Higuain re a Napoli, un peso per Juve e Milan: la pessima gestione di un addio annunciato
Va da Sarri, Gonzalo Higuain. Dopo la Supercoppa, torna dal tecnico con cui è diventato un re a Napoli. Fuori dal San Paolo, alla Juventus e al Milan, è diventato un attaccante come gli altri, avanti e indietro come un pacco postale. Doveva essere l'uomo al centro del progetto del nuovo Milan targato Elliott, il protagonista dell'affaire del mercato dell'estate rossonera. Dopo sei mesi, il prestito diventa una zavorra, il Pipita un tempo oro di Napoli è un peso da scaricare, un ingaggio da risparmiare.
La surreale ultima giornata del Pipita rossonero
Quella che, almeno nella sostanza, resterà la sua ultima giornata da calciatore del Milan è la cronaca di una fine annunciata. Gattuso, a cui ancora girano come ai francesi quando passava Bartali, era rimasto l'unico a credere che la Supercoppa potesse davvero essere la partita del riscatto, il momento della svolta che avrebbe cancellato gli ultimi mesi. L'assenza nella foto di gruppo con il principe Abdulaziz bin Turki Al-Faisal per la febbre che non si saprà mai se sia stata solo un malanno diplomatico o no coincide (casualità?) con i primi rumors su un effettivo accordo fra la Juventus, proprietaria ancora del cartellino del giocatore, e il Chelsea.
- Prestito di sei mesi che possono diventare diciotto, ma dipenderà dai gol, dalle presenze e da una serie di altri parametri da rispettare.
Higuain incita i compagni via Instagram, sorride nel torello di riscaldamento e va in panchina. “Una mia scelta” dice Gattuso in conferenza stampa, e nient'altro potrebbe affermare. Gli lascia una ventina di minuti, in cui tocca pochi palloni e non ha mai lo spunto della punta, ma trova il tempo per litigare con Bonucci. Aspettarsi che fosse lui il salvatore di un Milan che comunque in campo se la gioca alla pari contro la Juventus e maschera i 22 punti di differenza in classifica in campionato, sarebbe stato oltre i confini dell'utopia.
Leonardo l'aveva di fatto scaricato
“Ha attraversato un momento un po' così, ora però deve interromperlo e pedalare” ha detto Leonardo con un tempismo quantomeno discutibile. L'ha detto a casa Milan, durante la presentazione di Paquetà che però viene immediatamente, inevitabilmente oscurata da quelle dichiarazioni, segno della delusione non proprio trattenuta dell'uomo che aveva voluto il Pipita a Milano e che per quell'operazione aveva ricevuto diversi e comprensibili elogi.
- Così, Leonardo smentisce la bontà della sua scelta iniziale e scarica il bomber che, secondo l'agente Fifa Andrea D'Amico intervenuto a Sportitalia, il Milan non avrebbe comunque riscattato a fine stagione per 36 milioni, come previsto dall'accordo con la Juve. Leonardo ha finito così per accelerare un divorzio che fa risparmiare al Milan nove milioni lordi, l'ingaggio del Pipita per la seconda parte della stagione, che sarà a carico del Chelsea.
Il peggior Higuain in Italia
Prima delle esternazioni di Leonardo, però, il Pipita era tornato a pedalare. Aveva segnato il gol della vittoria contro la Spal e il lungo abbraccio con Gattuso, che l'ha difeso sempre, fino all'ultimo, sembrava il nuovo inizio di una bella amicizia. Diventa, a posteriori, l'inizio del lungo addio. In questo finale, comunque, pesano anche le responsabilità di Higuain. Perché numeri alla mano, lo sottolineava Giovanni Capuano su Panorama, in questi primi sei mesi il Milan ha visto la peggior versione “italiana” del Pipita.
- Ha segnato 8 gol in 20 partite, 6 in quindici presenze in Serie A, quanto Ilicic all'Atalanta. Ha realizzato tre gol in meno di Francesco Caputo, la metà delle reti di Quagliarella. È il secondo giocatore più pagato della Serie A dopo Cristiano Ronaldo, costato 18 milioni per il prestito secco: in cifre, fanno 2,2 milioni per gol. Troppo per l'investimento che avrebbe dovuto portare il Milan di nuovo verso l'Europa che conta, per ragioni di conti prima e di prestigio poi.
Un gol ogni 216 minuti
Higuain finora ha segnato appena un gol ogni 216′. Mai era andato così male. Battuto anche il suo record negativo alla Juventus della scorsa stagione, quando viaggiava alla media di un gol ogni due partite.
- Nella prima metà del campionato, al Napoli, Higuain segnava una volta ogni 136 minuti nella stagione dell'esordio per poi abbassare la media a 127′ nell'anno della mancata qualificazione alla Champions League, e a 89 nella stagione che chiuderà con 36 reti in 35 partite superando il record di Nordahl (1949-50) nella serie A a girone unico. Il calo è evidente, anche in confronto alla sua prima stagione alla Juventus, che iniziò con un centro ogni 113′ fino alla sosta.
La via del risparmio non è detto che paghi
Però, è anche vero che chi prende Higuain sa di aver acquistato un centravanti umorale, non sempre continuo, che spesso gioca meglio nella seconda metà della stagione rispetto alla prima e comunque non ha mai segnato meno di sedici gol a campionato in Italia. Al Milan ha trovato un allenatore che l'ha difeso, una squadra che non sempre l'ha supportato e che anche lui non sembra aver del tutto capito. Il dialogo fra il Pipita e i compagni è stato a lungo macchinoso, faticoso, mai davvero naturale. Nonostante l'arrivo ormai praticamente certo di Piatek, e il presumibile maggior spazio per Cutrone che ha già tutti i quarti di nobiltà calcistica per essere un grande attaccante, la partenza di Higuain rimane un impoverimento tecnico per il Milan. Eppure la società ha forzato i tempi, le parole di Leonardo hanno accelerato un divorzio che si sarebbe potuto gestire anche dopo la Supercoppa, con il mercato di riparazione aperto fino alla fine di gennaio.
Invece, nonostante fosse la squadra ad aver più bisogno più di Higuain, e non il giocatore ad aver bisogno del Milan, ha società ha deciso di scommettere su un cambiamento tecnico e sul maggior risparmio economico possibile. Higuain torna da Sarri, che ottiene l'attaccante tanto richiesto visto lo scarso feeling tecnico con Morata. Il Milan resta con le solite domande e nessuna risposta, con una mediazione da cercare con l'Uefa per evitare le sanzioni in materia di fair play finanziario. E il quarto posto sembra sempre più lontano.