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Cinque motivi del (secondo) flop di Balotelli al Milan

Mario non è più Super da troppo tempo e il suo futuro in rossonero è oramai appeso ad un filo. Mihajlovic gli ha dato tutte le chance necessarie per riscattarsi, puntualmente fallite. Fuori forma, fuori dal gioco, senza più fiducia e inviso a Berlusconi: i motivi del flop.
A cura di Alessio Pediglieri
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Comunque andrà a finire l'avventura di Mario Balotelli al Milan non si potrà dire che Sinisa Mihajlovic non gli abbia dato chance e occasioni per poter dimostrare di essersi guadagnato una maglia e un posto da titolare. Ultimamente, il tecnico serbo è uscito allo scoperto e ancor prima dello scivolone con il Sassuolo ha sempre sostenuto che alla sua squadra mancava l'apporto di alcuni giocatori importanti, tra cui – per primo – Mario Balotelli. Così sono nate le occasioni d'oro contro l'Alessandria in Coppa Italia, prima all'andata poi al ritorno, e così si è ripetuto in Emilia contro i neroverdi. Prove d'appello, tutte fallite per un giocatore che mestamente non riesce più a fare la differenza e che rischia seriamente di restare ai margini di un progetto che lo rivedrà partente per Liverpool.

E' fuori dal gioco

Contro il Sassuolo l’attaccante rossonero è tornato titolare dopo diversi mesi, ma purtroppo non ha fornito la prestazione che tutti si aspettavano. Una prestazione coronata dalla sconfitta del Milan ma anche e soprattutto della conferma dell'inutilità di (Super) Mario nella struttura tattica costruita da Mihajlovic. Che ha provato a inserirlo non appena gli infortuni e la forma fisica hanno permesso all'ex Liverpool di poter reggere il campo. Risultato? I compagni non lo cercano più come un tempo, lui non si fa trovare al momento giusto per fare la cosa giusta e diventa un elemento estraneo alla manovra, soprattutto in fase difensiva.

Nessuna intesa con Bacca

E qui siamo al secondo aspetto che va a braccetto con il primo: Mario Balotelli e Carlos Bacca insieme sono un flop. Più per i demeriti del primo che per altri motivi. Il colombiano ex Siviglia ha confermato anche al suo primo anno di Milan che sa buttare dentro il pallone all'occorrenza e che si sa adattare sia a giocare da solo in attacco che con un partner. Con Luiz Adriano soprattutto nella prima parte di stagione non ha mai deluso e nemmeno quando Mihajlovic gli ha affiancato altri compagni come Bonaventura ad esempio. Ma con Balotelli la cosa non ha funzionato. Contro il Sassuolo è emersa in tutta la sua natura, la difficile convivenza in campo dei due.

Manca la concentrazione

E' vero. Questo Balotelli è inedito. Non c'è più il ragazzo fuori dalle regole, su di giri, scapestrato e prepotente. Sia dentro al campo che fuori, Mario sta seguendo alla lettera ciò che gli impone il contratto: serietà e nessun colpo di testa. Ma proprio questo nuovo stile di vita sembra aver spento anche la scintilla del campione. Balotelli quando scende in campo e se scende in campo appare svogliato, non si diverte, appare in difficoltà prima per sè e poi verso i compagni. I tocchi, le finte, i controlli anche a beffe degli avversari mancano: psicologicamente sembra assente e fa fatica ad entrare in partita.

Forma fisica lontana

Il lungo stop ha inciso decisamente sulle attuali prestazioni di Balotelli. Che è un giocatore che per dare qualità deve giocare con continuità. Non sa entrare in partita e risolverla in corsa, ha bisogno di sentirla, viverla, farne parte. E se il fisico non lo sorregge tutto si complica maledettamente. La pubalgia forse lo ha segnato più di quanto lui stesso non voglia ammettere. In campo si vede: al di là della qualità della prestazione, fatica ad arrivare per primo sulla palla, manca di lucidità non solo sotto porta ma anche nel proporsi e nel proporre la soluzione giusta.

Poca fiducia

Certo è che è difficile risollevarsi da solo quando attorno si respira una  costante mancanza di fiducia. La "mela marcia" non ha dimenticato che il presidente lo guarda sempre con sospetto, in attesa di vederlo scivolare su vecchi errori. E anche il pubblico rossonero non lo sta più aspettando. Balotelli dopotutto è un giocatore del Liverpool, arrivato in prestito in attesa di riscatto. Una situazione che lo responsabilizza forse fin troppo ben sapendo che a fine stagione potrebbe ritornare in Premier dove non ha lasciato un bel ricordo. Una situazione delicata, ben sapendo che ha messo in pericolo anche il suo posto in Nazionale dove Conte sembra davvero averlo già dimenticato.

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