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Italia, Zanetti risponde a Mancini: “Troppi stranieri? Gioca chi è più bravo”

Il vicepresidente nerazzurro, dopo la sfuriata del commissario tecnico italiano, ha voluto dare la sua personale opinione: “Occorre fare un lavoro che possa far crescere i giovani italiani e Mancini è certo la persona adatta per questo percorso. Ma in campionato, indipendentemente dalla nazionalità, penso che debba essere premiato il talento”.
A cura di Alberto Pucci
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Seduto a pochi metri da Javier Zanetti, Roberto Mancini ha visto dal vivo la partita dell'Inter a Bologna. Una sfida nella quale Spalletti ha mandato in campo inizialmente soltanto tre giocatori italiani (D'Ambrosio, Gagliardini e Politano). Punto sull'orgoglio nazionale, e dopo aver dimenticato i molti stranieri che ha utilizzato proprio quando era a Milano, il commissario tecnico azzurro si è lamentato chiedendo a gran voce un maggior utilizzo di calciatori del nostro paese.

"Mai come adesso giocano pochi calciatori italiani, è il momento più basso – ha tuonato il "Mancio" in conferenza stampa – Dobbiamo quindi inventarci qualcosa: tra Under 19, 20 e 21 abbiamo giovani di qualità però devono poter giocare come accade all’estero. Serve più coraggio". Un'accusa bella e buona nei confronti dei club, che ha generato la reazione dell'ex capitano dell'Inter.

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L'opinione di Zanetti

"Dopo la mancata qualificazione al Mondiale occorre fare un lavoro che possa far crescere i giovani italiani – ha spiegato il vice presidente nerazzurro alla "Gazzetta dello Sport" – Mancini è certo la persona adatta per questo percorso. Ma in campionato, indipendentemente dalla nazionalità, penso che debba essere premiato il talento, in sostanza gioca chi è più bravo. L'Italia ha bisogno dei migliori giocatori giovani. Serve però trovare il giusto mix".

"Ovviamente siamo tutti contenti se ci sono più giocatori italiani bravi che scendono in campo – ha concluso Zanetti – anche perché questo valorizza il settore giovanile dei club e tutto quello che c'è dietro. L'Argentina? Dopo il Mondiale occorre adesso avere un progetto a lungo termine e puntare sui giovani che rappresentano il futuro della nostra nazionale. In Argentina la situazione dei talenti è diversa da quella dell'Italia, ma negli ultimi quattro anni la abbiamo cambiato quattro c.t. ed era quasi scritto che il Mondiale finisse come poi è finito".

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