Giovane, risoluta, senza paura: le (poche) certezze da cui ripartire per la nuova Italia
Niente da fare. L’Italia di Gian Piero Ventura non riesce a strappare il pass per i Mondiali di Russia 2018. Nessun dubbio quindi sul fatto che il gruppo azzurro vada rifondato. Tanti i giocatori che, per questioni anagrafiche, sono giunti a fine ciclo e tanti altri che ancora non sembrano pronti (o non hanno l’esperienza) per diventare un punto fermo del nuovo corso della Nazionale. Andiamo quindi a vedere quali sono le uniche certezze sulle quali il ct che guiderà la Nazionale in futuro (Ventura o il suo successore) potrà fondare questa ‘nuova’ Italia.
Il centravanti: Andrea Belotti
Il centravanti non sembra essere un problema per il nuovo ct. Se pur ancora carente di esperienza, soprattutto a livello internazionale, la maglia azzurra numero 9 nei prossimi anni dovrebbe avere un unico proprietario, ossia Andrea Belotti. Il Gallo, classe 93’, ha già dimostrato di essere un attaccante moderno e completo e, in special modo, ha già fatto vedere che, se calato nel giusto sistema di gioco, può assicurare un rendimento elevato in fase realizzativa. E, abituandosi a giocare partite importanti, il quasi 24enne (lì compirà il 20 dicembre) potrebbe addirittura migliorare ulteriormente diventando decisivo con continuità anche nelle gare che contano.
Infatti il suo score attuale in Serie A recita 46 reti in 117 match giocati mentre in Nazionale sono 4 gol in 13 incontri, e l’unica lacuna da colmare è proprio il fatto che, a parte le gare in azzurro, non ha alcun tipo di esperienza nelle competizioni internazionali dato che né con il Palermo né con il Torino ha mai partecipato alle Coppe europee. Tenendo presente anche la possibilità di questo ulteriore arricchimento il ragazzo di Calcinate sarà sicuramente uno dei, a nostro avviso, 4 pilastri su cui dovrà fondarsi il nuovo ciclo dell’Italia.
Il leader tecnico: Lorenzo Insigne
Magari non sarà un calciatore duttile che si adatta a qualsiasi sistema di gioco ma la nuova Nazionale non può prescindere da Lorenzo Insigne, al momento il calciatore italiano di maggior talento. Il 26enne napoletano non solo è uno dei pochi, se non l’unico, calciatore del Bel Paese in grado di saltare l’uomo e creare superiorità numerica (abilità fondamentale soprattutto se si vuole provare ad imporre il proprio gioco) ma partita dopo partita con il Napoli di Maurizio Sarri sta anche acquisendo quella consapevolezza nei propri mezzi e quell’esperienza internazionale che sono le basi per diventare il leader tecnico di una compagine.
A ciò si aggiunge anche la continuità di rendimento che da un anno a questa parte il talento partenopeo sembra finalmente aver trovato. Non si può dunque non considerare come certezza su cui fondare il futuro della Nazionale un Insigne nel pieno della sua maturità calcistica, testimoniata dalla crescita esponenziale in termini di partecipazione alla fase realizzativa (nel Napoli la scorsa stagione ha partecipato in modo decisivo alla realizzazione di 32 reti, in questo primo scorcio di annata è già a quota 12 tra gol e assist).
Verratti, cosa vuoi fare da grande? Lode a Jorginho
Forse al momento in Nazionale soffre il non essere “un senatore” come lo è invece nel Paris Saint – Germain. Dati i pochissimi dubbi sulle sue qualità, uno dei motivi per i quali il rendimento di Marco Verratti nelle 24 apparizioni in maglia azzurra non ha del tutto convinto può essere ricercato proprio nel fatto che la presenza dei vari Buffon, Barzagli, Chiellini e De Rossi, non gli abbiano permesso di affermarsi come leader della selezione italiana (e per uno che ha bisogno di sentirsi al centro del progetto può diventare un grande problema). E come non prendere in considerazione un Jorginho in grande spolvero nella partita più difficile e dura del momento? Il centrocampista del Napoli ha disputato una prova perfetta sotto il profilo dell'intensità, della maturità e dell'esperienza tattica.
Con tutti i limiti, soprattutto caratteriali, che ancora ha (si pensi alle troppe ammonizioni che spesso prende ingenuamente) il pescarese classe ’92 sia per esperienza internazionale che per numero di gare importanti e di trofei vinti sembra essere l’uomo giusto attorno al quale fondare il nuovo gruppo, a patto ovviamente che si assuma le grandi responsabilità cercando di limare quei difetti (soprattutto la discontinuità nel corso di una stessa partita) che fino ad oggi non gli hanno ancora permesso di prendere in mano le redini del gioco e dello spogliatoio azzurro.
Il jolly tutto cuore: Alessandro Florenzi
Per creare un gruppo coeso e vincente c’è bisogno anche di coloro che fanno dell’applicazione e del sacrificio in nome della squadra una ragione di vita. Un calciatore che dia l’esempio ai compagni e che stimoli gli altri a mettere da parte gli obiettivi personali per raggiungere un fine comune. E chi meglio del romanista Alessandro Florenzi può assurgere a tale delicato compito nel nuovo corso azzurro?
Il jolly 26enne che può ricoprire praticamente quasi tutti i ruoli garantendo sempre il massimo impegno e un ottimo rendimento è quel calciatore che qualunque allenatore vorrebbe avere e che in uno spogliatoio può fare davvero la differenza. Se a ciò si aggiunge che non difetta né dal punto di vista tecnico che dal punto di vista della personalità viene quasi spontaneo eleggerlo come quarto “senatore” di quel nuovo corso che l’Italia, si voglia o no, sarà costretta ad intraprendere nel prossimo futuro.