E adesso chiamatela zona Inter, ancora una vittoria nel finale

Dopo il pareggio di Bologna, l’Inter di Luciano Spalletti ritrova la vittoria portandosi in scia a Juventus e Napoli in classifica. Ancora una volta decisivo un gol nel finale (ottavo gol negli ultimi 15 minuti in questo avvio di campionato). Ma l’1-0 di San Siro contro il Genoa non è stato affatto un risultato ottenuto facilmente, dato che gli uomini di Juric hanno messo in grande difficoltà i nerazzurri per quasi tutta la partita, prima di cedere nel finale colpita dal gol decisivo di D’Ambrosio. Andiamo quindi ad analizzare nel dettaglio quali sono stati le 5 situazioni tattiche, ma non solo, che hanno deciso la gara tra l’Inter di Luciano Spalletti e il Genoa di Ivan Juric.
Accentrare gli esterni d’attacco: mossa controproducente
Luciano Spalletti ha cercato di sorprendere il Genoa di Ivan Juric facendo accentrare maggiormente rispetto al solito sia Ivan Perisic che Antonio Candreva per lasciare più spazio ai due terzini di spingere e costringere la difesa avversaria a lasciare spazio sull’esterno. Ma, la scelta fatta dal tecnico nerazzurro nel primo tempo è sembrata addirittura controproducente in quanto la maggiore densità nella zona centrale del campo ha di fatto ingolfato più volte la manovra dei meneghini.

La lentezza della manovra nerazzurra
Altra nota dolente dell’Inter vista quest’oggi a San Siro è stata sicuramente la lentezza con cui la compagine di Luciano Spalletti riusciva a far circolare il pallone. Le giocate di prima e le verticalizzazioni non si sono mai viste. E così risulta difficile per qualunque squadra sorprendere l’attenta retroguardia del Genoa se gli si concede sempre il tempo di piazzarsi. Da quelle poche volte in cui i nerazzurri sono riusciti a girare velocemente la palla sono nate le occasioni migliori per Icardi e compagni. E non è un caso che l’unico gol dell’Inter sia arrivato da una palla inattiva.

Omeonga: l’asso nella manica di Juric
Diverso invece l’esito della scelta compiuta da Juric di schierare Omeonga alle spalle di Pellegri è stata invece vincente. Infatti il belga è stato decisivo sia in fase offensiva, mettendo in grande difficoltà il brasiliano Dalbert, che in fase difensiva, portando il primo pressing sul “cervello” dell’Inter, Borja Valero, non consentendogli di impostare facilmente la manovra nerazzurra. Si è sacrificato anche nel finale quando ha deciso di prendersi il cartellino rosso per fermare il contropiede di Eder che poteva chiudere definitivamente la partita.

Juric mette le ali al Grifone
Si è rivelata azzeccata anche la scelta dell’allenatore croato di schierare una difesa a 5 con due esterni molto veloci capaci di sia di contrastare le ali avversarie che di far ripartire rapidamente l’azione per cogliere di sorpresa la difesa nerazzurra che proprio sull’esterno sembra soffrire maggiormente. Soprattutto sulla catena di destra dove Leandro Rosi e Omeonga hanno spesso avuto la meglio sull’accoppiata Dalbert – Perisic.

Pellegri e Icardi: le due facce del centravanti
La differenza tra i due schieramenti che maggiormente salta all’occhio è quella che riguarda i compiti assegnati alla propria punta centrale dai rispettivi allenatori. Al giovanissimo Pietro Pellegri (e poi a Goran Pandev) Juric chiede di tenere palla per permettere di far salire i compagni tenendo l’Inter distante dalla propria area di rigore, ma anche di calamitare l’attenzione dei due centrali per permettere al trequartista di turno di inserirsi nello spazio. A Mauro Icardi invece viene chiesto di essere il terminale offensivo del gioco nerazzurro e fare sponda per i compagni giocando massimo ad un tocco. Due diversi modi di interpretare il ruolo che oggi però hanno avuto lo stesso risultato.
