Dal Benevento all’ex Super Depor, ecco le 5 peggiori difese d’Europa nel 2017/2018
Nel calcio, lo abbiamo detto tante volte, in maniera anche lapalissiana, la tenuta difensiva di una squadra è, per i suoi obiettivi, talvolta per la sua dignità, fondamentale. Ed è per questo che, alla fine dei giochi, chi incassa meno gol, poi, vince. E così, seguendo questa linea, coerente e anzi aderente con la realtà, chi, dall’altro lato ne becca di più, poi perde, soccombe e, spesso, ma no sempre, retrocede.
Con queste premesse, dunque, e con diversi campionati conclusi o ad un passo dal terminare, ecco quali sono state le compagini incapaci, in questa annata 2017/18, di difendere meglio e quindi di subire più marcature.
- Benevento Cenerentola fragile: 83 gol al passivo in Serie A
- Deportivo La Coruna, addio ai fasti del passato
- Metz, la difesa genera la terza retrocessione nelle ultime sette stagioni
- In Germania è tracollo dell’aristocrazia: Amburgo e Colonia in B
- West Ham e Stoke City che flop ma gli Hammers si salvano lo stesso
Benevento Cenerentola fragile: 83 gol al passivo in Serie A
In testa a questa poco onorevole classifica c’è l’Italia del pallone col suo Benevento, squadra primatista per sconfitte consecutive in Europa (14), che non ha brillato, per usare un eufemismo, in ambito difensivo. Da Baroni a De Zerbi, infatti, il minimo comun denominatore sannita è stato il bel gioco, l’entusiasmo, la voglia di dimostrare il proprio valore e, purtroppo per loro, anche, una estrema debolezza, permeabilità difensiva.
In 37 gare di campionato, infatti, i giallorossi hanno raccolto ben 83 volte il pallone in fondo al sacco condannandosi all’inferno della Serie B e, pure, al ruolo di Cenerentola, fragile, d’Europa.
Deportivo La Coruna, addio ai fasti del passato
Al secondo posto, invece, ecco spuntare una nobile decaduta del calcio spagnolo come il Deportivo La Coruna che, con questa annata, come per il Benevento, si ritrova nell’interregno della Segunda Division. Una Segunda Division che mancava al Riazor dalla stagione 2013/14 e che è stata la logica conseguenza di tanti fattori, difesa in primis, che non ha consentito né a Pepe Mel, né a Cristobal Parralo Aguilera né, in extremis, a Seedorf di salvare una formazione comunque con discrete qualità individuali ma enormi limiti di reparto. Il pacchetto arretrato, alla fine, ha inciso in maniera pesante con le 74 reti subite che non hanno permesso a Cartabia, Carles Gil e soprattutto ad Adrian Lopez, attaccanti principi dei galiziani, di evitare il crack all’ultima curva: differenza reti di -37 e ben 11 punti di distacco dal Leganes quartultimo.
Metz, la difesa genera la terza retrocessione nelle ultime sette stagioni
Sul terzo gradino del podio c’è il Metz di Frederic Hantz incapace, anche qui, per evidenti problemi in difesa, di mettere in piedi una resistenza adeguata contro gli altri club di Ligue 1. Una inadeguatezza di fondo che ha generato l’ennesima retrocessione della storia del club della Lorena con Les Grenats a mettere insieme il terzo passo indietro, in termini di categoria, negli ultimi sette anni. Demerito di squadra certo, ma anche della linea a quattro con Nguette, Diagne, Selimovic, Basin, oltre che l’ex Tottenham Assou–Ekotto ad annullare, con una reparto arretrato da 72 gol, le prodezze della punta Niane (5 gol) e dell’esperto Roux, unico vincitore morale della stagione con 16 reti siglati.
In Germania è tracollo dell’aristocrazia: Amburgo e Colonia in B
In Germania, più ancora che in Spagna col Deportivo La Coruna, è tempo di scossoni, rivoluzioni e di nobili che, col passare del tempo, perdono la loro aristocrazia. Nelle ultime tre posizioni, infatti, troviamo nell’ordine, al terzultimo posto il Wolfsburg, campione nel 2009, l’Amburgo, mai retrocesso prima nella sua storia ed il Colonia ultimo. Insomma, come detto, un autentico tracollo. Un tracollo avvertito in primis proprio dal Colonia sul quale un po’ tutti, addetti ai lavori e non, avevano scommesso qualcosina in più con i ragazzi del subentrante Ruthenbeck partiti agli inizi di stagione con l’impegno continentale dell’Europa League e poi smarritisi, con 70 gol sul groppone, in Zweite Liga.
West Ham e Stoke City che flop ma gli Hammers si salvano lo stesso
In Premier League, accade uno strano caso: una squadra, peggior difesa del torneo, non retrocede. Una mosca bianca, un ‘Gronchi rosa’, una rara eccezione che pure vede la luce e apporta un pizzico di fascino al gioco e, anche, alle statistiche. Il West Ham, infatti, nonostante un mercato importante, con talenti come Hernandez, Zabaleta o Arnautovic, ha messo insieme un avvio horror con Slaven Bilic poi, a novembre, allontanato dal suo incarico con 23 gol subiti nelle prima 11 giornate. Una media di 2.01 reti incassate a partita che però ha avvertito decisi miglioramenti con la cura Moyes con l’ex Manchester United in grado di restituire solidità e fiducia a Ogbonna e compagni. Tuttavia, la media di 1.6 realizzazioni al passivo nelle restanti 27 sfide di campionato ha sì consentito agli Hammers di portarsi lontano dalle sabbie mobili della retrocessione ma non ha evitato all’ex Torino Hart, con 68 reti subite, di diventare l’estremo difensore più battuto d’Inghilterra, insieme col poi retrocesso Butland dello Stoke City.