Gianni Infantino: “Un figlio di immigrati italiani al comando della FIFA dà fastidio”
Il presidente della FIFA Gianni Infantino recentemente è finito nel mirino dopo le rivelazioni di ‘Football Leaks’ per dei suoi presunti alleggerimenti di sanzioni per il Fair Play finanziario ad alcuni club europei, quando era segretario della Uefa, oggi il numero uno del calcio mondiale ha contrattaccato dicendo: “Io posso capire che è dura accettare che un figlio di immigrati italiani sia al mio posto, ma non c’è stato alcun illecito e tutto è stato fatto alla luce del sole”.
Durante una conference call con alcune testate giornalistiche mondiali, inclusa l’Ansa, Infantino ha spiegato qual è stato il comportamento da lui tenuto con il City e il PSG e ha detto chiaramente che non c’è stato alcun tipo di favoritismo:
Il nostro obiettivo era aiutare i club non distruggerli. Ho incontrato il Paris Saint Germain e il Manchester City perché era il mio lavoro cercare un accordo, un ‘settlement’, e poi passarlo al panel giudicante che prende le decisioni in modo indipendente. Comunque questi due club sono stati multati di una ventina di milioni. Tra i trenta club sono due non hanno trovato un accordo, uno è il Milan che ha vinto la causa al Tas. Per i club che sono stati esclusi è diverso, non pagavano gli stipendi, avevano debiti e sono cose più gravi. Quindi non c’è stato nessun favoritismo. Io ho operato sempre in modo trasparente.
Dopo aver parlato in termini entusiastici della VAR: “La VAR al Mondiale è stato un successo, non perfetta ma arriva fino al 95% di perfezione. L’Uefa con il tempo ci è arrivata, l’importante è giungere al traguardo”, il presidente della FIFA ha smentito seccamente le voci di aiuti a Canada, Messico e Stati Uniti che hanno ottenuto l’organizzazione del Mondiale 2026:
La FIFA non ha aiutato nessuno per l’assegnazione del Mondiale 2026. Ho parlato con Trump quando il campionato era stato già assegnato. Noi abbiamo iniziato un nuovo corso fatto di regole chiare e trasparenti, decise prima di sapere quali fossero i Paesi candidati. Siamo rimasti inflessibili dall’inizio alla fine.