Chi è Smith-Rowe, il gioiellino dei Gunners che somiglia a De Bruyne e incanta Emery
Prodigi, talenti, baby-fenomeni, in sostanza: futuro del calcio internazionale. Sono i millennials del football che, già a 18 anni, o giù di lì, sgomitano per mettersi in mostra, rigenerare il proprio club, trovare spazio ed un posto in squadra. Millennials come il giovane Smith-Rowe dell’Arsenal capace, specie nelle ultime settimane, di segnalarsi al grande pubblico come nuova speranza verde dei Gunners, e dell'Inghilterra, oltre che nuova possibile spalla offensiva per Lacazette, Aubameyang ma anche per Ozil o Mkhitaryan. I gol in estate, nell'International Champions Cup, e le recenti firme contro Qarabag e Blackpool, in Europa League e Coppa di Lega, lo hanno lanciato irrimediabilmente nel grande calcio con gli occhi di tutti, tifosi ma anche big europee, puntati dritti su di lui. In attesa del suo esordio in Premier League che, ci scommettiamo, avverrà in poco tempo, scopriamo chi è Emile Smith-Rowe, astro nascente della formazione di scena all'Emirates.
Gli inizi e quel provino per il Chelsea andato male
Nato a Croydon il 28 luglio del 2000, nella parte meridionale di Londra e nella città che vide ospitare la prima tratta ferroviaria pubblica del mondo nel 1803, Emile cresce come tanti bambini inglesi: pane, scuola, football e Premier League. Ed è qui che inizia a tirare i primi calci ad un pallone e ad innamorarsi, e poi a sognare di diventare pro nei grandi palcoscenici albionici di ‘Anfield Road’ o di ‘Wembley'. Ma la strada, malgrado l'innato talento, non è subito facile, in discesa, anzi. Il ragazzino, infatti, all'età di 9 anni fa un provino per entrare nelle giovanili del Chelsea ma non riesce a sfondare con i Blues che lo rispediscono a casa, bocciandolo definitivamente. Una bella botta per il piccolo che, però, da quest'esperienza trae linfa vitale per proseguire a credere in qualcosa di speciale. E che puntualmente arriva. Nel 2010, viene integrato nell'Academy dell'Arsenal non lasciando mai, almeno fino ad oggi, quella casacca bianco e rossa che, negli anni della sua infanzia, dominava in lungo ed in largo in Inghilterra con Henry, Pires, Ljungberg o Bergkamp.
I gol ed il grande calcio: primo millennial nella storia dei Gunners a segnare in Europa
L'anno domini 2018, quello della sua maggiore età, è l'anno spartiacque, forse decisivo per la sua carriera. In estate, quasi come un fulmine a ciel sereno, riceve il kit numero #55 per partecipare alla International Champions Cup dove, contro Paris Saint Germain, e soprattutto Atletico Madrid contro il quale metterà a segno il gol del definitivo 1-1, inizia a manifestare, urbi et orbi, il suo enorme potenziale. Insieme a Hudson-Odoi del Chelsea si mette in luce come uno dei profili più interessanti della kermesse e così, per sgomberare il campo da possibili ingerenze da altri club, la società londinese gli fa firmare un contratto quinquennale. Il suo primo da professionista: il sogno prende forma.
Il meglio però, per citare un noto cantautore italiano, deve ancora venire. E proprio in questo avvio di annata, quella 2018/2019, Emile, pian piano, entra nelle rotazioni di Emery.
Dapprima, esordisce in Europa League contro il Vorskla, divenendo il primo millennial a fare il suo debutto internazionale con la casacca Gunners, poi, si mette in luce sei giorni dopo, il 26 settembre, nel terzo turno di Coppa di Lega, e otto giorni dopo, contro gli azeri del Qarabag, sigla la sua prima gioia personale, quella del momentaneo 0-2 Arsenal, laureandosi primo classe 2000 a far gol con questi colori in Europa. Per poi concludere, si fa per dire, questo suo magic moment, con la perla al Blackpool negli ottavi di finale della Carabao Cup di due giorni fa.
Due reti che idealmente lo mettono sulla mappa del calcio internazionale e nel novero dei possibili top player del domani. Tanto che, secondo i tabloid inglesi, il mancato rinnovo della colonna Ramsey potrebbe dipendere proprio dalla inarrestabile ascesa del ragazzo del sud di Londra.
Caratteristiche tecniche e valore di mercato: a star is born?
Negli ultimi anni, quelli determinanti per la sua crescita, Smith-Rowe si ispira ad un #10 moderno, bravo in copertura e sublime nello sviluppo del gioco, come il belga De Bruyne. E giorno per giorno, Emile prova a emularlo e a rubare ogni minimo dettaglio dal gioco della stella del Manchester City. E proprio a lui, somiglia il #55 Gunners. Tecnico, veloce, scattante, buon fisico, destro naturale e quella impostazione da trequartista, esterno offensivo ma anche mezz'ala capace di illuminare la manovra, leggere perfettamente i movimenti dei compagni e premiarli con assoluta precisione.
Caratteristiche, queste, che hanno fatto innamorare Emery, che lo sta gestendo benissimo, e che gli stanno garantendo ampi consensi. Anche, in tema di mercato dove il suo valore si assesta, solo al momento, sui 10 milioni di euro. Insomma, per paragonare il ragazzo ad un film in grande spolvero in queste settimane, a star is born (?). Molto probabilmente.