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Dino Zoff: “La Germania ha paura dell’Italia e vi spiego il perché”

Tra i tanti protagonisti storici di Italia-Germania, c’è anche il volto inconfondibile di Dino Zoff. All’indimenticabile capitano e c.t. azzurro, abbiamo chiesto di “scendere in campo” con la squadra di Fanpage, per presentarci la sfida di domani.
A cura di Alberto Pucci
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Dino Zoff

Da Madrid a Varsavia, passando per Città del Messico e Dortmund: Italia-Germania non è mai stata una partita come le altre. Basta fare una piccola ricerca online per rendersi conto di ciò che ha rappresentato (e che rappresenta) per il calcio e dei segni indelebili che i protagonisti di queste affascinanti sfide hanno lasciato nel tempo. Gianni Rivera ed il suo famoso gol, l'urlo di Marco Tardelli, l'emozione di Fabio Grosso (per la quale i tedeschi cercano la rivincita, nel match di domani): "facce" da Italia-Germania, esplosioni di gioia che difficilmente dimenticheremo. A riportarci indietro nel tempo e a farci rivivere le emozioni del 1982, e non solo, ci pensa Dino Zoff: capitano di quell'Italia mundial e, successivamente, commissario tecnico azzurro ad Euro 2000.

AP: Buongiorno Mister, l'attesa per la semifinale contro la Germania comincia a farsi sentire. Lei che di queste emozioni ne ha vissute davvero tante ci può spiegare come allenatore e giocatori vivono questi momenti così elettrizzanti? Cosa "passa" nella testa dei protagonisti, in queste ore che precedono la sfida?

DZ: Secondo me, niente di diverso rispetto alla vigilia di altre partite come questa, dove si scende in campo per qualcosa di veramente importante. Le ore che precedono la sfida, passano sempre nella stessa maniera. Nella testa c'è sicuramente la convinzione di potercela fare, la considerazione dell'avversario. L'importante è che l'Italia abbia la fiducia e la convinzione di poterlo battere.

AP: Fatta la premessa che il calcio di molti anni fa è sostanzialmente diverso dall'attuale, volevo chiederle che differenze trova tra la Germania che lei ha battuto in finale nel 1982 e quella attuale?

DZ: Quella dell'82 era una grandissima squadra, non saprei dirvi se quella attuale possa essere considerata altrettanto forte. La Germania del mondiale spagnolo aveva dei giocatori di "statura". Era veramente una grande Germania, forse superiore alla squadra di Loew.

AP: E' una squadra che, a suo modo di vedere, ci teme? Nelle ultime ore sia Loew, il c.t. tedesco, che il loro portiere Neuer, hanno rilasciato dichiarazioni dove si percepiva una certa preoccupazione.

DZ: Che la Germania ci tema, è un dato di fatto! E' logico che abbiano un pò di paura, con noi hanno sempre fatto fatica. Soffrono la nostra fantasia e le nostre giocate.

AP: Dal punto di vista dell'allenatore, come si prepara una sfida così delicata?

DZ: Si prepara cercando di sfruttare al meglio le proprie caratteristiche e i punti deboli che l'avversario ti concede. La cosa più importante, ripeto, è l'aspetto psicologico: cercare di convincere la squadra dei propri mezzi e sulle possibilità di vittoria.

AP: Lei è d'accordo con Prandelli che chiede una "revisione" del regolamento UEFA, in merito al calendario delle semifinali. Arriveremo, infatti, alla partita contro i tedeschi con due giorni di riposo in meno, rispetto a loro.

DZ: Ho letto e sentito, ma non sono molto d'accordo. Siamo arrivati in semifinale, senza lamentarci ed ora che ci troviamo davanti a questo problema, ci facciamo sentire. Probabilmente non avremmo detto nulla se toccava ai nostri avversari.

“ Battere i tedeschi è sempre una libidine! ”
Roberto Boninsegna

AP: Partiamo, davvero, così sfavoriti nel confronto contro i tedeschi?

DZ: No, nient'affatto, non siamo sfavoriti. Non sarà certo una passeggiata, perchè la Germania è molto superiore rispetto all'Inghilterra, che abbiamo visto l'altra sera. Credo che ci sia il 50% di possibilità di arrivare in finale.

AP: In caso di sconfitta, potremmo definire il nostro Euro 2012 un'esperienza positiva?

DZ: "Positivissimo", sarebbe vincere la coppa. Uscire adesso, non sarebbe comunque negativo.

AP: Quale può essere il segreto per fermarli? E' una gara che possiamo vincere a centrocampo?

DZ: Non è in quella zona del campo o, per esempio, in difesa che vinci una partita. L'importante è mantenere un grande equilibrio di squadra: quello è il segreto!

AP: Marchisio è stato definito il "nuovo Tardelli". C'è ancora speranza per accostare Balotelli al Paolo Rossi del Mundial 82?

DZ: Meglio non esagerare con i paragoni. Diciamo che ha buone possibilità di diventare il protagonista di questa fase finale di Euro 2012. Fin quì ha giocato bene, e non ha trovato il gol con continuità per questione di centimetri o per sfortuna. E' chiaro, comunque, che i numeri per sfondare li ha tutti.

AP: Tornando alla gara contro l'Inghilterra, critica e tifosi hanno evidenziato la straordinaria prova di De Rossi e Marchisio. Oltre a loro, quali sono stati i giocatori che l'hanno più colpita?

DZ: De Rossi e Marchisio, stanno facendo molto bene ma, ultimamente, mi sono piaciuti anche Balzaretti e Abate. Credo che l'Italia, sin dall'inizio dell'europeo, abbia disputato buone gare. Tutti si sono espressi al massimo. Forse, l'unico nostro difetto, è stato quello di concedere troppo in alcune partite, soprattutto nel secondo tempo con Croazia ed Irlanda.

AP: Riavvolgiamo il nastro e torniamo alla finale europea di Amsterdam, contro la Francia. E' possibile dimenticare la beffa del Golden gol di Trezeguet o dobbiamo portarcelo dietro ancora per molti anni?

DZ: A dire la verità, più che per il gol di Trezeguet, il rimpianto è per il pareggio di Wiltord giunto al 94esimo. L'abbiamo persa in quel momento, nonostante avessimo avuto le occasioni per chiuderla durante i novanta minuti.

AP: Ultima domanda: vogliamo sbilanciarci e fare un pronostico per questa semifinale?

DZ: Meglio di no, non sono bravo nel fare pronostici. In realtà, prima dell'inizio dell'Europeo, avevo pronosticato l'Italia tra i primi quattro ed un grande Portogallo. Mi accontento di quello che ho "indovinato"!

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