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Genoa, Preziosi chiede lo scudetto del 1925: quello passato alla storia per le pistole

La pubblicazione del libro “La Stella negata al grande Genoa”, ha di fatto spinto il patron rossoblu a chiedere l’intervento della Federazione. L’obiettivo del club ligure è quello di dimostrare le irregolarità che all’epoca permisero al Bologna di battere il Genoa, giocarsi la finalissima e vincere il titolo. E anche la Lazio rivendica un titolo, quello a cavallo della Grande Guerra.
A cura di Alberto Pucci
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Mentre Juric è alle prese con la formazione da schierare in campo nel recupero di San Siro contro il Milan, il presidente Enrico Preziosi è pronto a combattere un'altra battaglia. Il patron rossoblu ha infatti deciso di inviare un fascicolo alla Federazione per chiedere l’assegnazione ex aequo dello scudetto del campionato 1924-1925, per il quale il Genoa non riuscì a qualificarsi per la finalissima dopo le cinque gare giocate contro il Bologna: partite rimaste nella storia per i fatti accaduti dentro e fuori dal terreno di gioco e raccontati nel libro “La Stella negata al grande Genoa”, scritto da Giancarlo Rizzoglio.

Nel volume l'autore ha infatti riportato alla luce il caso di quello Scudetto e fornito nuovi dettagli sulle presunte irregolarità dell'epoca. Secondo ulteriori prove scovate da Rizzoglio, ci fu un piano per favorire la vittoria del Bologna del presidente Arpinati: gerarca fascista molto vicino a Mussolini. Le pressioni esterne, secondo i documenti che ora Preziosi intende utilizzare e inviare alla Figc, furono evidenti e permisero alla squadra emiliana di vincere il campionato della Lega Nord dopo ben cinque gare. La finale, che a quel tempo si giocava su due partite (una in casa e una fuori, con eventuale bella), arrivò infatti ad un quinto incontro di spareggio che sancì la vittoria del Bologna.

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Le presunte intimidazioni

I documenti che Preziosi e il Genoa faranno pervenire al neo presidente Figc Gravina, testimoniano le pesanti intimidazioni in occasione della terza finale (giocata sul neutro di Milano) da parte dei giocatori rossoblu nei confronti dell'arbitro e la presenza a bordo campo di alcuni dirigenti felsinei armati di pistole. Un comportamento che convinse la federazione a non omologare l'incontro (vinto dal Genoa) e a rimandare il tutto alla quarta sfida organizzata questa volta a Torino: match che finì in pareggio e che venne purtroppo preceduto da gravi scontri, con sparatorie, tra le due tifoserie.

L'accesso alla finalissima per lo scudetto, poi vinto contro l'Alba Roma, il Bologna lo conquistò definitivamente nell'ultimo spareggio del 9 agosto 192, giocato alle sette del mattino, a porte chiuse, sul campo milanese Società Ginnastica Forza e Coraggio: centro sportivo situato nella periferia a sud del capoluogo lombardo. Dopo quasi un secolo, il Genoa torna dunque a rivendicare le irregolarità di quella finale e a chiedere a gran voce l'assegnazione ex aequo di quel tricolore: non uno qualsiasi, perché per il Grifone sarebbe stato il decimo, quello della stella d'oro sulla maglia.

Le rimostranze della Lazio

Campionato di guerra 1914/1915, è la Lazio di Claudio Lotito a reclamare il titolo tricolore, una storia che s'interseca con quella del Grifone. La Grande Guerra chiuse in anticipo il torneo senza la possibilità di disputare tutte le gare per l'assegnazione dello scudetto ma, a conflitto terminato, lo scudetto fu dei liguri. Un gruppo di tifosi biancocelesti, attraverso un'opera di ricostruzione certosina, dimostrò che la Lazio si era qualificata per le finali mentre il Genoa no. Una commissione istruita dall'ex presidente della Figc Carlo Tavecchio si disse favorevole all'attribuzione di uno scudetto ex aequo a Genoa e Lazio considerato il periodo bellico. La pratica non è stata ancora evasa ma neppure archiviata, la Lazio – come i rossoblù – attende e rivendica

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