinale c’è la Germania

Dopo i leoni di Highbury, quelli di Kiev. La squadra di Prandelli vola in semifinale dominando l’Inghilterra più brutta degli ultimi anni e regalando una serata emozionante ai tifosi azzurri. Il sogno comincia a prender forma e, in lontananza, cominciano a riecheggiare le note di quel motivetto dei White Stripes.
A cura di Alberto Pucci
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Euro 2012 - Inghilterra - Italia

Una domenica da ricordare – Alzi la mano chi pensava di poter vivere una domenica sportiva così entusiasmante. In pochi, anzi in pochissimi avrebbero puntato un euro sulla cavalcata straordinaria di Fernando Alonso (piccola divagazione, obbligatoria, sul mondo della Formula Uno) e sull'incredibile vittoria ai calci di rigore, degli azzurri contro l'Inghilterra. Gli aggettivi per commentare la prestazione dei nostri "eroi", che hanno sorpreso e "asfaltato" un'Inghilterra orfana di Capello e della grinta anglosassone, sono andati a ruba tanto quanto il binomio "pizza-birra" che, abitualmente, accompagna ogni partita di questo Europeo. L'Italia dell'aggettivo superlativo, ieri sera non solo ha vinto, ma ha anche dato spettacolo aggredendo l'avversario e dominandolo in ogni zona del campo. Un "modus operandi" assolutamente inedito per i nostri colori. Uno spettacolo intenso ed entusiasmante che ha ricordato da vicino la cavalcata mondiale dei ragazzi di Lippi, partiti anche loro tra le polemiche del calcio scommesse e cresciuti partita dopo partita, fino all'apoteosi finale di Berlino giunta ai calci di rigore (altra coincidenza che ci sorride). Le statistiche finali del nostro "quarto" contro gli inglesi, sono da incorniciare: 70% possesso palla, 35 tiri contro i 9 dell'avversario di cui 20 (contro 4) nello specchio della porta, 2 pali, 1 gol annullato. Numeri che, solitamente, accompagnano la Spagna di Del Bosque: squadra invidiata ed imitata da molti e, guarda caso, messa in difficoltà dai nostri nella partita d'esordio di questo Euro 2012. Ora, dopo aver fatto tornare a casa la Regina, sotto con la Cancelliera. Giovedi prossimo la sfida contro i tedeschi: una gara che sarà una sorta di rivincita (per loro, ovviamente) per ciò che successe il 4 Luglio del 2006, quando Grosso e Del Piero fecero piangere Dortmund ed una nazione intera.

Molti meriti, poche colpe – Il successo di ieri porta la firma, innanzitutto, del nostro allenatore.

“ Il nostro dominio non mi ha sorpreso! ”
Cesare Prandelli
Ora che il gioco c'è, e lo spettacolo pure, è giusto "dare a Cesare quel che è di Cesare". Quello che sembrava un turn-over dettato dagli infortuni e dai dubbi tattici, alla fine si è rivelato una mossa vincente. Prandelli ha infatti il merito di essersi, fin quì, saputo adattare agli avversari schierando i giocatori migliori, alternandoli sapientemente e correggendo i suoi errori iniziali (Thiago Motta, onestamente, pare impresentabile). Diamanti (voto 7,5), Montolivo (7), Nocerino (6,5) ma, prima di loro, anche Balzaretti (7) ed Abate (6,5), ormai titolari inamovibili, sono stati inseriti in un motore che aveva bisogno di nuova linfa vitale: quell'energia che, a furia di accumulare minuti di gioco sulle gambe, i vari De Rossi, Marchisio, Cassano, hanno inevitabilmente perso. Un turn-over giusto ed intelligente che ha saputo coinvolgere i "panchinari" e creare un gruppo "granitico" che segue e approva ogni decisione del proprio condottiero: Prandelli, appunto. Le due ore di gioco hanno poi confermato ciò che era sotto gli occhi di tutti, da tempo: De Rossi e Marchisio, entrambi da 8 ieri sera, valgono (a loro modo) quanto Xavi e Iniesta, Pirlo (7 per la partita, 10 per il cucchiaio finale) è sempre il migliore al mondo nel suo ruolo, Barzagli (7) e Bonucci (7) crescono bene e ci fanno dimenticare l'assenza di Chiellini, Cassano (6,5), fino a quando il fiato glielo permette, è sempre imprevedibile e Buffon (7), infine, dimostra di meritare la fascia di capitano, e non solo per la sua bravura tra i pali. La vittoria contro l'Inghilterra, ci ha mandato a letto con molti spunti positivi sui quali far sogni di gloria ed un paio di aspetti negativi che, a lungo andare, potrebbero crearci problemi. Risolto l'handicap fisico che, solitamente, si materializzava intorno all'ora di gioco, rimane quello della poca concretezza sottoporta: un problema da risolvere in fretta, poichè da quì in avanti avremo molte meno occasioni per segnare, che riconduce alla figura di Mario Balotelli (6), ancora una volta poco cattivo sotto porta.

Alessandro Diamanti

Ci siamo anche noi – E così, ridendo e scherzando, ci sarà anche la tanto bistrattata Italia tra le quattro super potenze pallonare, pronte a giocarsi il titolo continentale. Un risultato, già di per sè positivo, figlio di un'autostima cresciuta a dismisura nelle ultime ore e della nostra capacità di saperci tirare fuori dai guai con cuore e grinta: dettagli che, ieri sera, sono totalmente mancati ai nostri avversari che, ormai, fanno del catenaccio la loro filosofia di vita calcistica (vedi alla voce: Chelsea, vincitrice in Champions League). Prandelli dovrà lavorare molto sulla "psiche" azzurra, cominciando proprio da quest'ultimo dettaglio. Bisognerà tenere alta la concentrazione per evitare di affrontare l'armata di panzer tedeschi con quella sufficienza che, puntualmente e in maniera automatica, nasce dopo ogni grande prestazione. Nel mentre, mancano comunque un pò di giorni prima del calcio d'inizio, a Varsavia, della semifinale contro la Germania, godiamoci questa Italia che ha saputo confermare il precedente del 1980 (vittoria sugli inglesi) e rimediare all'uscita di scena, contro la Spagna, di quattro anni fa. Godiamoci, soprattutto, questi nuovi "leoni": una versione 2.0 di quella famosa squadra che nel 1934 venne sconfitta 3 a 2, al termine di una gara epica, piena zeppa di gol ma anche di botte e colpi proibiti. Erano i tempi di Meazza in campo, Carosio al microfono (a proposito: meglio stendere un velo pietoso sulle telecronache RAI) e "tale" Gianni Brera che, seduto davanti alla sua macchina da scrivere, firmò un "pezzo" che aveva questo incipit: "Qualcuno che è stato a Highbury nel 1934 mi racconterà di aver visto tutto fuorché calcio da parte italiana…". Ci piace immaginare che, da lassù, dopo aver visto l'impresa di De Rossi e compagni, stia rimettendo mano a quell'articolo aggiornandolo e adattandolo ai nuovi "leoni di Kiev".

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