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Diego Costa amuleto della Spagna, Iran sconfitta. E’ lui l’anti-Ronaldo?

Segna su un rimpallo, Diego Costa, ma basta per la vittoria. Tre tiri, tre gol il suo bilancio finora al Mondiale. Aspettando Kane, è lui il rivale di Cristiano Ronaldo. La Spagna allunga a 22 la serie di partite senza sconfitte. L’Iran, iper-difensivo nel primo tempo, sogna il pareggio ma il VAR annulla.
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Dopo la vittoria sul Marocco, la prima dal 1966 arrivata senza nemmeno un tiro in porta grazie all'autorete di Bouhaddouz, il calcio iper-difensivo dell'Iran argina la Spagna per un tempo. Ma il tempo e la fortuna giocano in favore della Roja, il tocco fortuito di Re Mida Costa spezza il catenaccio di Queiroz, l'uomo che ha assemblato la generazione d'oro del calcio portoghese. Un rimpallo che basta a festeggiare la 22ma partita di fila senza sconfitte. E' il suo decimo gol in nazionale, nei 23 di Hierro solo Silva (35), Iniesta (13) e Ramos (13) ne hanno segnati di più.

Pique alla centesima con la Roja

Pique, che tocca le 100 presenze con la nazionale come Sergio Ramos, Iniesta, David Silva e Busquets, rimane riferimento di una difesa che vede confermato De Gea imputato numero 1 per la mancata vittoria contro il Portogallo. Carvajal, di nuovo in campo dopo l'infortunio in finale di Champions League, entra in partita con qualche difficoltà. La facilità di interscambi fra i centrocampisti creativi e gli attaccanti spagnoli favorisce i tagli fuori linea e senza palla di Izco.

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Iran, un'altra difesa modello pallamano

Busquets, come nel Barcellona, prende la guida del gioco e il controllo del centrocampo. Ma la Spagna, pur con l'innegabile superiorità di palleggio che i primi minuti non smentiscono, non sfonda. La gestione Queiroz ha dato all'Iran un equilibrio difensivo molto solido, strutturato su due linee strette e compatte. I limiti di una scelta quasi puramente distruttiva emergono dopo una decina di minuti, quando Azmoun, la prima punta, va a commettere fallo ai 30 metri dalla porta. Così schiacciato, l'Iran si condanna all'inattività. E' un catenaccio vecchia maniera, che rinuncia alle possibilità di ripartire, quello degli asiatici, che però per un quarto d'ora abbondante ingabbia la Spagna. Le Furie Rosse traccheggiano ma non affondano, non azzardano tiri da fuori.

Come l'Islanda contro l'Argentina, come l'Australia a lungo contro la Francia, l'Iran testimonia il lato oscuro della globalizzazione del calcio. "Studiamo le statistiche. E se le cifre sono univoche allora parliamo di tendenze" diceva oggi Van Basten alla Gazzetta dello Sport. "Da trent’anni il calcio si difende sempre più, si gioca davanti all’area, spazi stretti, tempi ridotti, molto pallamano".

Un solo tiro nel primo tempo

L'Iran tiene un creativo come Ansarifard, 17 gol all'Olympiacos, come quinto di centrocampo con compiti di quasi esclusiva difesa. Il Team Melli mantiene tre uomini sulla palla, non è semplice far filtrare un passaggio basso né individuare lo spiraglio per un appoggio alto. Le Furie Rosse, che di furia però ne mostrano poca, sviluppano un'occasione un po' casuale su un pallone buttato in mezzo e girato di testa da Piqué. La rovesciata improvvisata di Silva in mezzo a due difensori ha precipuamente l'obiettivo di seminare qualche dubbio in una squadra destinata con la stanchezza a perdere le distanze.

La Spagna, che chiude il primo tempo con l'81% di possesso palla e solo un vero tentativo verso la porta aumenta il ritmo. Beiranvand, portiere dallo stile molto personale, neutralizza il destro da fuori di Izco. E' sempre lui, lo scompaginatore che si inserisce fra le linee alle spalle dei centrocampisti capace come Sergio Ramos di completare più passaggi di tutto l'Iran messo insieme, a raccogliere lo scarico di Carvajal al 51′: ma il corpo è proiettato indietro, troppo.

La sblocca Costa

Il timore, il tremore, l'essere che diventa tempo e il tempo che si ferma per un attimo. Sensazioni che hanno attraversato tutti gli spagnoli a Kazan e non solo sul destro un po' sporco al volo di Ansarifard. L'esterno della rete regala una breve illusione del gol. Comunque, nei primi 55′ la migliore occasione è per il Team Melli. Sarà l'inizio della fine.

Perché la Spagna ha davanti un centravanti che non ha dimenticato le origini, quando si giocava in strada per rabbia o per amore. Non ha dimenticato che nel calcio basta metterla in porta, poi se il gol arriva alla fine di un'azione personale illuminante per forza e coordinazione come contro il Portogallo va meglio. Ma se segni su un rimpallo con il diretto marcatore, Rezaeian, va bene lo stesso. L'assenza di valore estetico non diminuisce l'importanza del suo terzo gol al Mondiale. E' il primo che Beiranvand, provocato nel primo tempo proprio da Costa, subisce nel Mondiale.

L'Iran sogna, il VAR nega il pareggio

Il calcio di Costa è una sfida, una guerra continua. In Brasile l'avevano soprannominato Burrega, figlio di una capra (no, stavolta non c'entrano Messi e Cristiano Ronaldo) che ama combattere. Ha toccato tre volte il pallone verso la porta e tre volte ha segnato il centravanti guerriero che appassiona e divide. La fortuna sembra girare, però, sulla punizione per l'Iran che fa tremare una nazione. Le marcature saltano, il pallone rimane a lungo, troppo a lungo al limite dell'area piccola, fino alla deviazione di Ezatolahi. Ma l'esultanza è amara. Il VAR testimonia un tocco di Azmoun che trasforma la gioia in illusione perché a quel punto Ezatolahi è in fuorigioco.

L'ingresso di Koke per Iniesta non cambia la struttura della Roja. L'Iran, che aggredisce la palla con meno vigore rispetto al primo tempo, ha spazio per piazzare un paio di cross interessanti. De Gea, fin troppo sicuro della protezione di Ramos, alla quindicesima presenza in un Mondiale (a due dal record assoluto di Casillas), tende a non uscire. Contro avversari dal peso diverso, i difensori avranno bisogno di sentire una maggiore sicurezza.

Il resto è tutto in qualche accenno di fuga del Team Melli, che però non va al di là di qualche palla interessante ma innocua messa in area. La Spagna

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