Chi è Traorè, il talento dell’Empoli che somiglia a Sneijder e gioca come Pogba
È stata una delle sorprese più belle di questa prima parte di stagione nonché una delle rivelazioni young più interessanti di questo avvio di campionato. Parliamo dell’ivoriano Hamed Junior Traorè che, nell’Empoli, prima di Andreazzoli e poi di Iachini, non ha smesso di crescere, guadagnare minuti ed autostima affermandosi come uno dei punti fermi, malgrado il cambio in corso di guida tecnica, della formazione toscana.
Prima, qualche scampolo di partita, poi, qualche minuto in più e infine una serie di gare da titolare (11) che ne certificano la forza, la qualità e la maturità stante una carta d’identità che recita: 16 febbraio 2000. Un assist, di scena contro la Sampdoria, la ‘palma’ di esordiente più precoce di questo massimo torneo (18 anni, 6 mesi e 10 giorni), una media voto di 5.82 e 953’ in Serie A che non solo lo hanno idealmente messo sulla mappa del calcio nazionale ma che gli hanno consentito di segnalarsi al grande pubblico e di far parte di una serie di taccuini mercato di tante, tantissime big. In Italia e all’estero. Su di lui, con alcuni club intenzionati già a prenderlo oggi, in fila: Chelsea, Monaco, Napoli, Roma e Sampdoria per una serie di interessamenti che non fanno altro che dare la dimensione di un talento, non solo di prospettiva, da non farsi sfuggire. L’Empoli gongola. E così, dall’arrivo da bambino in Emilia Romagna al seguito di suo padre, istruttore di calcio ad Abidjan, all’approdo nella cantera del capoluogo toscano fino all’esordio in prima squadra, ecco la storia del gioiellino azzurro sulle orme di Pogba e Sneijder.
Gli inizi e l’esordio con l’Empoli: primo millennial fra le fila toscane
Nei primi anni 2000, e quindi a pochi anni d’età, il piccolo Hamed arriva col papà, istruttore di calcio in una accademia di Abidjan, dalla mamma in Italia raggiungendo la piccola frazione di Barco, nel comune di Bibbiano, a circa 11 Km da Reggio Emilia. Qui, sin da piccolo, continua ad alimentare la sua passione per il calcio riuscendo subito ad entrare nel club locale: il Boca Barco. E proprio dalla provincia del football nostrano, Traorè, già ben educato dal padre in patria, comincia a sciorinare il suo talento che, naturalmente, attrae una selva di scout. Il Parma però, con la sua sterminata rete di osservatori, si avvicina di più al colpo grosso ma lo stato della società, ad un passo dal fallimento, presta il fianco ad altre realtà di spicco. L’Atalanta, il Milan ma anche quell’Empoli che, alla fine, riuscirà a spuntarla su tutti. Estate 2014, l’ex responsabile del settore giovanile azzurro Marco Bertelli, dietro consiglio di Giovanni Galli, lo vede all’opera e se ne innamora portandolo subito con sé al ‘Castellani’.
Da lì in poi è un’ascesa inarrestabile. Il ragazzo pronto per gli Allievi B, dura poco con i pari età e, dopo alcuni mesi, diventa effettivo negli Allievi A. Quattro reti e 12 partite dopo sale in Primavera dove colleziona due Viareggio, il primo da assoluto protagonista nell’Empoli dei miracoli che sfiora la vittoria in finale contro il Sassuolo, 14 gol e 12 assist e 55 gare complessive: è già pronto al grande salto. Che puntualmente arriva. L’8 ottobre 2017, in un Empoli-Foggia, dominato dai ragazzi di Vivarini, entra all’89 per il bomber Donnarumma e, a 17 anni e 7 mesi non solo fa il suo esordio da pro ma mette insieme anche il suo primo record della sua brevissima carriera: diventa il primo millennial a vestire la casacca dell’Empoli. Insomma, una data da ricordare. Una data proficua.
Arrivano 10 gare in B, una promozione in Serie A ed una chance, quella della massima serie, non da poco. E proprio in questi pochi mesi, storia recente, Traorè sorprende tutti e, malgrado la freschezza anagrafica, s’impone sui pari ruolo in rosa conquistando con maturità, consapevolezza dei propri mezzi, dinamismo e fisicità i gradi di titolare. Mette piede per la prima volta in un rettangolo verde della Serie A il 26 agosto scorso nella sconfitta col Genoa e, a poco a poco, trova spazio, tanto spazio. Da trequartista, da mezzala, da tuttofare del terreno di gioco, habitat naturale di un ragazzo dalle potenzialità e dai margini di miglioramento impressionanti.
Caratteristiche di gioco e posizioni in campo: centrocampista versatile e moderno
Per colore della pelle, movenze e fisico, 184 cm distribuiti su una struttura muscolare e longilinea, viene paragonato a Paul Pogba. Per qualità di palleggio, visione di gioco (il 71% dei suoi passaggi vanno nella metà campo avversaria), estro, dribbling, posizione naturale ma soprattutto per quella sua speciale dote di saper calciare indifferentemente di destro e di sinistro, a Wesley Sneijder. Paragoni, confronti pesanti ma che, per chi deve spiegare il calciatore in oggetto a chi non lo conosce, calzano a pennello.
Paragoni impegnativi dicevamo ma che ci stanno eccome per un elemento davvero interessante, la cui presenza sul campo, a 18 anni e spiccioli, pare quella di un navigato centrocampista di alto livello.
Qualità (1.2 uno contro uno a suo favore per match), quantità, precisione in impostazione (79% di accuratezza nei passaggi), interdizione (61.5% dei contrasti vinti) ma anche una polivalenza in mezzo al campo, trequartista, centrale e mezzala, indifferentemente in una mediana a cinque, a quattro o a rombo, davvero importante, di più: preziosa.
Valore di mercato e pretendenti: sarà asta a giugno
Già, una versatilità preziosa come il suo attuale valore di mercato che, stando alle rilevazioni costanti del portale specializzato Transfermarkt.it, sta subendo frequenti impennate verso l’alto. È, infatti, già ora il calciatore più costoso della rosa, a quota 7 milioni di euro, ed ha, in pochi mesi, messo insieme una crescita quasi tripla rispetto alla sua quotazione di ottobre stimata intorno ai 2.5 milioni di euro.
Sette milioni, oggi, solo per sedere al tavolo delle trattative e cercare, questo l’intento di Chelsea, Monaco, Napoli, Roma e Sampdoria, di strappare il baby talento ivoriano al suo Empoli. Insomma, un profilo eccezionale come quello del fratello minore, Amad Diallo Traorè, in forza all'Atalanta che, addirittura, dicono, parrebbe più forte del maggiore.