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Juventus, 5 moduli di gioco per un’incompiuta in Europa

Forte in Italia, non altrettanto in Europa. Il pareggio e la prestazione contro il Lione confermano le parole di Buffon: “Per vincere in Europa serve altro”. E questo ‘altro’ i bianconeri non lo hanno ancora.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Cinque moduli per un'incompiuta in Champions League. E' la fotografia della sfida contro i francesi che ha restituito alla Champions una Juventus ancora incapace di avere la giusta personalità per congelare anche le sfide di Coppa e archiviare la qualificazione in anticipo. Uomini intercambiabili fra di loro, polivalenti e capaci di svariare praticamente in qualunque zona del campo. Che si parta con il 3-5-2, il 4-3-3 o il 4-3-1-2 (adottato nell’1-1 contro il Lione), la Juventus riesce sempre a rimescolare le carte con rapidi cambi di modulo. Un pregio, la duttilità, che al di fuori dei confini patrii almeno finora non ha prodotto i risultati sperati.

La squadra di Allegri non ha mai convinto davvero. "Per vincere in Europa serve altro", aveva ammesso Buffon a margine della gara sofferta contro il Napoli che allo JStadium affrontò alla pari l'avversario ma pagò dazio solo per qualche errore commesso in difesa. Le parole del capitano suonano profetiche rispetto a quanto visto contro i transalpini.

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Nella sfida contro il Lione, i bianconeri sono partiti con Barzagli e Bonucci centrali difensivi e Dani Alves ed Evra, rispettivamente esterno destro ed esterno sinistro basso di difesa, Marchisio regista di centrocampo, affiancato da Khedira e Sturaro come mezzali, con Pjanic trequartista, alle spalle della coppia d’attacco composta da Mandzukic ed Higuain.

Il 4-3-1-2 di partenza contro il Lione

Allegri, temendo le avanzate offensive a destra di Ghezzal, ha pensato bene di coprirsi con l’equilibrio difensivo di Evra nel ruolo di terzino sinistro, capace però di passare come terzo centrale, insieme a Barzagli e Bonucci, per coprire le avanzate esterne a destra di Dani Alves. Una sorta di 3-5-2 mascherato, visto più volte nel primo tempo contro i transalpini, che in questo caso, porta al sacrificio di uno fra Sturaro o Pjanic a scalare sull’out sinistro (al 68’ infatti, il bosniaco, fuori ruolo, è stato sostituito da un esterno puro come Alex Sandro).

Il 3-5-2 che ha fatto la fortuna di Conte e di Allegri

Il modulo che fa completo affidamento alla difesa rappresentata da Bonucci, Barzagli e Chiellini, con Dani Alves, Lichtsteiner, Alex Sandro o Evra come esterni. Un modulo che si trasforma in un 4-4-2 a seconda della pericolosità degli uomini di fascia avversari, con l’arretramento di uno degli esterni offensivi (solitamente, in campionato, Lichsteiner a destra ed Evra a sinistra) che aiutano i tre centrali di partenza, costringendo poi uno fra Barzagli e Chiellini a giocare come terzino.

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4-4-2, il sistema di gioco più equilibrato

Solitamente, a gara in corso, Allegri cerca un equilibrio semplicemente provando a cambiare gli interpreti in campo. Spesso proprio per gestire al meglio, con il giro palla, un risultato già acquisito. Contro il Lione, ad un certo punto si è visto questo sistema di gioco, soprattutto dopo il pressing e il gioco intrapreso dalla squadra di Bruno Genesio che ha costretto la Juventus ad arretrare e gestire il risultato provando a non lasciare spazi agli avversari. E anche in questo caso è stato Pjanic ad avere un ruolo intercambiabile per avviare questo ennesimo modulo.

Il 4-3-3 per congelare il match

Sostituendo Pjanic e Higuain con Alex Sandro e Cuadrado, Allegri ha capito la pericolosità dei francesi, contando su un altro modulo, il 4-3-3 che, in fase offensiva, con il colombiano e l’ex Porto ad accompagnare Mandzukic nella manovra, garantiva pericolosità, velocità e freschezza.

pjanic SI

4-5-1 e pareggio del Lione

L’ultimo modulo, che in teoria avrebbe dovuto garantire una sorta di elasticità fra la fase offensiva e quella difensiva è il 4-5-1. Con l’ingresso di Cuadrado e Alex Sandro infatti, ha dato modo ai bianconeri di rifiatare in fase offensiva con la spinta dei due, ma avrebbe dovuto anche contenere gli attacchi del Lione che non si è fatto però sorprendere da due giocatori capaci di arretrare sulla linea dei difensori, senza intaccare l’equilibrio dei tre di centrocampo.

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