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L’Amburgo retrocede, lo storico orologio si ferma. Caos ultrà

Non è bastata all’Amburgo la vittoria sul Borussia Moenchengladbach per evitare la prima storica retrocessione in B dopo 55 edizioni di Bundesliga. Si è fermato dunque l’orologio del Volksparkstadion che misurava la longevità della presenza nel massimo campionato, con gli ultrà che hanno perso la testa lanciando petardi e fumogeni sul terreno di gioco.
A cura di Marco Beltrami
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L'orologio del Volksparkstadion si è fermato. Giornata storica per il calcio tedesco e per l'Amburgo che dopo 54 anni, per la prima volta lascia la Bundesliga e retrocede nella seconda divisione tedesca. Non è bastata alla formazione Christian Titz la vittoria sul Borussia Moenchengladbach per 2-1 per allungare la sua lunghissima avventura nel massimo campionato, con gli ultras che hanno manifestato il loro disappunto lanciando in campo fumogeni e non solo. Un atteggiamento che ha costretto le forze dell'ordine ad intervenire con l'arbitro che ha interrotto la gara per un quarto d'ora. Si è fermato dunque l'orologio digitale installato nel 2003 nello stadio che registrava gli anni, i giorni, le ore, i minuti e i secondi vissuti dalla squadra in Bundesliga.

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Amburgo retrocesso per la prima volta in B, si ferma orologio storico dello stadio

Non è bastata dunque all'Amburgo la vittoria interna contro il Borussia Moenchengladbach per 2-1. La formazione che nel 1983 si rese protagonista della vittoria in Coppa dei Campioni ai danni della Juve chiude penultima con 31 punti, 2 in meno del Wolfsburg (4-1 al Colonia fanalino di coda) che va allo spareggio con l'Holstein Kiel, club di B, per la salvezza. Per l'Amburgo si tratta della prima retrocessione in seconda divisione della sua storia, visto che prima di oggi era l'unica squadra ad aver partecipato sempre alla Bundesliga dal 1963 (anno dell'introduzione del torneo unico). Ecco allora che si è fermato lo storico orologio digitale gigante posizionato a ridosso degli spalti del Volksparkstadion, quello che misurava gli anni, i giorni, i minuti e i secondi vissuti dall'Amburgo in Bundesliga.

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La storia dell'Orologio dell'Amburgo

L'Amburgo è il club più vecchio di Germania e vantava il record di 55 edizioni di Bundesliga (dal 1963 anno dell'istituzione del torneo unico). Unica ad aver disputato tutte le annate della Bundes, la società che ha come mascotte un dinosauro nel 2003 ha deciso di piazzare nel proprio stadio l'orologio, per misurare la propria longevità nella massima serie. Nonostante i rischi corsi nelle stagioni passate, l'Amburgo è riuscito a confermarsi sempre in Bundes e nonostante la scaramanzia l'orologio è rimasto al suo posto continuando a misurare fino ad oggi, quando si è fermato a quota 54 anni, 261 mesi e una manciata di minuti. Ora il record della formazione più presente in Serie A spetterà al Werder Brema con 54 edizioni su 55, meglio anche del Bayern fermo a 53.

Gli ultras perdono la testa, match sospeso e agenti a cavallo in campo

La storica retrocessione ha fatto perdere la testa agli ultras dell'Amburgo che dal settore più caldo a loro riservato hanno iniziato a lanciare in campo petardi e fumogeni con tanto di principio di incendio per alcuni tabelloni pubblicitari a bordo campo. Una situazione che ha costretto l'arbitro ad interrompere la partita per 15 minuti, con l'intervento in campo della polizia e delle forze speciali con tanto di cani al seguito. Curiosa anche la presenza sul terreno di gioco di agenti a cavallo, oltre ai cordoni formati dai poliziotti a piedi. Tutto è tornato alla normalità dopo lo stop, con il fischio finale che ha sancito la fine del sogno dell'Amburgo e lo stop dell'orologio.

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