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Juventus, Marotta: “Involuto e dispendioso, ecco com’è il nostro calcio”

Ospite ad un convegno sulla Champions League, che si è tenuto a Milano, l’amministratore delegato juventino ha analizzato lo stato attuale del calcio italiano: “All’estero sono avvantaggiati, perché non esiste il nostro stesso stress mediatico”.
A cura di Alberto Pucci
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Esattamente dodici mesi fa, Beppe Marotta e l'intera comitiva bianconera si preparava per la trasferta di Berlino. Oggi che la possibilità di avanzare in Champions League è sfumata in maniera beffarda, tutta la truppa juventina si deve consolare di fare da spettatrice d'eccezione alla finalissima di San Siro tra le due squadre di Madrid. Proprio l'amministratore delegato della Juventus ne ha parlato durante un convegno milanese, che si è svolto alla Bocconi, dedicato al valore della finale europea: "In Champions League l'imprevedibilità ha un ruolo molto importante tanto che nessuna squadra è riuscita a vincere due volte la coppa in maniera consecutiva – ha spiegato Marotta – Conta arrivare alla finale con la squadra migliore e nelle migliori condizioni fisiche migliori. Esistono poi altre variabili come il sorteggio, che dagli ottavi in poi ha un ruolo rilevante, non essere teste di serie o magari giocare una partita, come quella Istanbul, su un campo al limite dell'impraticabilità".

L'involuzione del nostro calcio

Tra i tanti temi affrontati da Marotta, anche quello di una Serie A non più all'altezza di molti campionati europei: "In Italia è in corso un processo di involuzione – ha continuato l'ad bianconero – Negli anni '90-2000, il nostro campionato era l'Eldorado, oggi invece è quasi un campionato di transizione. La Serie A è un campionato con un dispendio di energie molto forti e non puoi permetterti di giocare con il Sassuolo o con il Carpi sottovalutando l'impegno, perché rischi di perdere. All'estero è diverso e le squadre degli altri campionati sono avvantaggiate, perché localmente non hanno il nostro stesso stress mediatico". Le fatiche del nostro calcio, dunque, sono alla base delle difficoltà che le nostre squadre riscontrano nelle coppe europee: "Trovo che ci siano differenze tra i campionati nazionali e la Champions League – ha concluso Marotta – Ritengo che in campionato non vinca chi esprime il gioco migliore, ma la squadra migliore in assoluto. Basti pensare a quello che abbiamo fatto noi che a ottobre eravamo 13esimi e, alla fine, siamo arrivati primi".

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