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Conte al lavoro, la Figc scivola sul caso Chiellini e Lotito onnipresente

Il presidente indagato dalla Fifa, Lotito è ovunque (anche in Norvegia, ma senza tuta della Nazionale), Oriali malvisto da alcuni dirigenti di club e la polemica intorno all’infortunio di Chiellini alimenta polemiche. Conte ricostruisce il gruppo azzurro mentre l’era Tavecchio comincia nel peggiore dei modi.
A cura di Alberto Pucci
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Passata l'euforia di Bari, l'Italia del pallone comincia la sua nuova avventura in quel di Oslo dove saranno in palio i primi punti per il girone di qualificazione ad Euro 2016. Constatato l'ottimo impatto di Antonio Conte sul gruppo azzurro, ripulito da mele marce e dalle scorie "radioattive" della figuraccia mondiale, il tifoso medio italiano guarda però con sospetto a tutto ciò che, alle spalle del "Mourinho salentino", sta accadendo. L'imbarazzo e il fastidio provocato dalle frizioni con la Juventus, in merito alla convocazione dell'infortunato Chiellini, ha gettato ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche. Contrasti cominciati con le famose dichiarazioni di Carlo Tavecchio e proseguiti, durante il viaggio verso Bari, per le inopportune (quanto divertenti, secondo l'ironia del popolo della Rete) comparsate a tutto campo di Claudio Lotito, presente anche a Oslo (senza tuta azzurra, questa volta). Tra dispetti, ripicche e giochi di potere, in seno alla Figc si sta giocando una partita decisamente pericolosa. Da una parte Tavecchio e Lotito, dall'altra quei club che, fino all'ultimo, hanno tentato di mettere i bastoni tra le ruote (sgonfie) del nuovo presidente federale. In mezzo, come un vaso di cristallo tra due elefanti, Antonio Conte e Gabriele Oriali: anch'egli sgradito da chi, dalla sponda opposta, tira pietre verso il fortino azzurro.

Il pretesto di Chiellini – A guidare il gruppo degli scontenti, c'è in prima fila la Juventus di Andrea Agnelli. Infastidito dalla richiesta di lasciare in ritiro un suo giocatore infortunato, il numero uno bianconero ha approfittato della situazione per passare alla cassa ed intascare gli interessi. Sbugiardato il suo ex allenatore (con il quale aveva avuto già problemi, ancor prima dell'addio), Agnelli ha subito fatto la voce grossa contro Tavecchio (mai supportato dal club campione d'Italia), contro il principale sponsor del settantunenne presidente federale (Lotito) e contro il nuovo Team Manager azzurro: quel Lele Oriali che, ai tempi dell'Inter di Moratti, fu preso di mira dal club piemontese prima e dopo l'assegnazione del famoso scudetto di "cartone". Ripescaggi creativi nelle serie minori, calendari modificati, riforme promesse, campionati rivisitati, stranieri bloccati al confine…Carlo Tavecchio tira dritto per la sua strada e alterna siluri mediatici a dichiarazioni da finto paciere, come quella rilasciata a margine della sfida contro la Norvegia: "Con la Juventus ci sono state soltanto delle incomprensioni, d'altronde mentre si prepara una partita importante, possono capitare dei difetti di comunicazione". Se il principale problema è la comunicazione, i tifosi italiani possono allora mettersi l'anima in pace: con i "gemelli diversi", Carlo e Claudio, non c'è partita che tenga.

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