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Europeo 2016 in Francia

L’Italia verso il debutto, pregi e difetti del Belgio

La nazionale di Wilmots può essere la rivelazione di Euro 2016. Il debutto dell’Italia è duro, dinanzi si ritrova una delle formazioni più forti che annovera Nainggolan, Fellaini, Lukaku, Benteke, Hazard.
A cura di Redazione Sport
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Nell’ottobre 2009 il Belgio non si qualifica ai Mondiali sudafricani dopo aver giocato un girone in cui perde in casa dalla Bosnia-Erzegovina, prende un 5-0 dalla Spagna e si arrende fuori casa anche ad Armenia ed Estonia. Nei giorni successivi la Federazione si riunisce e decide che tutte le squadre giovanili nazionali e di club dovranno adottare un modulo unico: il 4-3-3, al fine di costruire specialisti che sappiamo al meglio coniugare l’esuberanza fisica, soprattutto dei ‘nipoti' delle colonie, con uno schema tattico offensivo.

Il ct del Belgio, Wilmots durate un allenamento
Il ct del Belgio, Wilmots durate un allenamento
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Europeo 2016 in Francia

Dopo solo sette anni le eccellenze sono emerse e formano una delle squadre favorite dell’Europeo francese. L’allenatore dei Diavoli Rossi, Marc Wilmots, perfetto per il ruolo di restauratore in quanto il suo hobby principale è comprare e ristrutturare case per poi rivenderle, ha cercato spesso di schierare la squadra con un 4-3-3 classico, ma per le propensioni di alcuni uomini-chiave preferisce scendere in campo con un 4-2-3-1 di base, con la necessaria condizione che sia però un modulo molto mobile e con giocatori capaci di sensata intercambiabilità durante la stessa azione.
Per la sfida con l’Italia Wilmots ha ancora dei dubbi a centrocampo e il solito dilemma del centravanti titolare.

Per quanto riguarda il portiere invece non ci sono dubbi. Nonostante la discreta stagione di Mignolet al Liverpool, Thibaut Courtois è intoccabile, essendo uno fra i primi tre portieri al mondo. Di lui meraviglia il senso della posizione e la capacità di non soffrire la lentezza nei movimenti laterali grazie ad una tecnica di parata eccezionale. Fate caso ad una sua caratteristica: per quanto il pallone calciato dall’avversario arrivi forte, Courtois quasi mai respinge la palla facendola restare in una zona pericolosa per la ribattuta a rete. Questo è segno di perfetta tecnica di parata e istinto quasi innato nel portiere del Chelsea.

La difesa è una delle meno mobili del torneo. Wilmots è da anni alla ricerca di uno o due terzini di gamba ma ha l’obbligo di schierare quattro centrali. Il fulcro dei quattro è da sempre il capitano Kompany, assente per infortunio, insieme a Lombaerts dello Zenit San Pietroburgo.
Mancando il capitano del Manchester City, tutto si reggerà sull’intesa da trovare fra Vermaelen e Denayer al centro, mentre sulle fasce si posizioneranno Alderweireld a destra e Vertonghen a sinistra.

Non avendo terzini di spinta, Wilmots cerca di ribaltare questa pecca liberando da pressanti compiti di copertura gli esterni alti, dando solo a Witsel il compito di coprire le incursioni dei centrocampisti avversari, mentre Fellaini, più di Nainggolan, gioca da mezzala pura che ha quasi esclusivamente compiti di pressing sulla fonte di gioco avversaria in fase di non possesso e di incursione quando il gioco del Belgio si sviluppa sulle fasce. Avere Nainggolan permette a Wilmots una variante tattica molto interessante: potrebbe giocare con due mediani di grande sostanza (Witsel- Nainggolan) e predisporre quattro uomini di attacco.

Un 4-2-4 sostenibile, il modulo che Conte ama ma che con l’Italia non riesce ad impostare con il giusto equilibrio. Ecco spiegato perché in cima alla lista della spesa al Chelsea, Conte abbia messo proprio Nainggolan. Questa variante potrebbe essere usata soprattutto in fase di emergenza, optando anche per il doppio centravanti, con l’inserimento di Benteke, che farà da riferimento centrale con Lukaku che si muove da seconda punta e approfitta delle sponde sue e di Fellaini.

Altra mancanza evidente del Belgio è quella di un regista. Per sopperire alle difficoltà di far iniziare il gioco velocemente da parte dei centrocampisti centrali, Wilmots sfrutta la multimensionalità dei suoi due attaccanti di fascia: Hazard e De Bruyne. Partono dall’esterno del campo ma non giocano sulla linea laterale come Antonio Conte chiede a Candreva e Darmian, accentrandosi sempre per poter giocare il pallone e cadenzare i ritmi della squadra. L’Italia deve considerare questo sviluppo del gioco belga perché se riuscisse a pressare bene su Witsel e Fellaini, il pallone arriverebbe con difficoltà alle mezzeali belghe e il gioco sarebbe molto più lento e sicuramente meno imprevedibile. L’assetto cambia quando entra Mertens, che fa l’ala pura come nel Napoli.

In questo caso il Belgio passa dal 4-2-3-1 al 4-3-3, De Bruyne scala a centrocampo ed è lui a prendere in mano la regia della squadra. Variabile impazzita è Ferreira Carrasco, vero numero 10 moderno, adattabile a molti schemi ed elettrizzante a gara in corso, come visto nella finale di Champions League contro il Real Madrid.

In attacco Lukaku o Origi hanno le stesse caratteristiche, ovvero quelle di muoversi molto, nonostante la stazza da centravanti classico, ed aprire spazi per le incursioni delle mezzeali in fascia o di Fellaini, il quale spesso da centrocampista si trasforma in centravanti spiazzando le difese avversarie che vedono arrivarsi in velocità questo tir di 194 centimetri. Devono essere Bonucci, il nostro centrale della difesa a 3, e De Rossi, il nostro centromediano metodista, a schermare questo gioco d’attacco e prendere in consegna Fellaini quando si sgancia nel centro dell’area. La partita perfetta contro questo Belgio è stata giocata da Mascherano nei quarti di finale del Mondiale scorso. De Rossi deve seguire quel modello.

L’Italia di Conte, nonostante la differenza di esperienza internazionale più della cifra tecnica per la quale non siamo così distanti, può battere il Belgio approfittando della loro poca mobilità difensiva. Sarà difficile trovare i quattro di difesa fuori posizione e attaccarli utilizzando le ripartenze. Per questo motivo spetta una grande lavoro alla nostra punta centrale che dovrà spostare i centrali belgi e creare spazi per le incursioni delle nostre mezze-ali centrali che a loro volta potranno approfittare della svagatezza difensiva di Fellaini.

Conte conosce Wilmots come tecnico e lo ha affrontato anche da calciatore proprio in un Europeo, quello di Belgio-Olanda 2000 nel girone iniziale. In quella partita fu proprio la nostra mezzala d’attacco, Stefano Fiore, a far saltare il banco con movimenti e passaggi sempre pericolosi a cui aggiunse anche lo splendido gol che fissò lo 0-2 azzurro. Non partiamo da favoriti, ma possiamo farcela. (articolo di Jvan Sica)

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