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Il “miracolo” Atalanta, la capolista virtuale della Serie A: 10 punti in 4 giornate

Senza la penalizzazione gli orobici sarebbero primi solitari in testa alla classifica. Un primato che nasce dal lavoro, dall’entusiasmo e da un progetto iniziato un anno fa.
A cura di Alessio Pediglieri
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Atalanta capolista

Gli ultimi 90 minuti hanno ridato all'Italia un po' di calcio di alto livello. Sono tornati – o meglio, sono arrivati – alla vittoria, il Milan campione in carica, l'Inter campione del Mondo e la Roma, alternativa della vigilia per il tricolore insieme a Napoli e Juventus. E' vero, quest'ultime due si sono leggermente involute ma i bianconeri non hanno ancora perso una gara dopo quattro incontri (aspetto non di poco conto, di questi tempi) e restano in vetta alla classifica e i partenopei hanno perso leggero terreno soltanto a causa di un turn-over pre-Champions. Una classifica molto corta e sincopata dove, di volta in volta, è possibile che accada di tutto. Anche se di tutto è già accaduto.

Carpe diem nerazzurro: finchè dura, è festa

L'avevamo detto: in una serie A ribaltata, le grandi fanno le piccole e le provinciali si godono la gloria di inizio stagione. Tra queste, una conferma che nessuno poteva aspettarsi in estate: l'Atalanta di Colantuono. Due i perchè principali: gli orobici sono una neopromossa che ha fatto benissimo in serie cadetta ma non hanno di certo una struttura globale per le alte vette della serie A; ad agosto è arrivata la mannaia del calcioscommesse con le squalifiche pesanti e una penalizzazione di meno 6 che avrebbe potuto condizionare oltremodo soprattutto l'inizio di stagione. Ed invece, l'effetto è stato il contrario: il ritorno in massima serie e l'handicap in classifica hanno fatto della ‘Dea', la squadra oggi più continua e convincente dell'intera serie A. ‘Virtualmente‘ l'Atalanta sarebbe infatti prima solitaria in campionato, con 10 punti in quattro incontri, zero sconfitte, tre vittorie e un pareggio, 7 gol fatti e 4 subiti. Come lei, oggi, in Italia non c'è nessuno. Di certo sarà un ‘fuoco fatuo‘ che durerà l'arco di una settimana ma è comunque un segnale. Per chi pensa negativo, proprio l'Atalanta capolista è l'esempio della mediocrità del nostro calcio, per i più positivi è semplicemente una splendida favola, per i realisti soltanto un momento no.

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Contro il Novara, il primato virtuale

Contro il Novara, c'era attesa per vedere se la squadra di Colantuono, azzerata la penalità, avesse ancora lo spirito e la voglia dimostrate nelle scorse giornate. La risposta è arrivata chiara e forte da Bergamo: un 2-1 al Novara che, al di là del risicato risultato, ha visto i nerazzurri dominare per larghi tratti. Ma c'è di più: reduci da tre successi di fila preceduti dal non affatto spregevole pareggio di Genova, al pronti via con Palermo, Lecce e, domenica scorsa, Novara che sono state messe sotto con pieno merito. Adesso tutti i riflettori saranno per i nerazzurri ‘di scorta' (quelli veri, quelli interisti arriveranno col tempo) e ciò potrebbe dare ancor più linfa alla creatura voluta dalla famiglia Percassi e da Stefano Colantuono. Il cammino attuale non è stato dei più proibitivi ma adesso si farà sul serio, cercando conferme: contro Roma, Udinese e Parma e fra un mese sapremo di più sul destino atalantino. Ma al momento ci si gode di questa gloria meritatissima e figlia non del caso.

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Cambiando si vince

Non è un caso, infatti se tutti i migliori uomini del momento siano ultimi acquisti estivi arrivati a Bergamo in vista di una nuova avventura in massima serie dopo aver dominato in serie B. Stefano Colantuono insieme a Pier Paolo Marino hanno strutturato un gruppo che – anche senza vere stelle – si presentava già ad agosto come un collettivo pronto per raggiungere il risultato minimo richiesto: la salvezza. C'è stato un cambiamento forte, avvallato dalla proprietà: salutati i vari Delvecchio, Dalla Bona,  Ceravolo, Talamonti, Ferri, Amoruso, Pellegrino, Barreto, Defendi,  Radovanovic, sono arrivati nuovi giocatori che stanno facendo la differenza. Alcuni nomi? Schelotto,  Caserta, Gabbiadini, Masiello, Moralez, Denis, Cigarini, Brighi. Insomma, se guardiamo i tabellini delle prime quattro gare, molti di loro sono stati protagonisti e trascinatori dell'Atalanta in diverse occasioni. Non è un caso se l'ex argentino del Napoli oggi sia il capocannoniere della squadra a quota tre reti o che gli altri due sudamericani appena arrivati abbiano avuto fino ad oggi prestazioni positivissime, come Moralez e Schelotto. Un ‘usato' sicuro, un mix al momento perfetto con giocatori già avvezzi alla serie A e ‘scartati' da altre società e nomi nuovi provenienti dall'estero e affamati di notorietà.

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Il progetto iniziato un anno fa

Il tutto, fondato su due elementi cardine. Il primo, sono le occasioni mancate delle avversarie. La Juventus pareggia contro il Catania, il Napoli impatta con la Fiorentina, cosí come l'Udinese, 0-0 a Cagliari: mezzi passi falsi che evidenziano ancor più quanto di positivo fatto fin qui dai Colantuono-boys. In second'ordine, l'altro elemento su cui si fonda il "miracolo" Atalanta è il progetto che nasce da lontano, più precisamente il 4 giugno 2010, quando la famiglia Percassi acquista il 70% della società dalla famiglia Ruggeri tornando proprietaria dell'Atalanta dopo 16 anni. Come allenatore viene subito scelto Stefano Colantuono che, dopo la mancata promozione in Serie A con il Torino della stagione precedente, tornava alla guida degli orobici dopo tre anni. Alla fine della stagione l'Atalanta centrerà l'obbiettivo societario, riuscendo sia a ritornare in serie A con tre giornate di anticipo che a vincere il campionato con 79 punti. Questa promozione, la tredicesima della storia societaria ha permesso all'Atalanta di stabilire il nuovo record di promozioni dalla serie cadetta al massimo campionato ed eguagliare il Genoa come numero di vittorie del campionato (sei). Da questi numeri è iniziata, dunque, l'avventura che oggi vede la squadra prima in classifica, più forte anche delle avversità che  porteranno in estate alla squalifica del capitano Cristiano Doni, coinvolto nel calcioscommesse, e alla penalizzazione di sei punti.

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