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Ha ragione Mancini, i calciatori italiani hanno poco spazio. Dati alla mano, club e Figc se ne fregano

Il ct della Nazionale, Roberto Mancini (come Ventura, Conte e Prandelli prima di lui), chiede maggiore spazio per i talenti italiani che sono schiacciati dalla presenza dei calciatori stranieri. Da un anno all’altro, infatti, la Serie A è tornata terra fertile per i talenti esteri col 57.6% dei suoi giocatori provenienti da Paese diversi dall’Italia. In Serie A il Napoli è la squadra che impiega meno italiani (9.2%), in Champions nessun club gioca con più di 5 connazionali nell’undici titolare.
A cura di Salvatore Parente
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Cambiano i ct ma, almeno per l’Italia, l’allarme che puntualmente si trasforma in accorato appello, è sempre lo stesso: “Fate giocare i calciatori italiani”. È quello che, in buona sostanza, ha dichiarato alla stampa il selezionatore azzurro Mancini nel corso della sua prima conferenza in vista degli impegni della Nations League confermando l’emergenza, dal punto di vista dell’impiego dei nostri connazionali in Serie A, che sembra persistere e resistere alle proposte di riforma ed ai talenti che sbocciano nel nostro calcio. Il gusto per l’esotico, insomma, per presidenti, dirigenti, allenatori e procuratori sportivi del Bel Paese resta alto. E i dati, sia pure in linea con quanto accade negli altri grandi campionati d’Europa, non sembrano smentire il Mancio con tanti, troppi stranieri utilizzati in luogo dei nostri giovani talenti per un movimento, malgrado la disfatta di Solna, ancora fermo a modi di intendere il gioco e la competitività patria superati.

In A il 57.6% dei calciatori è straniero, +4.6 rispetto a un anno fa

Non è un nuovo censimento generale ma solo una approfondita analisi sugli italiani che hanno composto i club di Serie A negli ultimi cinque anni. Ebbene, da questo mini report non giungono tante buone notizie con, senza andare troppo in là con gli anni, nell’ultimo lustro un campionato sempre più ‘barbaro’ rispetto alla sua matrice, alla sua chiara origine italiana. Certo, le percentuali dei calciatori non nostrani presenti sono in linea con quelli europei ma movimenti come quello tedesco, francese o spagnolo, nelle ultime annate, hanno ottenuto, con i club e con le nazionali, ben altri risultati in termini di trofei vinti. Eppure, solo pensando allo scorso anno, quando gli stranieri erano solo poco più della metà con il 53,2%, la strada intrapresa pareva essere quella giusta con una riduzione del 3,4% rispetto al campionato ancora precedente, quello 2016/17.

  • Stranieri in Serie A nelle ultime stagioni – 2018/19 57,6% – 2017/18 53,2% – 2016/17 56,6% – 2015/16 55,6% – 2014/15 54,61% – 2013/14 55,1%

E invece, il mercato estivo 2018, ha scombussolato tutto riportando l’Italia a quota 57,6% con la Serie A che, d’un tratto, è ridiventata, alle spalle della Premier col 67,9% di stranieri, la seconda lega per calciatori esteri nel panorama calcistico europeo. Con la logica conseguenza di ridurre sempre più lo spazio per i giovani, che pure nelle rispettive categorie, Under 20, 19 e 18, meritano e crescono bene, ed il bacino da cui ogni singolo Ct può poi attingere per la maglia azzurra.

Sos: nessun club di Champions gioca con più di 5 italiani nell’undici titolare

Uno scenario, quello descritto, che poi peggiora se si tiene conto della diffusione dei nostri calciatori nei 20 club del massimo campionato. Nel dettaglio, su un totale di 358 calciatori con almeno una presenza nei primi 270 minuti di campionato, 216 sono stranieri e solo 142 italiani. E sì perché se pensiamo al Napoli, con solo il 9,2% di calciatori italiani sin qui utilizzati, o a Inter (21,5%), Juventus (23,1%) e Roma (23,3%), le compagini cioè impegnate in Champions League e che quindi potrebbero allenare i nostri ai ritmi forsennati ed alle snervanti pressioni delle gare internazionali, alle sfide che contano, Solna e la delusione mondiale sembrano esser passate senza lasciare in eredità alcun messaggio, alcun insegnamento, senza cioè alcun retaggio tecnico, filosofico e di pensiero restituendo l’immagine di un immobilismo preoccupante.

  • Il caso del Napoli: solo il 9.2% dei giocatori impiegati è italiano
La percentuale di calciatori italiani impiegati dai club di Serie A (fonte transfermarkt)
La percentuale di calciatori italiani impiegati dai club di Serie A (fonte transfermarkt)

Cambiano i Ct, arrivano i commissari, si nominano nuovi presidenti di Lega ma il risultato è gattopardiano: tutto cambia affinché nulla poi cambi davvero. E poi capita pure che, come successo per Zaniolo, un Mancini convochi un ragazzo dalle grandi doti di 19 anni che non ha ancora assaggiato l’emozione dell’esordio in Serie A così come pure capita di affidarsi a elementi di compagini di seconda fascia, le uniche, dal Parma al Cagliari, dal Frosinone al Torino, a puntare sui giocatori tricolori, al momento, solo il 39,6% di quelli utilizzati dagli allenatori italiani.

Gli italiani giocano meno e segnano meno: 25 gol a 51

Infine, a testimonianza di questo iniziale andazzo, che difficilmente data la struttura delle squadre della nostra Serie A sembra poter variare, gli italiani giocano di meno, si sottopongono a meno gare probanti, quelle internazionali, e, pure, segnano meno con 25 gol segnati in questo avvio di campionato rispetto ai 51 a firma estera. Una firma argentina, polacca o croata che illumina le notti del nostro torneo ma che rabbuia le qualità dei nostri costretti ad un minutaggio inferiore con i 205 italiani impiegati a quota 22.032’ giocati contro i 26.768’ di Cristiano Ronaldo e compagni.

Il dato dei minuti giocati in Serie A dai calciatori italiani (fonte Transfermarkt)
Il dato dei minuti giocati in Serie A dai calciatori italiani (fonte Transfermarkt)
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