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Donnarumma disastro. Benatia fa il bomber. Milan spuntato

Il baby fenomeno fra i pali del Milan stecca clamorosamente all’Olimpico e, nel momento decisivo del match, regala 2 gol alla Juve che, poi, col pilota automatico si porta la Coppa Italia a casa: è double, anche quest’anno.
A cura di Salvatore Parente
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È storia anche in Coppa Italia: la Juventus batte 4-0 il Milan e conquista il suo ennesimo double, il quarto di fila, della sua storia chiudendo al meglio una stagione comunque piuttosto positiva. Una stagione partita a Roma e chiusa a Roma sotto il segno di un trofeo nazionale. All’inizio fu delusione con la Lazio in Supercoppa. Oggi, è trionfo, tripudio di gol e gioia col Milan. Un Milan guardingo, attento e tatticamente ben messo in campo e poi disastroso nel secondo tempo con Donnarumma, purtroppo per lui, protagonista in negativo di una serata, con due errori che valgono altrettanti gol pesanti, davvero horror.

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Ma la Juve, al netto degli episodi o della sorte, è stata più brava dei rossoneri con diversi elementi al top nella serata romana come degna conclusione di una Coppa interpretata al meglio, con 0 gol al passivo, cinque vittorie su cinque ed un percorso piuttosto netto.

E così, dai guizzi di Benatia alle papere di Gigio, ecco top e flop del match.

I top della finale di Coppa Italia

le corsie più battute in attacco da Juventus e Milan (whoscored.com)
le corsie più battute in attacco da Juventus e Milan (whoscored.com)

Calhanoglu mente offensiva, da lui nascono le azioni del ‘Diavolo’

Il Milan in attacco, senza troppi giri di parole, è Calhanoglu. Con Suso sulla destra che stenta a decollare, infatti, i rossoneri si affidano completamente all’estro del turco che, malgrado un avversario diretto non facile come Cuadrado, risponde presente. Sulla sua corsia, quella mancina del ‘Diavolo’, arrivano le migliori occasioni della formazione di Gattuso che, per tutta la gara, stenta a calciare verso la porta di Buffon.

E, proprio nell’unica palla gol meneghina della contesa, nel primo tempo, il #10 milanista è deus ex machina dell’azione: scambia stretto con Cutrone per poi liberarlo alla conclusione deviata dall'estremo difensore bianconero. Nella ripresa, naufraga con tutti gli altri faticando in fase passiva contro il suo dirimpettaio, pur restando l'unico (o quasi) rossonero a salvare l'onore delle armi.

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Cuadrado terzino, il ritorno alle origini funziona

Nelle ore immediatamente precedenti il match, complice anche il recente scontro a Torino fra le due squadre, Allegri, da consumato stratega, ne pensa una delle sue: Cuadrado terzino destro per attaccare e stancare Calhanoglu, fonte del gioco rossonero. Un ritorno alle origini per il colombiano ma anche una mossa strategica azzeccatissima con l’ex Fiorentina bravo a contenere, per quanto possibile, il turco ma soprattutto ad appoggiare la manovra offensiva dei suoi divenendo spesso l’elemento a cui affidare il pallone nelle ripartenze bianconere ed il calciatore capace di concludere verso la porta avversaria e poi effettuare perfetti traversoni.

Benatia goleador, suo il punto dell’1 e del 3-0

Al 56’ un difensore, Benatia, sblocca il match e conferma pure col gol quanto di buono fatto fino a quel momento. Certo, a fine primo tempo avrebbe meritato un giallo per fallo da tergo su Calhanoglu, ma la sua prestazione è di assoluto spessore. In coppia con Barzagli, condottiero di mille battaglie juventine, il marocchino cancella Cutrone, un solo tiro per lui, si mostra sicuro anche in impostazione rivelandosi, alla fine dei giochi, prezioso anche dove non dovrebbe esserlo: in avanti.

Come dicevamo è lui che inaugura il tabellino di Roma con un bellissimo colpo di testa ed è sempre lui, su altro errore da censura di Donnarumma, a mettere il punto esclamativo sulla sfida dell’Olimpico siglando una doppietta per lui inedita (unico precedente in un Roma-Catania 4-0). Insomma, ad un mese e più di distanza dalla notte di Madrid, in un’altra capitale, quella italiana, l’ex Bayern Monaco cancella il rigore del Bernabeu e consegna la Coppa alla Juve.

Funambolo Douglas Costa, il colpo del Ko è verdeoro

I campioni, al solito, fanno la differenza. E Douglas Costa, forse rimpianto del Bayern Monaco, campione lo è a tutti gli effetti. L’asso brasiliano, infatti, nonostante un’ora abbondante di gioco con tanto fumo e poco arrosto, complice anche la grande attenzione/applicazione difensiva del Milan, finisce per essere decisivo in zona gol realizzando la rete del 2-0, il punto di non ritorno, la rete della definitiva svolta. Eppure, la sua firma sul match è in coabitazione col peggiore della partita, ovvero: Gigio Donnarumma con la conclusione dell’#11 bianconero, non irresistibile, non trattenuta dall’estremo difensore di Castellammare di Stabia. Un errore marchiano che macchia una prestazione sino ad allora importante e che, invece, eleva DC11 nell’elitario circolo dei top della finalissima con un gol che taglia le gambe al Milan e porta il trofeo, per il quarto anno di fila, sulla strada di Torino.

Dybala è una ‘Joya', imprendibile all'Olimpico

La Joya, stasera, ha dimostrato il motivo, il perché di questo soprannome. Partito un po’ in sordina nei primi minuti di gioco, difatti, la stella juventina d'improvviso si sblocca e, istante dopo istante, prende fiducia dimostrandosi un autentico craque per la sua squadra. Svariando su tutto il fronte offensivo, il #10 bianconero trova spazio, mette in netta crisi la retroguardia milanista e genera una sorta di duello personale, qui perso, con Gigio Donnarumma (pre-erroracci) attingendo a tutto il suo sconfinato repertorio: dribbling, assist, tiri a giro, di collo, di controbalzo e tanta, tanta qualità. Una qualità eccelsa, da campione, da top player, da leader tecnico e da risolutore, anche senza gol, della finale.

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I flop dell’Olimpico

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Donnarumma saponetta, che flop all’Olimpico

Sarà stata l’importanza della gara, la pressione del pubblico, il terreno di gioco umido o la troppa sicurezza, specie nel primo erroraccio personale, ma Donnarumma, questa sera, tocca il punto più basso della sua giovane carriera compiendo più di un passo indietro nella crescita e anche nella reputazione che s’era faticosamente costruito in questi ultimi due anni. Gli errori, in rapida sequenza, su Douglas Costa e Beantia, infatti, condannano il Milan alla “Caporetto” sportiva, al poker bianconero e lo costringono alla gogna mediatica, al ruolo, più che meritato, di capro espiatorio. Eppure, prima degli infortuni capitatigli, il #99 rossonero è fra i migliori dei suoi ed uno dei motivi per i quali il Milan, nel primo tempo, chiude con la porta inviolata la finale. Ma dal 2-0 in poi la sua gara diventa un horror, una lotta serrata con la sua psiche che non lo fa stare tranquillo e lo porta al secondo, sesquipedale "autogol", di serata. Insomma, se a Doha era stato fra i protagonisti della Supercoppa a tinte rossonere, a Roma, Gigio è l’emblema del fallimento del ‘Diavolo’, giovane, potenzialmente forte ma ancora immaturo (forse).

Cutrone in apnea, male di punta contro la BB (Barzagli-Benatia)

Fra i meno positivi dell’incontro di questa sera, del match, sponda Milan, che vale una stagione c’è di sicuro Patrick Cutrone. Il giovane attaccante rossonero, infatti, fra le maglie difensive della Juventus, in un’ora abbondante di gioco, rimedia solo un tiro e tante botte, tanti anticipi subiti non riuscendo mai, o quasi, a far salire i suoi, portare pressing ai centrali avversari e fare dunque da boa, da pivot, da sponda e poi da terminale delle trame d’attacco dei suoi.

Insomma, una sorta di fallimento, che anticipa quello di squadra, su tutta la linea col baby bomber milanista, poi, richiamato in panchina già al 61’ per Kalinic. Un Kalinic che, poi, impiega tempo per far peggio del goleador italiano col croato in gol sì, ma nella porta sbagliata.

Tabellino e voti

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Juventus (4-3-2-1): #1 Buffon 6.5; #11 Cuadrado 7-, #15 Barzagli 6.5, #4 Benatia 8, #22 Asamoah 6.5; #6 Khedira 6+, #5 Pjanic 6.5 (Dal 87′ Marchisio s.v.), #14 Matuidi 6; #11 Douglas Costa 7 (Dal 73′ Bernardeschi 6), #10 Dybala (Dal 83′ Higuain s.v.) 7+; #17 Mandzukic 6. A disposizione: #16 Pinsoglio, #23 Szczensy; #2 De Sciglio, #12 Alex Sandro, #21 Howedes, #24 Rugani, #26 Lichtsteiner; #27 Sturaro, #8 Marchisio, #30 Bentancur; #33 Bernardeschi, #9 Higuain. Allenatore Massimiliano Allegri 7

Milan (4-3-3): #99 Donnarumma 4; #2 Calabria 5.5, #19 Bonucci 5.5, #13 Romagnoli 5.5, #68 Rodriguez 5.5; #79 Kessié 5.5, #73 Locatelli 6 (Dal 80′ Montolivo s.v.), #5 Bonaventura 6.5; #8 Suso 5.5 (Dal 65’ Borini 6-), #63 Cutrone 5 (Dal 61’ Kalinic 5), #10 Calhanoglu 7-. A disposizione: #30 Storari, #90 Donnarumma A; #17 Zapata, #20 Abate, #22 Musacchio, #31 Antonelli; #4 Mauri, #18 Montolivo, #21 Biglia; #7 Kalinic, #9 A. Silva, #11 Borini.  Allenatore Gennaro Ivan Gattuso 5.5

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