Juventus-Milan: le pagelle commentate sul risultato di 2-1
La Juventus batte il Milan in rimonta 2-1 e si conferma, al netto dell’assenza di Ronaldo e di un iniziale mini turnover, corazzata inattaccabile di questo campionato. Anche a fronte di un Diavolo molto positivo, bravo a controllare le operazioni di gioco, specie nel primo tempo, a passare in vantaggio e a esprimere un buon calcio. Ma la lunghezza della panchina dei bianconeri, la voglia, la qualità dei suoi interpreti, le intuizioni di Allegri e la fame di gol e di gloria di Kean materializzano l’impresa.
L’ultima volta s’erano incrociate per la finale di Supercoppa Italiana e, al tempo, a risolverla furono CR7 e Donnarumma. Oggi, ambedue assenti, i protagonisti del match, con un differente peso specifico, sono altri. Scopriamoli insieme, da Suso a Piatek, da Mandzukic d Dybala, nei duelli individuali e di reparto della partitissima di Torino.
Kean entra e la risolve: è il suo momento
Dybala, pochi minuti dopo il gol, esce per Kean. E non tutti condividono questa decisione. Ma non tutti hanno la visione di Allegri o la vena realizzativa del classe 2000. Che, puntualmente, come ormai accade da cinque gare a questa parte, si fa trovare pronto su un capovolgimento di fronte nato da un erroraccio in ripartenza di Calabria, simile a quello di Bonucci. Palla per lui, dopo l'intercetto di Pjanic, nei confini della 16 metri avversaria e destro basso che non perdona. Per il gol della rimonta ma anche per l’ennesimo indizio, che fa una prova, che conduce verso la consacrazione di questo autentico patrimonio del calcio italiano.
Bakayoko aggressivo, Bonucci lento: Piatek non perdona
È in mezzo al campo che si decide questa partita. L’aggressività, la fame, la voglia, le motivazioni nella zona nevralgica del campo, stasera, sembrano pesare ancora di più. E nello specifico duello di reparto, almeno nella prima porzione di gioco, il Milan sembra averne di più. E lì, nel mezzo, c’è un mediano, una delle note migliori dell’annata meneghina, col vestito buono: Bakayoko. Il francese domina con grande intensità, dinamismo e atletismo contro un Bentancur, a tratti, e in maniera insolita, timido. L’ex Chelsea troneggia nei duelli fisici, certo non illumina per qualità in sede di possesso, ma si mostra intelligente, funzionale per gli automatismi generali di squadra. E al 39’, nell’occasione del vantaggio rossonero, si dimostra determinante. Il #14 di Gattuso si spinge in avanti, alza il baricentro dei suoi e pressa un Bonucci troppo lento, svagato e indeciso sul da farsi.
Il regista arretrato della Juventus effettua un passaggio a metà strada verso Bentancur e Bakayoko, attentissimo, ruba la sfera per poi suggerire per il Pistolero Piatek che, solo davanti al connazionale Szczesny, non perdona. Insomma, in una sola azione, la summa del match dell’ex monegasco, nonché oggetto misterioso dei Blues, ma anche delle performance di Bonucci e Piatek: col primo inesorabilmente bocciato (anche se non pagherà con la sconfitta), e il secondo, ancora in gol, nell’alveo dei migliori sul rettangolo verde dell’Allianz.
Dybala si prende la sua ‘Joya’, che errore per Musacchio
La Juventus è una squadra straordinaria e che, se non colpita al momento giusto, con i suoi campioni, può sempre trovare la giocata giusta, l’intuizione vincente. Ed è proprio quello che accade nella ripresa del big match di Torino con un Milan narciso, che si specchia, che spreca la sua superiorità in termini di passaggi e supremazia territoriale e che poi subisce il riscatto del fenomeno di turno.
E stavolta, a cavare le castagne dal fuoco e pagare la cauzione per tutti, in assenza di CR7, ci pensa Dybala. La ‘Joya’ riceve una verticalizzazione precisa, entra in area, si difende dall’intervento di Musacchio che, invece, in maniera troppo aggressiva, rovina sull’argentino firmando il calcio di rigore per i bianconeri. Sul dischetto si presenta l’ex Palermo che spiazza Reina e sigla il punto dell’1-1.
Suso-Kessie insidiano Alex Sandro, che soffre da terzo centrale
Il Milan, nella prima frazione di gioco, si disimpegna meglio e, abbandonando l’assetto tattico a due punte visto con l’Udinese, torna ad esprimersi come sa. Proponendo un calcio gradevole, con diversi tocchi, ricami e che poi si evolve, si sviluppa sulle fasce laterali. Come quella destra con la catena Kessie–Suso, con un Calabria più bloccato, spesso molto efficace su quella zona del campo. Presidiata, come voluto da Allegri in questo inedito 3-5-2, da un Alex Sandro incapace, dopo un buon avvio, di mantenersi su standard difensivi accettabili. Con, come macchia, per fortuna per lui non sanzionata nemmeno dopo un on-field-review dall’arbitro Fabbri, un braccio che meriterebbe la massima punizione. Insomma, difficoltà ad interpretare il ruolo da una parte, qualità, dribbling e, trascinandosi spesso all’interno del campo, assist vincenti, passaggi chiave e lucidi appoggi, dall’altra. Prima di calare fisicamente e cedere il campo, al 76’, allo spagnolo Castillejo. Assistendo però, ad una metamorfosi nel rendimento terzino Alex Sandro capace di tornare ai suoi livelli dopo il cambio di modulo voluta da Allegri che, dopo l'infortunio a Emre Can, passa al 4-4-2 col brasiliano nel suo ruolo naturale.
Bene Calhanoglu da mezzala, cuore Mandzukic per la Juventus
Fra i motivi del buon Milan di questa sera, di sicuro, un Calhanoglu perfettamente calato nella posizione di mezzala. Il turco, attacco-difesa, si muove bene, trasmette con precisione la palla divenendo, quasi, l’autentico playmaker della squadra a fronte di una mediana, con Kessie e Bakayoko, assolutamente muscolare. Sponda Juventus, bene il croato Mandzukic in grado, dopo lo svantaggio e nel momento più basso della serata juventina, di organizzare con la sua esperienza e la sua garra la reazione bianconera garantendo, in aggiunta, la solita abbondante dose di astuzia, bravura e determinazione.
Bernardeschi al top: lotta, si propone e conduce alla rimonta
In nazionale gli è stata riservata la numero #10. E in molti hanno storto il muso. Ma sia nel duplice appuntamento con l’Italia che stasera, Bernardeschi dimostra di essere un 10, pure moderno. Anche oggi, l’ex viola lotta, combatte in mezzo al campo, sporca il foglio, si fa ammonire ed interpreta al meglio i compiti tattici ricevuti da Allegri. Poi, talvolta svincolato da qualsiasi obbligo, sfodera il suo talento ed il suo dinamismo spezzando, specie nella ripresa, il ritmo, esibendosi nelle solite sortite palla al piede e trascinando, con voglia e determinazione, i compagni verso la meritata rimonta.
Tabellino e voti
Juventus (3-5-2) #1 Szczesny 6; #24 Rugani 6-, #19 Bonucci 4.5, #12 Alex Sandro 6+; #2 De Sciglio 5.5, #23 Emre Can s.v (Dal 25’ Khedira 6-), #30 Bentancur 5, #33 Bernardeschi 7-, #37 Spinazzola 5.5 (Dal 61’ Pjanic 6.5); #10 Dybala 6.5 (Dal 66’ Kean 7.5), #17 Mandzukic 6.5. A disposizione: #21 Pinsoglio, #32 Del Favero; #3 Chiellini, #20 Joao Cancelo; #5 Pjanic, #6 Khedira, #14 Matuidi; #18 Kean. Allenatore Massimiliano Allegri 7
Milan (4-3-3) #25 Reina 6.5; #2 Calabria 5- (Dal 83’ Cutrone s.v.), #22 Musacchio 4.5, #13 Romagnoli 6, #68 Rodriguez 6; #79 Kessie 6.5, #14 Bakayoko 7, #10 Calhanoglu 6.5; #8 Suso 6.5 (Dal 76’ Castillejo 5.5), #11 Borini 6, #19 Piatek 7-. A disposizione: #84 Soncin, #90 Donnarumma; #17 Zapata, #20 Abate, #23 Strinic, #33 Caldara; #93 Laxalt, #4 Mauri, #16 Bertolacci, #21 Biglia; #7 Castillejo, #63 Cutrone. Allenatore Gennaro Ivan Gattuso 6.5