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Il calcio è cambiato ma Sarri non se n’è accorto

Al tecnico del Napoli “fa schifo” giocare alle 12.30, orario proficuo per la Lega Calcio e per le società (Napoli compreso) così da alimentare la diffusione sul mercato asiatico e la ricerca di nuovi capitali. Cosa significa? Che o mangia la minestra (lui come altri), accettando un calendario che deve incastrarsi con quello delle coppe europee e della Tim Cup, o sceglie di restare al Figline a vita.
A cura di Maurizio De Santis
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A Sarri "fa schifo" giocare domenica alle 12.30, orario molto più consono e proficuo alla Lega Calcio (e alle società, Napoli compreso) per la diffusione sul mercato asiatico e la ricerca di nuovi capitali al punto che allo studio c'è una rivoluzione in dieci fasce degli eventi agonistici.

Lo sa Sarri che i diritti televisivi della serie A appartengono al gruppo immobiliare Wanda, guidato da Wang Jianlin, il secondo uomo più ricco della Cina? Colui che – oltre a rilevare una quota dell'Atletico Madrid – due anni fa ha messo sul piatto 1 miliardo e 50 milioni di euro per acquistare Infront, detentore dei diritti tv per la Serie A e altri grandi eventi sportivi, dal private equity svizzero Bridgepoint.

Cosa significa? Che le nozze coi fichi secchi non piacciono a nessuno. Che Sky e Mediaset non sembrano scontente. Che il sistema è questo, giusto o sbagliato ma è questo. Che o mangia la minestra (lui come altri), accettando un calendario che deve incastrarsi con quello delle coppe europee e della Tim Cup, o sceglie di restare al Figline a vita. Che avere qualche soldo in più – in mancanza d'alternative – fa comodo a tutti e val bene giocare 3 o 4 volte all’ora di pranzo, con l'obiettivo nemmeno tanto recondito di riportare le famiglie allo stadio. Che finora il Napoli è sceso in campo 2 volte (come Juve, Roma, Lazio, Milan e Fiorentina) in quella fascia maledetta dal tecnico mentre c'è addirittura chi, come l'Atalanta, s'è sottoposta al sacrificio già 4 volte. Che se a Empoli prendi 2, quasi 3 gol – e rischi la beffa contro un avversario che ha segnato (17) meno di Mertens (20) – fai solo la figura del cane che abbaia alla luna e non s'accorge delle faine nel pollaio.

In Cina, i cui investitori hanno messo le mani su mezza Europa (e anche qualcosa in più), la pensano diversamente… e un domani nemmeno tanto lontano il tecnico azzurro potrebbe ritrovarseli anche come datori di lavoro, considerato che il suo presidente da tempo guarda a Oriente per drenare nuova linfa per le finanze del club. Anche allora dirà che gli "fa schifo" quel piatto in cui oggi mangia, soprattutto se avrà la fortuna di trovarsi alla guida di una squadra finalmente più competitiva? In fondo, non è poi così lontana Samarcanda.

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Da venticinque anni nel mondo dell’informazione. Ho iniziato alla vecchia maniera, partendo da zero, in redazioni che erano palestre di vita e di professione. Sono professionista dal 2002. L’esperienza mi ha portato dalla carta stampata fino all’editoria online, e in particolare a Fanpage.it che è sempre stato molto più di un giornale e per il quale lavoro da novembre 2012. È una porta verso una nuova dimensione del racconto giornalistico e della comunicazione: l’ho aperta e ci sono entrato riqualificandomi. Perché nella vita non si smette mai di imparare. Lo sport è la mia area di riferimento dal punto di vista professionale.
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