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Guardiola: “Non allenerò mai più il Barça. Yaya Toure? E’ un bugiardo”

Dopo le accuse del suo ex centrocampista, il tecnico catalano ha risposto in una lunga intervista concessa ad un’emittente spagnola: “Yaya Toure? Tutto quello che ha detto è falso. Sono sorpreso, siamo stati insieme da due anni e lo sta dicendo adesso. Tornare ad allenare il Barcellona? Ho già dato e per me è una parentesi chiusa”.
A cura di Alberto Pucci
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Sarà un'estate di riposo e studio quella che passerà Pep Guardiola, atteso come tutti suoi colleghi da un'abbuffata di partite mondiali. Il manager del Manchester City, che segue e coordina da lontano il calciomercato del club inglese, si è concesso per un'intervista nella quale ha chiarito la sua posizione in merito ad alcune voci circolate nelle ultime ore. L'allenatore catalano ha infatti sgombrato il campo da indiscrezioni clamorose e risposto per le rime ad un suo ex giocatore.

"Tornare ad allenare il Barcellona?  Ho già dato e per me è una parentesi chiusa anche perché non sono più lo stesso di prima – ha spiegato Guardiola ai microfoni di "TV3" – Da presidente? Io sono un tecnico, questo so fare, non si può fare bene in tutti i ruoli e quando chiuderò la mia carriera penso che giocherò a golf. Le parole di Yaya Toure? Tutto quello che ha detto è falso, sono bugie e lui lo sa. Sono sorpreso, siamo stati insieme da due anni e lo sta dicendo adesso".

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La chiamata della nazionale

Nonostante tutto, Guardiola ha avuto parole d'elogio per i suoi ex giocatori: "Ancora una volta il Barcellona è stato il migliore in campionato e non è facile chiudere con una sola sconfitta – ha continuato il catalano – Sono fuori da sei anni, ma rimango sempre incantato da questa squadra. Messi? È un giocatore unico, non si lamenta mai e fa parlare solo il campo".

Oltre a smentire un suo ipotetico ritorno al "Camp Nou", Pep Guardiola ha anche preso le distanze da un suo possibile incarico da commissario tecnico della Spagna: "Non succederà anche perché non mi è mai stata offerta la panchina – ha spiegato il tecnico – Non sono pentito di aver vestito la maglia della nazionale spagnola, io sono del Barcellona, ma ho allenato Bayern Monaco e Manchester City, per me prima di tutto viene la professionalità. I fischi all'inno spagnolo? Non mi sembrano giusti".

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