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Juve, Napoli, Roma, Inter, Milan: pregi e difetti delle protagoniste della Serie A

Nel segno di Dybala, Higuain e Totti. Le prime tre della classe hanno (ri)trovato tre leader indiscussi capaci di trascinarle durante la stagione. Bilancio positivo grazie a scelte di mercato vincenti per i bianconeri, l’intuizione di De Laurentiis su Sarri e la voglia di rivincita del capitano giallorosso. Ma servono nuovi campioni per competere in Europa. Mentre le due milanesi resteranno ancora a guardare.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il campionato è finito dettando i verdetti a margine degli anticipi che hanno visto in campo tutte le squadre della parte alta del tabellone: Juventus campione d'Italia, Napoli in Champions diretta, Roma ai preliminari. Milanesi ancora deludenti con l'Inter in Europa League e il Milan fuori dall'Europa, con la sorpresa Sassuolo in sesta posizione. Tutti dati che sono stati determinati anche dalle scelte di mercato dei cosiddetti top-club nostrani. Chi ha indovinato le mosse è stato ripagato dai risultati, chi ha azzardato o cambiato in corsa è stato punito inesorabilmente.

Fatto sta che adesso bisognerà comunque ricorrere ai ripari per permettersi di non fare semplicemente le comparse in Europa dove il gap con le grandi è decisamente ancora enorme. Anche la Juve, dominatrice in Italia, fa la parte di Davide in Champions: la finale col Barcellona è stata vanificata dall'eliminazione con il Bayern e per i bianconeri è arrivato il momento di cementare il rapporto con i propri campioni e cercarne di nuovi.

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Juve, mercato da 10 e lode con Dybala

Le mosse vincenti – I bianconeri possono certamente applaudire alla scelta estiva di ingaggiare Paulo Dybala, volto e nome nuovo che ha sorpreso tutti, andando a segno al debutto nella Juve ancor più di quanto non fece Tevez al suo primo anno. Un colpo da dieci e lode che ha determinato la stagione juventina grazie anche alla sapiente scelta di Allegri di gestirne la crescita e affidargli cammin facendo le chiavi dell'attacco. Insieme all'argentino, un ottimo colpo è stato anche prendere l'esperto Mandzukic abile appena ha potuto (e gli ha permesso il fisico) di ritagliarsi uno spazio da titolare in avanti. Ottima anche l'opzione Khedira, una volta ristabilitosi dagli infortuni, il tedesco ha ridato solidità al centrocampo

La scheda di Paulo Dybala (Transfermarkt)
La scheda di Paulo Dybala (Transfermarkt)

La differenza – La differenza l'ha fatta anche la scelta sulle fasce: vincenti gli inserimenti di Alex Sandro e Cuadrado (anche quest'ultimo è solo in prestito), così come aver ripuntato in difesa ad occhi chiusi sui ‘soliti noti' recuperando Andrea Barzagli, il valore aggiunto di un reparto che ha visto anche l'ennesimo record di capitan Buffon.

Le delusioni – Le note dolenti? I tanti infortuni e una panchina non lunghissima su cui dover lavorare il prossimo mercato. Marotta ha avuto il benestare da parte della società di provare a trattenere tutti, Pogba in primis e andare alla caccia di nuovi talenti a lungo termine per una scommessa che deve rinnovarsi sin da subito.

Il mercato che verrà – Tutto verte attorno a Morata e alla ‘recompra' madridista. La Juventus potrebbe privarsi del suo attaccante, anche a fronte dei 35 milioni e oltre che devono arrivare dalla Spagna, cercando il sostituto in Europa. Piacciono diversi profili, mentre è da verificare anche il futuro di Zaza che non ha convinto soprattutto per il difficile adattamento ad un ruolo di second'ordine.

 

Napoli, Higuain da all-in ma serve qualità

Le mosse vincenti – La prima, assoluta e determinante, è stata quella del presidente De Laurentiis di aver puntato su un nuovo progetto chiudendo immediatamente con il passato targato Benitez: Maurizio Sarri. E' stato lui la chiave di volta della stagione partenopea, con un debutto in cui ha sfiorato la storia. Grazie alla sua filosofia ha rianimato Higuain, ha ridato fiducia a giocatori chiave come Insigne, Koulibalì, Albiol, Callejon. Senza proclami, senza nascondersi e senza mai sconfessare la propria idea di calcio. Un punto concreto da cui ripartire, anche grazie alla Champions diretta conquistata su una Roma mai doma.

La differenza – Ovviamente ha un nome e un cognome. E 36 gol all'attivo. S chiama Gonzalo Higuain, il Pipita d'oro di Napoli. E' stato lui a trascinare gli azzurri laddove sono arrivati, conferendo al gruppo la consapevolezza di poter competere su altissimi livelli e con costanza. Grazie all'argentino sono cresciuti in autostima anche i compagni di reparto come Mertens, Insigne, Callejon: tutti consapevoli di essersi ritagliati ognuno un ruolo ben preciso all'interno della squadra. Così come in difesa dove i due centrali Albiol-Koulibalì sono stati spesso tra i migliori in campo, deludendo davvero pochissimo.

La scheda di Gonzalo Higuain (Transfermarkt)
La scheda di Gonzalo Higuain (Transfermarkt)

Le delusioni – Più che nella rosa, sono arrivate nella gestione delle situazioni. Sbandamenti che hanno condizionato l'andamento in classifica, soprattutto sulla scia delle polemiche che hanno coinvolto i partenopei (Sarri/Mancini o la squalifica di Higuain) destabilizzandone la concentrazione. In tutto ciò chi non ha brillato è stato l'ex prodigio Valdifiori, l'anno scorso centrocampista rivelazione e quest'anno relegato in panchina senza possibilità di uscirne.

Il mercato che verrà – Trattenere Higuain. Solo questo basterebbe a dare al Napoli la sicurezza di poter essere competitivo a grandi livelli. Ampliare la rosa, sempre e comunque andando a cercare in difesa giocatori che possano fare la differenza. Anche trattenere Gabbiadini sarebbe un colpo importante: l'ex Samp arrivato a gennaio si è ritagliato spazi importanti quando glielo hanno permesso senza mai deludere. Se comprende l'importanza di un ruolo da dodicesimo uomo, per Sarri sarebbe certamente la soluzione finale.

 

Roma, il segreto del mercato di gennaio

Le mosse vincenti – Molte sul mercato estivo ed invernale. Da Digne a Salah, da El Shaarawy a Perotti. Senza dimenticare la decisione sofferta di abbandonare Garcia per appoggiarsi su Luciano Spalletti il tecnico che ha permesso la svolta in classifica e nella mentalità. Un gruppo solido ma che si era perso con l'allenatore francese si è ritrovato a suon di vittorie nell'ultima parte di stagione, cullando anche il secondo posto, perso solamente a 45 minuti dalla fine del campionato.

La differenza – Francesco Totti. Forse è riduttivo riassumere la stagione giallorossa nelle ultime 4-5 gare in cui il ‘dieci' del capitano è stato determinante alla conquista prima del terzo posto matematico e poi per tenere sulle spine fino all'ultimo il Napoli. Ma è così: il capitano è riuscito a risorgere dalle proprie ceneri come l'Araba Fenice grazie a gol e assist che hanno prodotto punti importantissimi nel momento cruciale del campionato. Insieme a lui, applausi per aver insistito anche per Salah, l'egiziano che aveva aperto un contenzioso con la Fiorentina ma che si è dimostrato perfetto per il gioco espresso dalla squadra.

La scheda di Francesco Totti (Transfermarkt)
La scheda di Francesco Totti (Transfermarkt)

Le delusioni – Una su tutte si chiama Edin Dzeko. Voluto in estate a tutti i costi per avere una punta centrale vecchio stampo per scardinare difese e andare a segno, il bosniaco ex City si è rivelato un autentico fiasco. Ha sbagliato gol incredibili, ne ha segnati pochissimi ma soprattutto non ha mai garantito (prima con Garcia, poi con Spalletti) fiducia e qualità. Insieme a lui, Iturbe, spedito a gennaio in Inghilterra e prossimamente girato in Spagna, forse al Malaga. Due note stridenti in un gruppo altrimenti perfetto.

Il mercato che verrà – Totti rinnova, Dzeko partirà, Pjanic e Nainggolan forse. Troppi punti interrogativi ma per Sabatini il volere di Pallotta è sacro: se il presidente deciderà che si deve far cassa, alcuni giocatori sono già con la valigia pronta. Tra questi, il francese Digne che potrebbe non venire riscattato e a centrocampo gli addi a De Rossi (verso la MLS), e a Nainggolan e Pjanic tra i più contesi d'Europa. Nomi ‘pesanti', che fanno la differenza in bene o in male. Se la Roma riuscirà a trattenerli, l'attuale terzo posto potrebbe diventare solamente un ricordo.

 

Fiorentina, Inter e Milan scomparse alla distanza

Le mosse vincenti – Non ce ne sono state. Solo se si cerca attentamente il bicchiere è mezzo pieno ma serve essere garantisti. Tra i nerazzurri l'aver ripuntato su Icardi e aver preso in difesa due centrali esperti come Murillo e (soprattutto) Miranda. Tra i rossoneri da salvare c'è la giovane stella di Donnarumma e le qualità da goleador di Bacca, cannoniere della squadra alla sua prima esperienza in Serie A. Per il resto, notte fonda. Qualche schiarita a Firenze c'è stata, come la scelta di Paulo Sousa che ha ridato un progetto ad una città spesso delusa e illusa: il portoghese ha avuto il merito di far sognare per qualche mese i viola in cima alla classifica prima che la ‘bolla' scoppiasse.

La differenza – Nessuno o nulla è riuscito a farla. Il Milan ha chiuso ancor peggio di quanto avesse iniziato, con un nuovo allenatore e vecchi problemi. L'Inter ha spinto sulla scommessa Mancini che ha dato tranquillità ad inizio campionato perdendo poi la bussola ai primi cenni di tempesta. A Firenze Kalinic aveva illuso di essere il nuovo Batistuta: finché è durato la Viola ha retto, poi la discesa verso il solito anonimato da metà campionato in poi.

Le delusioni – Moltissime, troppe. Giocatori sbagliati al mercato (Telles, Felipe Melo, Ljajic, Kondogbia, Bertolacci, Balotelli, Luiz Adriano) che dovevano essere i nuovi messia del calcio milanese e che si sono trasformati ben presto in presenze inutili, a volte deleterie alla causa rossonerazzurra. Che si è conclusa senza lieto fine: l'Inter in Europa League, il Milan fuori dall'Europa. Entrambe con i conti in rosso e poche idee credibili. Per la Fiorentina, il solito atavico problema di fondo: nessuna scelta di mercatro capace di fare realmente la differenza. Sousa ha lavorato benissimo su ciò che aveva a disposizione, tutto sommato materiale modesto cui ha dato lucentezza in un avvio a cento all'ora.

La scheda di Carlos Bacca (Transfermarkt)
La scheda di Carlos Bacca (Transfermarkt)

Il mercato che verrà – Dovrebbe essere un mercato all'insegna degli acquisti e della rifondazione. Ma se da un lato c'è Mancini che deve dimostrare di saper acquistare giocatori utili alla causa e non solo chi ha già allenato in passato vicini al quale trovare sicurezza, dall'altro la situazione è ancora più complicata. Via Mihajlovic è arrivato Brocchi che già lascerà a fine stagione visti i pessimi risultati conseguiti. Dovrà essere un mercato intelligente: l'Inter nel rinforzare un centrocampo muscolare e con poco fosforo, il Milan nel trovare il partner perfetto per un Bacca che ha confermato di poter essere decisivo. Anche la Viola sarà da rifondare, il progetto si è fermato al girone d'andata, poi i soliti dubbi di una dirigenza che fatica ad osare fino in fondo.

 
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