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Juventus regina del mercato con Cristiano Ronaldo, vale fino a 100 milioni in 3 anni

Secondo uno studio KPMG, l’acquisto di Cristiano Ronaldo può spingere il fatturato della Juventus oltre il mezzo miliardo di euro. Soprattutto grazie al suo potenziale per nuovi accordi commerciali. Qui i bianconeri sono più deboli rispetto alle big d’Europa. Aumentano anche i costi, ma non è a rischio il rispetto del fair play finanziario.
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Nel giro di tre anni, Cristiano Ronaldo farà aumentare di 75-100 milioni il fatturato della Juventus. È questa la stima contenuta nello studio “Ronaldo Economics” di KPMG Football Benchmark di luglio. La Juve ha registrato utili per 42 milioni al 30 giugno 2017 ma stima perdite fra i 15 e i 30 milioni nel bilancio ancora da approvare al 30 giugno 2018. Quanto costerà l'operazione CR7? Come rispettare i vincoli Uefa?

L'ingaggio di CR7

La Juve ha versato 117 milioni per il cartellino di CR7, che ha firmato un contratto di quattro anni in cui spalmare i costi, con un conseguente ammortamento annuo di 29,25 milioni. L'ingaggio, come riportano i giornali e KPMG, è di 30 milioni netti a stagione, con un peso per la società di 55-56 milioni (il 20% dei costi per il personale nel 2017). In realtà, scrive sul suo blog il caporedattore del Sole-24Ore Gianni Dragoni, “secondo indiscrezioni riferite da una fonte autorevole e pubblicate sul Sole 24 Ore il 10 luglio, il contratto di Ronaldo prevede un bonus che potrebbe porterebbe il suo stipendio annuo a 40 milioni netti. Solo questo avrebbe un costo lordo per la Juventus di 86 milioni l’anno. Se quest’informazione fosse confermata (non è stata smentita) l’onere sul bilancio della Juventus inclusi gli ammortamenti non sarebbe di 85 milioni ma di 115 milioni all’anno”. In più vanno calcolati i 3-5 milioni stimati per l'assicurazione, oltre ai costi per la procura di Jorge Mendes.

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“L’acquisto di Ronaldo – sottolinea Kpmg – rappresenta un onere pesante sul conto economico della Juventus, che potrebbe mettere a repentaglio il rispetto” del fair play finanziario che prevede perdite non superiori ai 30 milioni complessivi in tre anni e, secondo una nuova clausola, un bilancio fra acquisti e cessioni, in una specifica stagione, in rosso per non oltre 100 milioni. Ma alle attuali condizioni, le stime sul bilancio bianconero non mostrano grossi segnali di preoccupazione.

L'effetto sui ricavi

La Juve ha già venduto tutti i 29.300 abbonamenti previsti, con un aumento di prezzo medio del 30%. Aggiungendo i biglietti restanti e i ricavi delle partite di Champions, che come dimostrano anche le ultime stagioni dipendono dall'importanza dell'avversario e dal turno dunque passano anche per il percorso bianconero in Europa, KPMG stima un incremento nei ricavi, rispetto ai 47 milioni del 2017, tra gli otto e i 23 milioni (55-70 complessivi). Le regole del nuovo contrastato e contestato bando per i diritti tv della Serie A, che farebbe guadagnare alla Juve meno del 2017 anche in caso di scudetto, è bilanciato dalla nuova distribuzione dei diritti Uefa che, in base al piazzamento, si possono stimare fra i circa 70 milioni in caso di eliminazione al primo turno e i 130-140 in caso di conquista del titolo. Nel caso più negativo, i ricavi tv sarebbero sui livelli stimati per il 2018 (190 milioni), ma è probabile che a fine stagione avvicinino o superino i 233 del 2017.

I ricavi da gare nel bilancio Juve del 2017
I ricavi da gare nel bilancio Juve del 2017

La crescita commerciale

La principale possibilità di crescita, prevedibilmente, è il settore commerciale che nell'ultimo bilancio (al 30 giugno 2017) rappresentavano il 13% dei ricavi complessivi. Nell'anno 2017, KPMG stima 120 milioni di euro di ricavi commerciali, Deloitte nella sua Football Money League ne valuta 114.4, ovvero il 28% del totale: fra le prime 10, solo l'Arsenal deriva una percentuale così bassa di introiti dalle sponsorizzazioni. È su questo fronte che i bianconeri possono avvicinare il potere economico del Manchester United, del Barcellona o del Real Madrid. Al di là dell'incremento nella vendita delle magliette, che però dovrebbe portare ad aumentare i ricavi di una quindicina di milioni, è l'appeal della società Juve che è destinato a crescere. Anche a partire dalle maglie che, tra sponsor tecnico e accordo con Jeep per la sponsorizzazione, ricava nel 2017 40 milioni, meno di un terzo rispetto a Manchester United e Barcellona, meno della metà del Real Madrid.

Sponsor tecnico e main sponsor: valori a confronto. Fonte: KPMG
Sponsor tecnico e main sponsor: valori a confronto. Fonte: KPMG

Con l'arrivo di Ronaldo, è ipotizzabile una rinegoziazione con adidas e FCA, per rivedere l'accordo con il marchio Jeep, shirt sponsor fino al 30 giugno 2021. Non solo. Il 40% degli accordi di sponsorizzazione della Juve maturano con marchi basati in Italia: l'arrivo di un campione-brand come CR7 è destinato a favorire la moltiplicazione di contratti con partner, anche solo a carattere regionale, in Asia o in Nordamerica, e ad avvicinare così le politiche commerciali dei top club d'Europa che si basano su una quota molto più bassa (15-25%) di sponsor locali.

Evoluzione e schema dei ricavi della Juventus. Fonte: Deloitte Football Money League 2018
Evoluzione e schema dei ricavi della Juventus. Fonte: Deloitte Football Money League 2018

Potere social

Ronaldo, infatti, trascina verso i bianconeri anche la sua fanbase e aumenta il potere social del club, un po' come ha già fatto Neymar il cui passaggio al PSG ha portato un incremento del 30% dei follower dei profili ufficiali dei parigini sui social. Anche la Juventus ha sperimentato un effetto simile, soprattutto su Instagram dove dal 5 luglio a oggi i follower sono passati da 10 a 14 milioni.

La stima sul bilancio

Partendo dall'analisi accurata su Fantagazzetta di Marco De Santis, che scrive prima della definizione dello scambio Bonucci-Caldara e del prestito di Higuain, si può stimare per l'anno prossimo un guadagno di quasi 40 milioni nel flusso di cassa legato alla gestione calciatori. L'impatto complessivo della doppia operazione Higuain-Caldara con annesso ritorno di Bonucci, considerando anche ingaggi e risparmi sugli ammortamenti, si può valutare con Calcio e Finanza sui 22 milioni in caso di mancata cessione definitiva dell'argentino, di 40 in caso contrario. Una quota destinata ad alleggerire l'effetto dei 57 milioni di costi aggiuntivi legati al personale, e ai 29.5 di ammortamenti, come conseguenza diretta dell'arrivo di Cristiano Ronaldo.

Gli effetti sul fair play finanziario

Al 30 dicembre 2017, la Juve presentava un indebitamento finanziario netto di 279,7 milioni, comunque più che sostenibile alla luce dei ricavi al netto delle plusvalenze: una situazione destinata a rimanere tale anche dopo gli effetti sul bilancio dell'ingaggio di CR7. Le successive e citate operazioni di mercato, poi, dovrebbero mantenere il rapporto fra costo del personale e ricavi al netto delle plusvalenze sotto il 70%, la soglia critica non vincolante che la Uefa indica come quota da non superare per mantenere la sostenibilità economica delle squadre nel medio periodo.

Il patrimonio netto risulterebbe negativo, per una cifra che potrebbe oscillare fra i 55 e i 75 milioni, probabilmente più vicina all'estremo inferiore grazie alla cessione di Caldara e all'operazione Higuain. Resterebbe al momento una stima di deficit triennale nel periodo 2016-19, al netto dei costi virtuosi, leggermente superiore ai 30 milioni richiesto dalla Uefa, che comunque si può correggere, in caso non bastassero i premi Uefa a far alzare abbastanza i ricavi, con eventuali cessioni a gennaio o a giugno. Resta, comunque, un'operazione decisamente sostenibile per un club come la Juventus.

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