City, Silva racconta l’incubo del figlio Mateo: “E’ stata dura, il calcio mi ha aiutato”

Ora che tutto è alle spalle, David Silva può tornare a pensare solo al calcio. Il trentaduenne attaccante del Manchester City, ha nuovamente raccontato il dramma familiare che lo ha colpito dopo la nascita prematura del figlio Mateo: "È stato davvero difficile. Mateo è stato in ospedale tantissimo tempo – ha spiegato il giocatore, in un'intervista concessa alla "BBC" – Lui era in Spagna, il che significava che dovevo viaggiare molto dall’Inghilterra e difficilmente riuscito ad allenarmi".
Le condizioni del piccolo, rimasto in ospedale a Valencia per cinque mesi dopo esser nato di 25 settimane, hanno spaventato non poco Silva e la sua compagna: "Non ho dormito molto, non mangiavo per niente bene: per fortuna la squadra stava andando molto bene in quel periodo e questo devo ammettere che mi ha aiutato molto".

L'ovazione dell'Etihad Stadium
Grazie al permesso di Pep Guardiola, che nelle settimane difficili gli ha dato la possibilità di assentarsi da allenamenti e partite, David Silva ha potuto così stare vicino alla sua famiglia fino al termine dell'incubo: "L'unica volta che riuscivo a togliermi dalla mente la situazione che stava coinvolgendo Mateo era quando giocavo – ha concluso l'attaccante spagnolo – Poi, finita la partita, tornavo a pensarci con tutto me stesso. Devo dire che il calcio è stato una buona fuga".
A vedere il papà giocare (e segnare) nella prima casalinga della nuova stagione c'era anche il piccolo Mateo, protagonista di un ingresso in campo con il padre prima del match: una passerella inaspettata, che è stata accolta da un'ovazione dello stadio. La stessa ovazione che l'Etihad ha tributato a David Silva dopo il suo bellissimo gol del 6 a 1 all’Huddersfield: una rete che il giocatore ha ovviamente dedicato al suo primo tifoso seduto comodamente in tribuna.