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Juventus Champions League 2018-2019

Juve, a che serve CR7 se giochi come una provinciale in difficoltà?

La Juventus regge per un tempo, ma gioca troppo bassa e timorosa. Pjanic fa fatica, Bentancur e Matuidi non entrano in partita. Cristiano Ronaldo non può incidere, e Dybala dopo un incoraggiante primo tempo galleggia in zone di campo eccessivamente innocue. Il calcio verticale del Cholo Simeone si esalta.
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Centrocampo basso, possesso lento. La Juve al Wanda Metropolitano si copre, rallenta ma non accelera. Allegri chiede a Dybala di accorciare fra le linee, ma Cristiano Ronaldo corre a vuoto. Pjanic fatica a far uscire il pallone dalla difesa, Matuidi e Bentancur son più preoccupati di coprire, e Ronaldo davanti aspetta senza essere messo nelle condizioni di fare quello per cui è a Torino: diventare il valore aggiunto nella corsa al sogno Champions League. Due calci piazzati, due coperture insicure, portano al 2-0. E' il risultato di una partita in cui la quantità di possesso non è diventata qualità e non si è tradotta in grandi occssioni create.

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Dybala fra le linee, CR7 non si vede

Ronaldo, che squilla subito su punizione, non incide. Il possesso è spesso lento, i ribaltamenti restano piuttosto occasionali. Interessante però alla metà del primo tempo l'intuizione di CR7 che viene a ricevere tra le linee e di prima orienta l'azione verso Alex Sandro e libera il corridoio in area per Mandzukic: il colpo di testa è alto, ma lo sviluppo dell'azione traccia una via possibile per i bianconeri. Perché a cavallo dell'area, sui movimenti fuori linea, una squadra che si schiera con il 4-4-2 difficilmente stacca uno dei due mediani a schermo davanti alla difesa.

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Ronaldo, che completa cinque dribbling su sei nel primo tempo, produce tre dei sei tiri della Juventus nel primo tempo. E si integra bene con Dybala cui Allegri chiede di cucire il gioco, di attestarsi un po' più indietro in quelle zone meno facilmente difendibili per il centrocampo dei Colchoneros.

Ma senza la velocità nella fase di verticalizzazione, se Matuidi e Bentancur non appoggiano e si abbassano, anche la presenza di CR7 diventa praticamente nulla.

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Dybala non è un fattore nel secondo tempo, si rifugia in un'area sul centro-destra in cui però fatica ad essere al centro del gioco nonostante gli 11 passaggi nella trequarti offensiva di Pjanic. Allegri lo sostituisce con Bernardeschi, che nel finale, ancora su un calcio da fermo, produce la migliore occasione della partita per la Juve.

La difesa della Juve

Tutti i cinque giocatori che effettuano più passaggi nella partita sono bianconeri. A parte Pjanic, c'è tutto il quartetto difensivo. Anche le principali combinazioni negli appoggi coinvolgono soprattutto i difensori, segno che l'uscita bassa del pallone non è supportata da una transizione efficace e sufficientemente rapida.

L'osservato speciale, il titolare a sorpresa, è De Sciglio. Dal suo lato l'Atletico orchestra la prima azione avvolgente della partita. Merito di Filipe Luis, che consente a Koke di sviluppare intuizione e pensiero anarchico verso l'area, di Griezmann che si porta dietro in marcatura Bonucci, di Koke che appena la Juve si abbassa gode di maggiori libertà a destra.

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La difesa bianconera, con Mandzukic in appoggio sistematico sui calci da fermo, cerca De Sciglio con continuità nel tentativo di allargare il centrocampo avversarii. Nove volte l'ex Milan riceve da Pjanic nel primo tempo, nella più frequente combinazione di passaggi della partita. Otto volte De Sciglio appoggia per Bonucci, in sette occasioni verticalizza per Dybala.

All'inizio della ripresa, è fenomenale Chiellini che, insieme a Szczesny, salva dopo il pallonetto di Griezmann sulla traversa. Tampona così anche un precedente errore di piazzamento su Diego Costa, contro un Atletico che dopo il primo tempo cerca la verticalizzazione con più rapidità. E la partita cambia.

La partita di De Sciglio

La Juventus che sceglie Dybala davanti tiene un terzino più di copertura perché da quel lato si può sfogare la manovra dell'Atletico, che insiste sulla densità nel corridoio centrale e gioca senza esterni di ruolo a centrocampo, con i movimenti fuori linea di Griezmann e gli inserimenti di Koke.  Nelle transizioni positive, nelle fasi in cui la Juventus recupera il pallone, soprattutto se in zona bassa, è spesso interesante il primo movimento di Bonucci che si sposta per offrire una soluzione d'uscita. E' lui il secondo a effettuare più passaggi nel primo tempo, 28, uno in può di Chiellini, quattro più di De Sciglio, sette in più del più coinvolto tra i Colchoneros, Rodri

Sul primo episodio contestato, trattenuta lieve e rigore poi trasformato in punizione dal limite, è De Sciglio che soffre perché stringe la linea in transizione e si trova scoperto quando il centravanti gli parte sull'esterno in velocità. E' proprio in quella zona che i bianconeri possono rischiare di più, negli spazi di mezzo sui due fronti.

Posizione e passaggi di De Sciglio nel primo tempo. Riceve 9 volte da Pjanic: è la combinazione più frequente in assoluto all'intervallo. A fine partita saranno 16 i passaggi effettuati verso Dybala
Posizione e passaggi di De Sciglio nel primo tempo. Riceve 9 volte da Pjanic: è la combinazione più frequente in assoluto all'intervallo. A fine partita saranno 16 i passaggi effettuati verso Dybala

Meno cercato in avvio dell'azione via via che la manovra bianconera si fa macchinosa, De Sciglio appoggia 16 volte per Bonucci e 15 per Dybala. Subito il gol di Gimenez, Allegri tardivamente chiama Cancelo ma la situazione è ormai disperata

Come si muove Diego Costa

Simeone sceglie davanti Diego Costa, anche se la partita si stappa quando lui esce per Morata. In fase di non possesso, Costa arretra per andare a chiudere le linee di passaggio a Pjanic. Bravo Chiellini, nel primo break sul centro-sinistra del Piccolo Diavolo, ad anticipare il movimento di Diego Costa, l'unico possibile peraltro verso il secondo palo. Protesta e innervosisce, Costa, che si prende un'ammonizione ingenua sulla punizione di CR7 in avvio e subito dopo ne chiede una per fallo plateale di Alex Sandro che ripiega per chiudere su un break pericoloso. Il brasiliano naturalizzato spagnolo completa più passaggi di tutti nella trequarti avversaria nel primo tempo, 10, il doppio del migliore dei bianconeri, Pjanic.

Interessante quanto nel primo tempo Diego Costa contribuisca a svuotare l'area per Griezmann
Interessante quanto nel primo tempo Diego Costa contribuisca a svuotare l'area per Griezmann

Non è al meglio Costa, che nel primo tempo ha svuotato l'area per Griezmann e allo scoccare della prima ora di gioco esce per Morata con un tiro all'attivo e dieci passaggi nella trequarti offensiva.

Il centrocampo dell'Atletico

Il centrocampo dell'Atletico è più aggressivo. I Colchoneros, che completano 13 contrasti a 4, beneficiano dei due tackle di Koke, Juanfran e Godin, dei tre anticipi di Filipe Luis, degli otto disimpegni di Gimenez. Una fase difensiva complessivamente più efficace

Simeone chiede a Koke di cercare più il corridoio interno per facilitare la sovrapposizione da dietro di Filipe Luis. Fondamentali, nello schieramento della Juve, Bentancur e Matuidi, le mezzali che vanno a fronteggiare Niguez e Koke, due jolly che non danno punti di riferimento con e senza palla. Con questa struttura che preferisce l'accentramento all'accerchiamento dalle fasce, la teorica superiorità numerica del 4-3-3 bianconero contro il 4-4-2 dei Colchoneros perde consistenza. In questa multiforme battaglia di corsa e geometria, chi si perde in avvio è Pjanic che fatica a fare la differenza nel portare il pallone davanti. Un'operazione non semplice anche per i ripiegamenti di Koke, che all'intervallo ha vinto due contrasti su due: così l'Atletico crea uno schermo che rende meno agevole verticalizzare per Ronaldo in assenza di un'adeguata velocità di esecuzione.

Koke, che offre un gioiello a Griezmann al 51′ nell'occasione del pallonetto frenato dallo splendido intervento del portiere bianconero, prova a prendersi la scena nel secondo tempo.

Nel primo tempo Niguez si vede meno, chiara però l'intenzione sua e di Koke di togliere punti di riferimento
Nel primo tempo Niguez si vede meno, chiara però l'intenzione sua e di Koke di togliere punti di riferimento

Koke è il vero padrone del centrocampo Colchonero, e nel secondo tempo lo dimostra. Effettua 14 passaggi, di cui otto nella trequarti offensiva, e 22 ne riceve in una porzione di campo peraltro decisamente vasta. Crea due occasioni, non cerca mai l'appoggio indietro né il cambio di gioco, ma esalta lo stile di Simeone.

Il centrocampo della Juve

Allegri si sgola da subito per evitare che Matuidi e Bentancur vadano a schiacciarsi sulla difesa, che vadano dunque a premere più alti sull'ala di riferimento. Ma non riuscirà a passare dalle parole ai fatti. Con Pjanic febbricitante fino a ieri, che comunque direziona 35 passaggi nel primo tempo, i due hanno un compito complesso ma faticano a entrare in partita nella prima mezz'ora.

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Quel che manca alla Juventus nel primo tempo, per ottimizzare il 60% di possesso palla, è una presenza più stabile nell'ultimo terzo di campo, in cui invece completa la metà dei passaggi dei padroni di casa. Nonostante due occasioni create in più, non è un caso se i quattro difensori all'intervallo siano tra i primi 5 giocatori per passaggi andati a buon fine.

Entra Lemar, affonda la Juventus

Ma la sostituzione che trasforma lo scenario è l'ingresso di Lemar per Thomas. Niguez riprende il suo ruolo naturale di mezzala e l'Atletico guadagna un esterno vero a centrocampo.

Entra anche Correa, Simeone prova a vincerla la partita. Trema la Juve sul gol dell'ex di Morata, annullato dal VAR per spinta di Chiellini. Ma è un segnale che la Juve non coglie. L'insicurezza si traduce nell'ingolfamento del centro dell'area in occasione del gol di Gimenez.

Mandzukic è sfortunato in occasione anche del secondo gol, il suo tocco involontario diventa un assist per Godin su un'altra punizione in cui la Juve si preoccupa troppo di proteggere il centro ma lascia eccessiva libertà sulle seconde palle. E una Juve chiusa e timorosa, finisce per arrendersi alla maggiore grinta degli spagnoli. Così però si perde anche una stella come CR7.

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