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Eto’o scherza: “Messi? Lui ha giocato con me”. Poi ammette: “E’ il più grande al mondo”

L’ex Leone del Camerun racconta della sua esperienza al Barcellona e ricorda i momenti più belli in campo con Ronaldinho e la Pulce. “Lio è più forte anche di Cristiano Ronaldo”
A cura di Maurizio De Santis
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Un battuta su Lionel Messi, che nel ‘suo' Barcellona era oscurato anche da Ronaldinho, poi Samuel Eto'o torna serio e ribadisce tutta la propria ammirazione per il calciatore che definisce "il più forte al mondo". L'ex campione dell'Inter, che in Italia di recente ha giocato poco più d'una stagione alla Samp, adesso indossa la maglia dell'Antalyaspor e ai microfoni dei media turchi racconta quegli anni prodighi di successi, trofei e soddisfazioni personali. A 35 anni – li ha compiuti il 10 marzo – l'ex Leone del Camerun ripercorre i momenti più belli della sua avventura in blaugrana (2 Champions League, 3 titoli nella Liga, trofeo ‘Pichichi' di cannoniere nel 2005/2006 con 26 gol, 1 Coppa di Spagna) e del rapporto con la Pulce argentina. "Io ho giocato con Messi? No, semmai è lui ad aver giocato con me…", ha ammesso sorridendo in tv. Scherzi a parte, cambia tono quando deve esprimere un giudizio per il campione sudamericano che ha conquistato ben cinque Palloni d'Oro. "Per me Lionel è molto più forte di Cristiano Ronaldo. L'ho visto crescere e diventare un grande quand'ero al Barcellona, sono convinto che il più grande al mondo è lui lo sarà ancora a lungo".

Dal Barcellona al Real, ricordi agrodolci. Eto'o aveva 15 anni quando approdò nel settore giovanile dei ‘blancos' ma non conserva un buon ricordo di quella esperienza, convinto d'essere stato in qualche modo osteggiato per ‘colpa' del colore della sua pelle e dei pregiudizi. "Galbiati e Capello mostrarono grande fiducia in me e mi permisero di allenarmi con la prima squadra. Se sono diventato un buon giocatore è anche merito loro. Non sarei mai andato via dal Real Madrid, ma ebbi l'impressione che in società non mi volessero. Non sono mai riuscito a darmi una spiegazione valida, in fondo mantenevo un ottimo comportamento anche fuori dal campo – ha aggiunto l'ex interista -. Allora ho pensato che forse i calciatori di colore in quella società non fossero ben visti".

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