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Argentina, il malore di Messi: perché aveva la mano sulla fronte durante l’inno nazionale

In Brasile, durante la finale con la Germania, Lionel Messi attirò l’attenzione di tutti per il conato di vomito che lo assalì mentre era in campo. Contro la Croazia la scena s’è ripetuta ma questa volta la Pulce ha fatto discutere per un gesto compiuto durante gli inni nazionali: aveva il capo chino, la faccia sofferente e la mano appoggiata sulla fronte. Cosa gli è successo?
A cura di Maurizio De Santis
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Perché Lionel Messi aveva una mano in fronte, il capo chino e l'espressione del viso sofferente al momento dell'esecuzione degli inni nazionali? Cosa affliggeva la Pulce a pochissimi istanti dal fischio d'inizio della gara contro la Croazia? Stava male oppure era solo un tentativo di raccogliere le energie mentali? Ha rischiato di vomitare – come gli è capitato contro la Germania a Brasile 2014 – oppure era solo sopraffatto dalla tensione, dal nervosismo per un appuntamento caricato anche dalla pressione mediatica? Quell'immagine a cui in molti avevano dato poco peso, trascinati dall'enfasi della partita e della disfatta sudamericana, è tornata in auge all'indomani del tracollo dell'Albiceleste. Ma nessuno ancora è riuscito a dare una risposta.

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Quella arrivata dal campo, invece, è stata l'ennesima prova di debolezza offerta dal Pallone d'Oro del Barcellona che in nazionale non è più sé stesso, orfano soprattutto di una squadra e di una manovra corale nella quale riesce a esaltarsi per le proprie qualità. A differenza di Cristiano Ronaldo, il campione che si piazza al centro della scena e trascina il Portogallo, Messi è rimasto dietro le quinte per colpe proprie, per la trama tattica del copione, per gli interpreti scelti da Sampaoli. E adesso che l'Argentina rischia seriamente l'eliminazione si fa più dura.

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Una sconfitta pesante (3-0) che potrebbe aver messo la parola fine in anticipo sull'avventura in Coppa del Mondo. Che tonfo: una delle protagoniste della finalissima di Brasile 2014 rispedita a casa con un carico di polemiche e una severa lezione di calcio subita prima per opera del catenaccio dell'Islanda poi per la compattezza, le geometrie e la disciplina tattica dei balcanici. Spifferi che arrivano dallo spogliatoio raccontano del forte dissenso che serpeggia nei confronti del commissario tecnico. L'Afa (la Federazione argentina) medita il gesto clamoroso dell'esonero ma è frenata dalla cifra (circa 17 milioni di euro) che dovrebbe corrispondere all'allenatore in caso di licenziamento preventivo per fare posto a Burruchaga (amato dalla squadra). Un caos, un rompicapo che spacca le tempie… e chissà che non sia questa la causa dell'emicrania di Messi.

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