Come può giocare il Milan con Zlatan Ibrahimovic. E chi resta fuori?
Quella che sembrava una suggestione di mercato impossibile da realizzarsi, dopo le dichiarazioni di Leonardo prima e Mino Raiola poi lasciano aperta l’ipotesi di un clamoroso ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan da gennaio fino a fine stagione. I rossoneri vorrebbero prendere il campionissimo svedese, 37 anni appena compiuti, in prestito dai Los Angeles Galaxy, club statunitense con cui il centravanti scandinavo ha realizzato 20 gol e 6 assist in questa sua prima annata in Major League Soccer, per sei mesi (da gennaio a giugno 2019), mentre Raiola e il suo assistito vorrebbero un passaggio a titolo definitivo e un contratto da almeno 18 mesi (da gennaio 2019 a giugno 2020). Difficile trovare un accordo, l’operazione resta comunque complicata, ma il fatto che ci sia una trattativa, seppur ancora in fase embrionale, lascia pensare che qualche possibilità di rivedere Ibra in rossonero esiste.
Higuain, Cutrone, Suso, Bonaventura, Calhanoglu: chi piange se arriva Ibra?
Dovesse davvero concretizzarsi l’approdo dello svedese a Milanello ne sarebbe certamente felice Gennaro Gattuso che avrebbe però non pochi problemi tattici e di gestione dello spogliatoio da risolvere. Innanzitutto si ritroverebbe con due centravanti del calibro di Gonzalo Higuain e Zlatan Ibrahimovic che preferiscono essere l’unica “prima donna” sulla scena essendo entrambi accentratori di gioco nonché due che rendono al loro massimo quando sono i leader indiscussi della squadra e che per attitudine tendono ad occupare le stesse zone di campo, anche se in un numero limitatissimo di moduli, come vedremo più avanti, potrebbero coesistere. In questo caso però a farne le spese sarebbe sia lo scalpitante Patrick Cutrone che migliorando gara dopo gara si sta pian piano guadagnando i gradi da titolare (tant’è che Gattuso sta lavorando su un 4-4-2 proprio per dare più spazio al classe ’98), sia uno tra Jack Bonaventura, Hakan Calhanoglu e Suso, ad oggi titolari inamovibili nello scacchiere tattico del tecnico rossonero.
Come potrebbe giocare il Milan con la coppia Ibra-Higuain: 4-4-2
Sono soltanto tre le possibili soluzioni tattiche che permetterebbero a Rino Gattuso di far coesistere Gonzalo Higuain e Zlatan Ibrahimovic facendoli rendere al massimo, scartando già a priori l’attuale 4-3-3 dato che né lo svedese né il Pipita gradirebbero giocare sull’esterno in un tridente. La prima ipotesi è dunque quella che l’allenatore calabrese sta già testando per dare maggior spazio a Cutrone, ossia il 4-4-2. In questo caso la difesa sia negli uomini che nell’assetto rimarrebbe immutata, cambierebbe invece la linea mediana che diventerebbe a due (Biglia e Kessié, o qualora servissero ulteriori muscoli il tandem Bakayoko – Kessié) con Bonaventura, più di Calhanoglu, e Suso a fungere da ali (non più deputate solo all’aspetto offensivo, ma chiamate a dare man forte ai terzini), potendo così permettersi il doppio centravanti con Ibra e Higuain che dovranno poi esplorare zono di campo diverse per non pestarsi i piedi.
Alternativa più offensiva: 4-2-3-1
Alternativa decisamente più offensiva è invece rappresentata dal 4-2-3-1 che vedrebbe gli stessi interpreti del precedente 4-4-2 con i due esterni di esterni alti però in posizione più avanzata maggiormente dediti alla fase offensiva chiamando così ad un lavoro ancora più estenuante i due mediani (in questo caso quindi l’accoppiata Bakayoko – Kessié potrebbe garantire maggiore corsa, dinamicità ed equilibrio alla squadra). In questo modulo tattico sarebbe poi Zlatan Ibrahimovic ad arretrare leggermente la propria posizione andando a giocare alle spalle di Gonzalo Higuain, al centro del terzetto di trequartisti, fungendo da regista avanzato e rifinitore.
La rivoluzione: 3-5-2 (o 3-4-1-2)
L’ultima opzione tattica presa in considerazione prevederebbe invece uno stravolgimento dell’assetto difensivo. Nel 3-5-2 (o 3-4-1-2) nel quale potrebbero coesistere Zlatan Ibrahimovic e Gonzalo Higuain, infatti, bisognerebbe impostare una difesa composta da tre centrali (così da mettere anche Mattia Caldara più a proprio agio dato che ritroverebbe il sistema di gioco in cui è esploso con l’Atalanta di Gian Piero Gasperini), con due esterni in grado di coprire tutta la fascia di competenza (difficile dunque che possano essere Suso, Bonaventura o Calhanoglu), a restare invariato rispetto all’attuale 4-3-3 sarebbe invece il centrocampo che rimarrebbe a tre con un regista (Biglia) e due mezzali (Kessié e Bonaventura o Bakayoko), mentre con Calhanoglu, più trequartista rispetto ai compagni, si potrebbe optare per un più offensivo 3-4-1-2.