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Da Cristianinho e Diego jr, quando essere figlio di papà è un problema

Poche le eccezioni alla “regola”: il solo Kasper Schmeichel è in testa alla Premier con il Leicester, mentre tutti i quattro figli di Zidane sono nelle giovanili del Real Madrid, dove potrebbe arrivare anche il figlio di CR7 nel prossimo futuro.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Portare il cognome del proprio padre a volte è un vero e proprio "peso". Soprattutto se il cognome in questione appartiene a chi ha scritto pagine importanti della storia del calcio, facendo così cadere, suo malgrado, sulla propria progenie tutto il peso della discendenza. E non sempre (anzi, di rado) le aspettative sui pargoli rispettano le attese. Anche perché queste arrivano quasi sempre dall'esterno, mettendo un'enorme pressione sui giovani in questione.

Per ora è ancora presto per vederlo sui campi da gioco, ma è praticamente certo che Cristianinho, figlio del celeberrimo Cristiano Ronaldo, proverà a seguire le orme del padre. Già popolarissimo sui social network, nonché già in odore di "scuderia" targata Jorge Mendes (il plenipotenziario che gestisce gran parte dei top player mondiali, tra cui lo stesso Cristiano Ronaldo), ad indirizzarlo verso il calcio è stato lo stesso padre. "Penso che possegga delle qualità da atleta, ovviamente è molto piccolo, ha solo cinque anni ma è incantato dal pallone e questo è già un vantaggio", ha spiegato il tre volte pallone d'oro. Insomma, ancora qualche anno e poi inizierà ad entrare nelle giovanili di qualche squadra (forse proprio il Real Madrid) e se sono rose, fioriranno.

Chi invece pur discendendo dal più grande di tutti i tempi non è riuscito ad imporsi nel mondo del calcio è Diego Armando Sinagra, meglio conosciuto come Maradona jr. Figlio naturale del Pibe de Oro, è cresciuto nel settore giovanile del Napoli, ed in molti speravano potesse avere i piedi magici del padre. Poi però si è smarrito e dopo aver militato in varie serie minori, ha alternato calcio e beach soccer, ma è scomparso rapidamente dai riflettori.

Tutt'altro destino quello del figlio di Pelè, Edinho: portiere (lui, figlio di un centravanti forse senza eguali nella storia del calcio) senza gloria al Santos prima e pregiudicato poi, condannato a 33 anni di carcere per riciclaggio di denaro dal narcotraffico ed associazione per delinquere. Senza gloria, ma senza guai giudiziari, anche la storia di Jordi Cruyff, figlio del recentemente scomparso Joahn: qualche apparizione tra Liga e Premier, oggi è dirigente del Maccabi Tel Aviv, in Israele.

In Italia non ha avuto molta fortuna il figlio di Roberto Mancini, Andrea: qualche apparizione in Ungheria e nelle giovanili del Manchester City, oggi volato nella Major League of Soccer nel DC United, altra squadra di Erick Thohir, presidente dell'Inter dove allena il padre. Chi invece sogna in grande è Kasper Schmeichel, figlio del mitologico Peter, campione d'Europa con la Danimarca nel 1992 e leggenda del Manchester United: anche lui portiere come il padre, è in forza al Leicester City di Claudio Ranieri, lanciatissimo a vincere il titolo inglese.

Destino diverso per Brooklyn Beckham, figlio della bandiera inglese David: per lui tanti provini, nessun contratto ed un futuro calcistico quantomai incerto. Il poker di figli di Zinedine Zidane, tutti maschi, sono invece presenti nelle giovanili del Real Madrid in blocco: si parte dal maggiore Enzo, centrocampista del Castilla, passando per Luca, portiere della Juvenil B, quindi Théo, attaccante dell'Infantil B ed infine Elyaz nel Benjamin A. Insomma, giovani di belle speranze il cui futuro, però, non è affatto già scritto: perché a volte il semplice cognome non basta davvero.

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