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Cosa ha detto Buffon all’arbitro in campo per meritare l’espulsione

L’aggressione verbale di Buffon ai danni dell’arbitro inglese Oliver, ha fatto il giro del mondo e sta continuano a far discutere. Nel tumultuoso parapiglia finale, l’unico insulto del portiere rilevato dalle telecamere è un italianissimo “Ma vai a cacare!”.
A cura di Alberto Pucci
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Sappiamo ciò che ha detto dopo la partita, ma non si è ancora capito con precisione quali siano state le parole che abbiano convinto l'arbitro a estrarre dal taschino il cartellino rosso. A neanche ventiquattr'ore dall'eliminazione della Juventus dalla Champions League, a tener banco è infatti ancora il comportamento di Gigi Buffon dopo l'assegnazione del rigore che ha mandato in frantumi il sogno bianconero.

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Chi lo conosce sa che difficilmente perde le staffe in questo modo. Chi ha giocato a calcio, invece, sa bene che reazioni di questo tipo possono capitare anche al giocatore più corretto ed educato. Nonostante le riprese televisive, non è però ancora chiaro cosa Buffon abbia detto (probabilmente in inglese) al direttore di gara. Ciò che invece salta all'occhio, grazie ad una inquadratura più stretta, è il suo insulto in italiano ("Ma vai a cacare") rivelato dal labiale inequivocabile.

La pressione psicologica

Se qualcuno è rimasto colpito dall'atteggiamento aggressivo e dalle parole di Gigi Buffon, peraltro comprensibile vista la modalità con la quale la Juventus è uscita di scena, forse non sa che fu proprio il capitano della Juventus a chiedere in passato ai suoi compagni una maggiore pressione psicologica sugli arbitri: cosa che, tra l'altro, è sempre stata contestata alla squadra bianconera sin dai tempi del famoso scandalo di Calciopoli e durante la gestione di Antonio Conte.

"Quando vedo che facciamo gol e vedo 18 giocatori avversari andare a protestare e da noi non va nessuno, beh, la cosa mi fa un po' incavolare – dichiarò Buffon alla "Gazzetta dello Sport" – Mi fa molto piacere l’educazione dei miei compagni, ed è anche la mia, però è anche un qualcosa che da un altro punto di vista accetto meno volentieri. Sempre con rispetto ed educazione, ma ogni tanto occorre farsi sentire".

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