Dopo Xhaka e Shaqiri anche Lichtsteiner rischia sanzioni per l’aquila kosovara
L'aquila della discordia. La vittoria della Svizzera contro la Serbia ha ribaltato le sorti del Girone E dove adesso gli elvetici guidano i giochi a braccetto con il Brasile, mentre la nazionale slava è scesa al terzo posto, con un punto in meno. L'ultima giornata, giocata in contemporanea, sarà dunque fondamentale per capire chi passerà agli ottavi di finale. Ma è scoppiata la polemica, intanto, feroce, sul piano internazionale che riguarda più la sfera politica che quella sportiva.
La colpa è di diversi giocatori svizzeri che nel momento dell'esultanza contro la Serbia si sono lasciati andare a qualche gesto di troppo con chiari riferimenti extracalcistici che sono severamente vietati da sempre dalle normative Uefa e Fifa. Così, quando Shaqiri ha siglato la rete del definitivo 2-1 che ha permesso alla Svizzera di vincere, l'esultanza con le mani che mimavano l'aquila, simbolo del Kossovo non è piaciuta a nessuno.
Non solo Shaqiri è finito sotto inchiesta Fifa, ma anche il suo compagno di squadra e di gol, Granit Xhaka che aveva esultato alla stessa maniera in occasione del primo gol elvetico. E, alla fine, non ancora soddisfatti, anche il bianconero Lichtsteiner ha mimato con le mani ancora una volta l'aquila kossovara. Un riferimento esplicito e un atteggiamento aggravato dal ruolo di capitano che l'esterno difensivo ricopre.
Un gesto, reiterato, che non è affatto piaciuto ai tifosi serbi che nel dopo partita, nei commenti soprattutto online, hanno scatenato la polemica. Il Kosovo è infatti una provincia serba a maggioranza albanese indipendente dal 2008 ma non riconosciuta ancora dalla stessa Serbia. La Fifa ha subito condannato il gesto dei due giocatori e per questo motivo ha aperto un procedimento disciplinare contro Xhaka e Shaqiri, ma anche contro il commissario tecnico Mladen Krstajic a seguito delle dichiarazioni contro l’arbitro Brych.