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Cori razzisti a Kalidou Koulibaly, Ancelotti minaccia lo stop: cosa dice il regolamento

Dopo i cori razzisti nei confronti di Kalidou Koulibaly nel corso di Inter-Napoli, Carlo Ancelotti è stato perentorio. Se la situazione si dovesse riproporre e non dovessero essere presi provvedimenti (come accaduto nel corso del posticipo della 18a giornata di Serie A) allora gli azzurri potrebbero lasciare il campo. Cosa succederebbe? Ecco cosa dice il regolamento.
A cura di Marco Beltrami
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Dopo i cori razzisti nei confronti di Kalidou Koulibaly nel corso di Inter-Napoli, Carlo Ancelotti è stato perentorio. Se la situazione si dovesse riproporre e non dovessero essere presi provvedimenti (come accaduto nel corso del posticipo della 18a giornata di Serie A) allora gli azzurri potrebbero lasciare il campo. Cosa succederebbe? Ecco cosa dice il regolamento, nel caso in cui una squadra dovesse decidere di abbandonare il terreno di gioco di sua spontanea volontà, anche se per un giusto motivo come potrebbe essere la voglia di dare una risposta forte ad eventuali insulti razzisti provenienti dagli spalti

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Cori razzisti a Kalidou Koulibaly in Inter-Napoli, azzurri pronti a lasciare il campo

Nel corso di Inter-Napoli Kalidou Koulibaly è stato fatto oggetto a più riprese di ululati razzisti da parte dei sostenitori nerazzurri. Una situazione che oltre ad innervosire il giocatore (espulso per somma di ammonizioni dopo un applauso ironico nei confronti dell'arbitro), ha fatto arrabbiare Carlo Ancelotti. Il tecnico nel post partita ai microfoni di Sky ha rivelato: "Abbiamo chiesto alla Procura federale tre volte la sospensione della partita, Koulibaly si è innervosito, è normale. Solitamente è educato e professionale. Hanno fatto tre annunci a San Siro, ma non si è fatto niente di più. La soluzione? Interrompere la partita, vorremmo solo sapere quando". Il tecnico ha inoltre annunciato che nel caso di nuovi episodi del genere il suo Napoli lascerà il campo: " La prossima volta lasceremo il campo noi e al limite ci daranno partita persa. Non è una scusa, non riguarda il Napoli, ma tutto il calcio italiano".

Cosa succede se una squadra decide di lasciare il campo per i cori razzisti, cosa dice il regolamento

Ma se il Napoli dovesse effettivamente lasciare il campo nel corso di una partita in caso di insulti razzisti (o di discriminazione territoriale) cosa accadrebbe? Il regolamento in questi casi parla chiaro. Se una società decide in autonomia di ritirare la propria squadra dal campo (a prescindere dalle motivazioni del gesto), senza dunque autorizzazione del direttore di gara o degli esponenti della procura presenti a bordo campo, si concretizza una violazione del regolamento (la rinuncia alla prosecuzione della gara) con conseguente sconfitta a tavolino e possibile penalizzazione di un punto in classifica. Un provvedimento che potrebbe diventare più pesante in caso di ulteriori violazioni.

Cosa succede se la partita viene sospesa per cori razzisti

Per lasciare il campo dunque senza incorrere in penalizzazioni, bisogna avere necessariamente il "via libera" da parte delle autorità presenti allo stadio. Nel caso di striscioni, cori anche di discriminazione territoriale oltre che di razza, religione, sesso, nazionalità, il responsabile dell'ordine pubblico dello stadio può ordinare all'arbitro attraverso il quarto uomo di fermare le ostilità. Il pubblico sarà informato della situazione, con l'invito attraverso gli speaker a rimuovere il contenuto galeotto, o a mettere fine ai cori discriminatori. Nel caso di match già iniziato i giocatori dovranno rimanere sul terreno di gioco fino a quando la situazione non tornerà alla normalità. Nel caso in cui questa situazione non si concludesse, allora l'arbitro potrebbe anche sospendere a lungo la gara, e dopo 45 minuti senza inversioni di rotta anche di chiudere la stessa. In questo caso arriverebbero multe e sconfitta a tavolino per la società responsabile del comportamento dei propri tifosi.

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