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Cinque buone notizie post Liverpool e Marsiglia per il Napoli di Carlo Ancelotti

Cosa c’è di buono nel nuovo Napoli di Carlo Ancelotti? In attesa dei colpi di calciomercato (James Rodriguez e Hirving Lozano i nomi più caldi), ecco cosa c’è da evidenziare dopo le amichevoli contro Liverpool e Olympique Marsiglia. Al netto delle assenze e di una rosa da completare, i migliori cinque segnali giunti da questo avvio di stagione.
A cura di Salvatore Parente
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Due test che, in attesa dei botti di calciomercato (James Rodriguez e Hirving Lozano), hanno alimentato fiducia intorno al Napoli di Carlo Ancelotti. Le vittorie e le prestazioni contro Olympique Marsiglia e Liverpool hanno dato indicazioni molto positive con la squadra, al netto ancora di alcune assenze, molto avanti nel suo processo di crescita e che dà l’impressione di aver assimilato in fretta i cambiamenti tattici provati dal tecnico. E così, dalle buone notizie individuali a quelle di reparto, ecco i migliori cinque segnali giunti da questo avvio di 2019/20.

Bene il 4-2-3-1, cancellati in fretta gli errori di Dimaro

Edimburgo e Marsiglia, prima degli States, della Florida, del Michigan e del doppio match col Barcellona di Messi, sono state tappe importanti, forse, decisive nella crescita di questo embrione chiamato Napoli edizione 2019/20. Con compagini molto più forti, titolate e temibili, con tutto il rispetto per Feralpisalò, Cremonese e Benevento, dove pure un Napoli un po’ appesantito dai carichi di lavoro, aveva fatto benino davanti ma male in fase di non possesso, gli azzurri hanno cominciato a mostrare il loro feeling col 4-2-3-1.

Nuovo vestito tattico scelto e voluto, già dalla coda della scorsa stagione, da Ancelotti. In queste due amichevoli, con attenzione, sacrificio degli esterni alti, comprensione dei meccanismi difensivi ed offensivi, i campani hanno dimostrato la loro maturità e soprattutto la loro completa aderenza a questo nuovo sistema di gioco. Tre reti ai Reds, sia pure in versione estiva, campioni d’Europa, un gol all’OM di Villas-Boas e soprattutto zero reti incassate con Manolas, in attesa di Koulibaly, padrone assoluto (ministro) della difesa partenopea.

Manolas già padrone della difesa…in attesa di KK

Di recente l’Uefa, tramite un suo sondaggio, ha chiesto a tutti i tifosi che frequentano il web se la coppia difensiva KoulibalyManolas possa esser definita la migliore della prossima Champions League. Un sondaggio eloquente che ben dimostra l’upgrade, almeno sulla carta, fatto sul mercato dal Napoli che si è assicurato dalla Roma un autentico guardiano della difesa. Che, già in questi primi scampoli di azzurro, ha dimostrato le sue doti: attenzione, determinazione, sicurezza, concentrazione, ottimi disimpegni, tackle e la cattiveria giusta nei contrasti che contano. Non disdegnando, poi, in sede di costruzione, buone giocate in impostazione e precisi lanci (eccetto qualche naturale passaggio a vuoto) verso gli esterni d’attacco. Leadership e presenza fisica, nei raddoppi come nelle diagonali, di fianco a chiunque: a Luperto, come ieri sera al Velodrome o a Maksimovic come a Edimburgo. Aspettando, appunto, quel totem di marmo chiamato Kalidou Koulibaly.

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Mertens e Callejon: trequartista il primo, tuttofare il secondo

E poi, nel precampionato campano, insieme nel novero delle migliori notizie azzurre, in campo come nei destini di mercato, col belga e lo spagnolo con un contratto in scadenza nel 2020, ecco Mertens e Callejon. Il primo, a suo agio anche nella posizione di trequartista, il secondo, anche in quella di mediano nel centrocampo ridotto, a due, di mister Ancelotti. Per due talenti a proprio agio sul rettangolo verde, indipendentemente dalla posizione, capaci di agire per il meglio anche in questo 4-2-3-1. Col belga, suggeritore, e poi finalizzatore, come con l’OM, della manovra corale dei suoi e Calleti utile stantuffo a destra, negli inserimenti come in copertura, e pure nel ventre del terreno di gioco. Come per riscoprire un ruolo nuovo per prenotare, a Napoli o altrove, una seconda, anzi, una terza giovinezza per l’ex Blancos.

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Elmas? Senza dubbio il nuovo Fabian Ruiz

Se Ancelotti, al momento della firma del giovane Elmas, dichiara concluso il mercato in entrata per i centrocampisti, qualche segnale della bontà del giocatore macedone lo hai già. Poi, arriva l’Uefa, ancora una volta, a chiarire il tutto inserendo l’ex Fenerbahce nell’elenco milionario dei 50 migliori talenti in giro per l’Europa. Infine, il campo, sia pure alla seconda presenza per il numero #12 con la nuova maglia, giudice inflessibile, conferma tutto: Elmas si candida ad essere il nuovo Fabian Ruiz 2019/20. Per impatto, freschezza, versatilità, talento e pure per quella dose di sorpresa che già in tanti, tifosi napoletani compresi, hanno saggiato ieri al Velodrome assistendo ai funambolismi di un talento tuttofare, di un centrocampista moderno, sfumato, bravo cioè in entrambe le fasi e a coprire bene il campo anche quando il pallone è lontano dai suoi piedi. Insomma, chi ben comincia è a metà dell’opera con Zielinski e Fabian Ruiz che lo aiuteranno, e tanto, a inserirsi e a diventare, a stretto giro, una preziosissima risorsa di questo nuovo Napoli.

Baricentro alto e bel gioco

Il 4-2-3-1 voluto da Ancelotti prevede un baricentro alto e una impostazione difensiva differente. Preventiva, attenta e che non può prescindere dalle coperture delle ali d’attacco ma anche dai recuperi, dai rientri di KK e Manolas. Doveri da espletare durante l’anno ma già visibili, al di là degli uomini, in queste prime gare stagionali con le sfide a Liverpool e Olympique Marsiglia come prime confortanti uscite in questo senso. E poi, come non bastasse, arrivano pure lampi di grande calcio. Come il contropiede dell’1-0 contro i Reds, con Insigne a convertire in rete il suggerimento di Mertens, o la prodezza del belga di ieri contro il Marsiglia: lancio del capitano, sponda volante di Callejon e destro ben piazzato di Mertens. Il bel gioco è servito, anche, in pre-season.

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