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Chi è Mediapro: il distributore spagnolo che vuole prendersi i diritti tv della Serie A

Qual è il progetto del gruppo di distribuzione spagnolo che dopo aver presentato l’offerta più alta per i diritti televisivi del massimo campionato del Bel Paese per il triennio 2018 – 2021 ha ricevuto l’assegnazione da parte della Lega di Serie A? Cosa cambierebbe per gli operatori, ma soprattutto, cosa cambierebbe per gli utenti? Ecco tutte le risposte.
A cura di Michele Mazzeo
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Mentre il calcio italiano è pronto a riformare i suoi vertici (l'opera è iniziata con il commissariamento della Federazione e della Lega Calcio) un primo punto fermo sembra essere stato messo nella vicenda relativa al diritti tv. Al mancato accordo di qualche giorno fa nell'assemblea dei club per il triennio 2018 – 2021 ha fatto seguito la vera sorpresa: la proposta più alta fatta finora non è venuta dall’Italia (Sky, Mediaset o Rai) ma dall’intermediario indipendente spagnolo Mediapro che ha offerto 950 milioni di euro, avvicinandosi sensibilmente (ma ancora non basta) a quel miliardo di euro che i 20 club di A si aspettavano. Era solo un primo passo, quello definitivo è giunto il 5 febbraio con l'assegnazione del pacchetto al distributore iberico.

L'Assemblea della Lega Serie A comunica di aver verificato "he l'offerta depositata, pari a 1.050.001.000 euro, è  superiore al prezzo minimo richiesto dall'invito ad offrire e conseguentemente procederà alla comunicazione all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, come previsto dall'invito stesso ai fini dell'assegnazione dei diritti in oggetto.

Chi è Mediapro

Prima di addentrarci nelle dinamiche di ciò che potrebbe succedere nel mondo delle dirette domestiche a pagamento delle partite di Serie A nel prossimo triennio, andiamo a scoprire chi è e cosa fa Mediapro. Si tratta di un gruppo internazionale ad azionariato composito controllato dalla holding Imagina. Il suo campo d’azione spazia dalla produzione e distribuzione di contenuti audiovisivi (co-produttore della serie tv Young Pope diretta da Paolo Sorrentino, produttore di «Midnight in Paris» e di «Vicky Cristina Barcelona» di Woody Allen) e nella gestione dei diritti sportivi (La Liga e i diritti televisivi del Real Madrid e del Barcellona in Champions League, o le ultime dieci edizioni della cerimonia di consegna del Pallone d’oro), anche attraverso propri canali (dai canali tematici del Real Madrid e del Porto ai canali creati per il mercato di lingua spagnola degli Stati Uniti, fino al canale di punta beIN Sports España di cui è socio al 50%).

Presente in 44 città di 26 paesi, ha fatturato nel 2017 la cifra di 1.648 milioni di euro, con la migliore gestione della sua storia. Il gruppo attualmente commercializza il principale pacchetto de la Liga in Spagna, attraverso beIN laLiga e GOL, e della Champions League con beIN SPORTS, presente in tutti gli operatori e in tutte le piattaforme a pagamento di Spagna e nella OTT beIN Connect.

MediaPro è anche al centro di due indagini giudiziarie. L'una da parte dell’Antitrust spagnola per presunte pratiche anti-concorrenziali nei confronti della tv online e l’altra dall’Fbi per le presunte irregolarità nell’assegnazione dei Mondiali del 2022 al Qatar, tirato in ballo per il suo rapporto con la qatariota BeIn Sport.

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Cosa ha in mente Mediapro?

Andiamo adesso a vedere qual è il progetto di Mediapro che riguarda da molto vicino il nostro calcio. L’obiettivo era acquisire tutti i diritti della Serie A (la prima offerta era di 950 milioni di euro), per poi trarre ricavi attraverso la creazione di un bouquet di canali tematici (sul modello Eurosport o FoxSport) in partnership con la Lega di Serie A da distribuire sulle piattaforme già esistenti (da Sky a Mediaset Premium ai canali OTT – Over the Top – che distribuiscono contenuti sul web) dietro pagamento di un “canone di affitto” da concordare singolarmente in proporzione ai rispettivi abbonati e agli introiti pubblicitari che il canale sarà in grado di generare. Cosa significa? Mediapro produce le immagini del campionato e le emittenti come Sky diventano solo distributori. La redazione di ogni contenuto sarebbe in mano alla società catalana.

Inoltre il progetto, più ad ampio raggio, prevede anche l’acquisto dei diritti tv del campionato di Serie B e dell’archivio delle squadre di A, in modo tale da confezionare una serie di canali interamente dedicati al calcio del Bel Paese attivi sette giorni alla settimana con palinsesti che spazieranno dalle dirette delle gare agli speciali e agli approfondimenti, fino alle news.

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Cosa cambierebbe per gli utenti?

Passiamo adesso alla cosa forse più importante, vale a dire cosa cambierebbe per gli utenti qualora Mediapro dovesse riuscire a portare a termine il suo progetto? Dal punto di vista pratico poco, dato che probabilmente i canali tematici di Mediapro e Lega dovrebbero finire nel bouquet di Sky come in quello di Premium come nell’offerta dei maggiori distributori di contenuti sul web. Le tariffe potrebbero essere più competitive dato che l’intenzione è quella di distribuire il prodotto attraverso il maggior numero di mezzi possibili. Nessuna esclusiva, prezzi più bassi: è questo il concetto.

Inoltre non ci sarebbero più riprese esclusive (SkyCam o PremiumCam), né piattaforme con maggior o minor numero di telecamere sul terreno di gioco: tutti infatti guarderebbero lo stesso prodotto e le stesse immagini indipendentemente dal mezzo dai si sta assistendo al match. Questo perché chi acquisterebbe il diritto a distribuire i canali tematici non potrebbe comunque intervenire in alcun modo sui contenuti.

Quanto costerà il calcio in tv per i telespettatori?

Aumenterà il prezzo per l'utente finale? Sarà tutto trasparente ed equo. Si capirà quale è il valore del Calcio e quanto ci ricaricheranno le piattaforme.

Così l'ad di Infront, Luigi De Siervo, si è espresso nel corso della conferenza stampa al termine dell'Assemblea che ha assegnato i diritti tv per il triennio 2018/2021 all'intermediario indipendente MediaPro. Ci sarà un rischio di rincaro dei prezzi?

L'operatore se compra a 10 potrà vendere a 8 se è un periodo civetta o a 12, ma non potrà vendere a 3 perché ci perderebbe – ha aggiunto De Siervo -. E se vende a 20? Non credo perché essendoci un altro operatore che lo venderà a 10 o 12 costringerà i prezzi a livellarsi.

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