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Girona-Barcellona a Miami. Infantino ha detto no: “La Fifa ha negato l’autorizzazione”

Dopo la dura reazione dell’associazione calciatori spagnola e la lettera della Federazione, il presidente della Liga ha ricevuto anche il no deciso del numero uno della Fifa: “Abbiamo affrontato la questione e vogliamo sottolineare che le partite ufficiali di leghe nazionali dovrebbero essere giocate in casa”.
A cura di Alberto Pucci
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Il sogno del numero uno della Liga, Javier Tebas, e quello dei proprietari della Revelant è destinato a rimanere tale. Girona-Barcellona, sfida di campionato valida per la ventunesima giornata di campionato e in programma il 27 gennaio, non si giocherà a Miami. L'accordo per far disputare almeno una gara a stagione negli Stati Uniti, preso dalla Liga e dalla società statunitense, verrà probabilmente stracciato dopo le dure parole di Gianni Infantino.

Anche per il massimo organismo mondiale del calcio, l'idea di traslocare il calcio spagnolo negli Usa non è fattibile: "Ho fortemente intenzione di contrastare e negare l’autorizzazione per giocare Barcellona-Girona a Miami – ha dichiarato il presidente della Fifa, durante la riunione del Consiglio a Kigali, in Ruanda – Abbiamo affrontato la questione e vogliamo sottolineare che le partite ufficiali di leghe nazionali dovrebbero essere giocate in casa".

Javier Tebas
Javier Tebas

La guerra tra Tebas e l'associazione calciatori spagnola

Le parole dell'ex presidente dell'Uefa, sono arrivate dopo quelle dello stesso Tebas ("La partita verrà giocata in America al 90%. Scommetto 10mila dollari che sarà così. I due club vogliono giocare") e a pochi giorni dalla lettera altrettanto decisa della Rfef (la Federcalcio spagnola) indirizzata al numero uno della Liga. Nella missiva anche la Federazione ha infatti annunciato che non autorizzerà lo svolgimento del derby catalano in Florida.

Nello scorso agosto furono invece i giocatori a lamentarsi di questo surreale accordo, minacciando anche un clamoroso sciopero. L'associazione calciatori spagnola (l'AFE) lanciò il suo grido di protesta attraverso l'ex attaccante del Rayo Vallecano, David Aganzo: "Non possiamo essere merce di scambio per ottenere sempre più denaro – aveva spiegato il presidente dell'associazione – Lo sciopero? Non escludiamo nulla".

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