De Bruyne via dal Chelsea per colpa di Mou: “Con me non parlava nemmeno”

Kevin De Bruyne, 24 anni, trequartista belga, il secondo acquisto più costoso dell'ultima sessione di mercato: il Manchester City ha sborsato circa 75 milioni di euro per portarlo in Inghilterra; 80 ne ha investiti il Manchester United per strappare Martial al Monaco. Cifre pazzesche per due talenti del calcio internazionale che, in Premier come in un Europa, si ritroveranno l'uno di fronte all'altro per il titolo in campionato e la gloria in Coppa. Per entrambi l'avventura continentale non è iniziata nel migliore dei modi: per colpa della Juventus, che ha violato l'Etihad Stadium, e del Psv che ha rovinato la festa al francese e ai red devils.
L'ex Wolfsburg, però, ha un avversario in più… ed è quel José Mourinho che ai tempi della sua permanenza al Chelsea ebbe poca fiducia in lui. La presenza dello ‘Special One' alla guida dei Blues è stato il motivo fondamentale che lo ha spinto a chiudere le porte a un eventuale ritorno allo Stamford Bridge. E' stato lo stesso De Bruyne a raccontarlo al Telegraph: in un'intervista non ha risparmiato critiche al manager portoghese. "Ho parlato con lui solo due volte – ha ammesso il belga – mai avuto altra spiegazione sul mio impiego. La prima volta, credo fosse novembre, prima della gara col Basilea in Champions mi disse che avrei avuto la mia occasione. La seconda è stata qualche mese dopo, a gennaio, quando, nonostante mi allenassi bene, capii che per me era meglio andare via per trovare più spazio (solo 3 apparizioni in prima squadra, ndr)".
In Germania è esploso: nella scorsa stagione è arrivato il premio di giocatore dell'anno in Bundesliga, poi è arrivato il City e adesso ha una nuova sfida affrontare. Molto è cambiato rispetto a qualche anno fa, quando il Chelsea lo spedì in prestito al Brema, tra le fila del Werder. "E ‘una situazione diversa e io sono una persona completamente diversa rispetto ad allora – ha aggiunto De Bruyne -. Volevo solo giocare di più, avere le mie occasioni, com'è accaduto in Germania. Non mi penti aver lasciato il Chelsea, era la cosa più giusta da fare per me in quel momento. E la cessione era la soluzione migliore, un prestito non avrebbe cambiato la situazione".